Libero, 4 settembre 2017
Intervista a Simona Izzo. «Sono ingombrante ma seduttiva»
Figlia, moglie e mamma d’arte: Simona Izzo. Orgogliosamente donna, nel senso che non ha paura di mostrare la sua natura. A metà tra una tigre e un gatto persiano. È a Nizza a casa della suocera Pat O’Hara. Sì, la mamma di Ricky Tognazzi, che è il suo secondo marito (prima di lui c’è stato Antonello Venditti e dal loro amore è nato Francesco) e compagno di vita da 30 anni. Con lui Simona condivide tutto, anche il lavoro.
È in vacanza?
«Sto lavorando vicino a Ricky che sta per girare quattro puntate per la Rai con Luisa Ranieri».
Questa volta non potrà seguire le riprese perché entrerà nella casa del Grande Fratello Vip.
«Non ho paura di mettermi in gioco. Faccio la regista, ho una grande famiglia e ho sempre scritto film corali. Nella casa ci sono 25 telecamere, potrei essere a mio agio».
Perché ha detto di sì?
«È una prova professionale ed emotiva. Non nego di farlo anche per un discorso economico. E poi a Cinecittà mi sento a casa».
Ricorda la prima volta che ci è entrata?
«Avevo 8 anni, andai con mia mamma per un doppiaggio del film “Giudizio Universale” di De Sica. Arrivai e scoprii che dovevo prestare la voce a un bambino. Rifiutai. Il maestro Vittorio De Sica mi spiegò che fino a 11 anni abbiamo tutti la stessa voce. Ringraziai, ma dissi di no. Mentre andavo via vidi sullo schermo la scena di un bimbo che piangeva. Piansi anche io e De Sica incise la mia voce in quel momento e poi la inserì nel film».
Già da piccola aveva un bel caratterino.
«Sì, sono una gemella (della sorella Rossella, ndr). Faccio parte di questa etnia. Infatti, i gemelli sono persone che non sono mai state sole, che hanno imparato a difendersi e a condividere».
Cosa condivide più volentieri?
«La tavola. Sono convinta che l’unico momento in cui la gente si guarda in faccia sia mentre mangia. Detesto il silenzio».
La sua è una famiglia allargata come quella del film “Lasciami per sempre”. La trama è autobiografica?
«Per certi versi sì. Quando scrivo lo faccio per me, per affrontare i problemi e provare a risolverli. I miei genitori sono stati insieme finché papà non se n’è andato. La mia era una famiglia tradizionale. Ma sono orgogliosa anche di quella allargata che ho costruito.».
È vero che è gelosa di suo marito?
«Sono gelosa un po’ di tutti (ride, ndr). Ho vicino a me una persona che ha il mio stesso sistema sentimentale: è fedele. Ma è molto educato e qualcuna potrebbe scambiare la sua galanteria con un corteggiamento».
Cosa l’ha fatta innamorare di Ricky Tognazzi?
«La sua fedeltà. Un uomo che ti resiste, ti fa innamorare. Anche perché resisterà anche quando starà con te e un’altra donna si avvicinerà a lui. Lo stimo perché non ha paura di mostrare la sua parte sensibile. Per questo non teme una donna ingombrante come me».
Si sente ingombrante?
«Lo sono (ride, ndr). Perché sono curiosa, assertiva, accudente, geisha. Sono un vulcano, ma in passato ho anche sofferto di depressione».
Mai pensato di avere un figlio con Ricky?
«Si, ma non ho mai avuto il coraggio. La mia generazione che ha combattuto per il divorzio,
e poi lo ha messo in atto, è stata cavia e io l’ho un po’ patito questo ruolo».
Perché allora ha divorziato?
«Sono stata costretta da me stessa. Quando ho preso atto che le distrazioni erano molte ho capito anche che non potevo resistere».
Se scoprisse che suo marito è “distratto” divorzierebbe?
«Basterebbe una sola distrazione (ride, ndr). Non c’è motivo di stare con un uomo che volge lo sguardo altrove».
I ritocchini non li ha fatti per piacere a lui?
«Li ho fatti per me stessa. Esiste la chirurgia plastica perché non approfittarne?».
Che nonna è?
«Se avessi saputo che i nipoti erano così belli, avrei fatto prima dei figli. Sono un regalo».
Nel 2012 ha partecipato a Pechino Express con suo figlio. Proprio lui l’ha accusata di essere radical chic.
«Mi sento radical e basta».
In che senso?
«Nel senso di radicale perché sono stata pannelliana, ma anche perché ho fatto scelte impopolari. Ho lasciato un uomo disuccesso senza pretendere neanche il mantenimento pur essendo stata una separazione per colpa...».
Qualcuno sostiene che lei sia di sinistra.
«Lo sono stata e lo sono. Ho sostenuto Walter Veltroni e il sì al referendum costituzionale, mettendoci la faccia».
Da romana cosa pensa della Raggi?
«Ho votato per Roberto Giachetti. Penso che Roma sia una città ingovernabile e maleducata. È come una moglie affettuosa, ma sciatta. Sono felice che ci sia un sindaco donna, ma il senso di accudimento, proprio del genere femminile, non credo sia bastato fino a ora».