Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 05 Martedì calendario

Al Nazareno c’è la cassa integrazione: niente sacrifici per i fedelissimi di Renzi

Comincia con la cassa integrazione l’anno (lavorativo) dei 174 dipendenti del Pd. La decisione era stata annunciata alla fine di luglio, ma le lettere sono arrivate qualche giorno fa. Il piano prevede percentuali diverse di Cig. La scelta è stata compiuta – come ammettono ai vertici Dem – privilegiando il settore considerato più strategico: ovvero, la comunicazione. Da sempre il pallino numero uno di Matteo Renzi. I 16 dipendenti che lavorano per la comunicazione sono al 10% di cassa integrazione (quindi hanno lo stipendio al 90%). Tra loro, ci sono 10 giornalisti, e l’ufficio stampa al completo. Proprio ieri il Pd ha lanciato il suo nuovo sito di informazione, online Democratica.com. Il dipartimento Organizzazione, invece, è tra il 25 e il 30%. A proposito di priorità. Non a caso, qualche giorno fa, il tesoriere, Francesco Bonifazi, replicava a chi, nel partito, sosteneva che a essere “salvati” sarebbero stati i più renziani: non è andata così, si è ragionato per settori. Con le dovute eccezioni, però. Le persone che lavoravano nelle segreterie dei politici (considerate sovrabbondanti) sono in Cig al 70%. Tranne le segretarie dello stesso Bonifazi e di Renzi. L’amministrazione è intorno al 30% (tranne figure come il capo del personale, Antonella Trevisonno, al 10%).
Tra i più penalizzati, i dipendenti della redazione web, che sono all’80%. Questo nonostante il fatto che i social siano considerati centrali. E allora? Proprio in virtù del fatto che la comunicazione è la priorità di Renzi, in larga parte, a partire proprio dai social, è affidata ad esterni. È un consulente, Alessio De Giorgi, quello che cura Matteo Renzi News, e che si è lasciato andare negli ultimi mesi a operazioni comunicative abbastanza ardite (tipo quando ha accostato il segretario a Francesco Totti). Consulente è il nuovo portavoce, Marco Agnoletti (che già lo seguiva a Firenze). Consulente è l’agenzia di comunicazione di Bari, Proforma, che sta rifacendo da capo l’immagine del Pd. Lavora al Cipe, Franco Bellacci, ma resta l’accompagnatore/factotum preferito di Renzi. Era quello che gli gestiva il profilo Twitter, per restare in tema. Lavora per Paolo Gentiloni, Filippo Sensi, ma continua a dare una mano anche al segretario Pd. Centrale è Benedetta Rizzo, ora arrivata in segreteria del Pd, che prima era a capo dell’agenzia Hdrà. Comunicatrice anche lei, è la donna delle relazioni, una sorta di cacciatore di teste di imprenditori e manager pronti a collaborare con il Pd. Anche lei, una comunicatrice. Una mano ai Dem la dà Francesco Nicodemo, che resta inquadrato a Palazzo Chigi. Fa l’autrice e produttrice televisiva, Simona Ercolani, ma al Nazareno si vede spesso. Il fotografo Tiberio Barchielli è rimasto a Palazzo Chigi con Gentiloni, ma agli scatti per il segretario non ha rinunciato. Nomi centrali di un drappello di fidatissimi di cui l’ex premier non può fare a meno.