la Repubblica, 5 settembre 2017
Di cosa si parla a Miami: il fantasma del «Che» nella capitale degli anticastristi
Un poster di Ernesto Che Guevara esposto nell’aeroporto di Miami, in Florida, ha provocato un incidente diplomatico risolto, nel giro di una notte, con la rimozione del manifesto. Miami e Che Guevara sono come l’acqua e l’olio. Nella capitale americana dell’esilio anticastrista cubano, il guerrigliero argentino, amatissima icona mondiale del rivoluzionario, non è mai stato benvenuto. Tra un mese, il 9 ottobre, ricorre il cinquantesimo anniversario della sua cattura, e del suo assassinio, nella selva boliviana ma la collocazione del poster a Miami ha un’altra storia. Per celebrare l’inizio di un collegamento aereo diretto fra Dublino e Miami, l’ambasciata d’Irlanda negli Stati Uniti ha promosso una esposizione, “Gli irlandesi in America Latina”, con l’idea di mettere in risalto il contributo dei migranti irlandesi nella storia e nella cultura latinoamericana. Dall’apostolo dell’indipendenza cubana José Marti al padre Felix Varela. Guevara aveva ascendenze irlandesi dalla famiglia della nonna paterna, Ana Isabel Lynch, e nella mostra era previsto un poster bianco e rosso con il suo volto stilizzato e la scritta “Viva Che”, disegnato nel 1968 da Jim Fitzpatrick. Il manifesto di Che Guevara, insieme ad altri 27, è stato esposto solo nel breve volgere di una notte prima che l’ufficio del sindaco di Miami convincesse l’ambasciata irlandese a toglierlo “per rispetto alla comunità locale”.