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 2017  settembre 04 Lunedì calendario

Villa Mondadori diventa un B&B. «Era l’arma segreta di Arnoldo»

Quando ancora non era nessuno, in dialetto mantovano lo chiamavano «L’incantabiss», l’incantatore di serpenti. Non è un mistero che Arnoldo Mondadori, fondatore della storica casa editrice, si servisse della sua residenza a Meina sul Lago Maggiore per sedurre i grandi scrittori e poeti del secolo scorso e convincerli a firmare i suoi contratti. Ci sono passati Ernest Hemingway, Thomas Mann, Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e addirittura Walt Disney, che qui concordò la pubblicazione di «Topolino». Oggi quella villa, Casa Mondadori, diventa un B&B per fare rivivere ai suoi ospiti atmosfere e suggestioni che hanno segnato le vicende della grande casa editrice italiana.
La villa acquistata da Arnoldo nel 1925 è un «museo» incastonato di ricordi, fotografie, tracce. Gli ospiti possono alloggiare in tre suite all’interno di una casa che, in ogni angolo, restituisce alla memoria aneddoti e momenti cruciali per l’azienda e per la stessa famiglia Mondadori. Nel salone spicca il celebre camino autografato: tra gli altri Aldo Palazzeschi, Giorgio Bassani o Georges Simenon. Salendo la scala che porta alle stanze, si incontrano in bianco e nero, scalino dopo scalino, molti di quei volti che hanno fatto la storia delle letteratura italiana e straniera del Novecento e che sono stati fotografati nella villa. Dino Buzzati, Piero Chiara, Oreste del Buono, Mario Soldati, Salvatore Quasimodo, ma anche gli artisti Renato Guttuso e Francesco Messina.
Tra gli scatti, anche immagini di vita familiare, come il matrimonio celebrato qui dall’ultimogenita di Arnoldo e Andreina Monicelli (zia del regista), Cristina Mondadori, mancata due anni fa. Lo sottolinea il figlio Luca Formenton, presidente della «Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori» e del «Saggiatore»: «La migliore idea per tenere viva una casa è fare in modo che possa ospitare e accogliere, tanto più quando si tratta di una casa storica come quella che fu di mio nonno Arnoldo». Nella suite «Arnoldo Mondadori» ci si può addormentare dove dormiva il capostipite dell’azienda. Nella suite «Thomas Mann» si può viaggiare con l’immaginazione all’estate del 1947 (l’anno del «Doktor Faustus»), in cui lo scrittore abitò nella villa. Nella «Ernest Hemingway» si potrà brindare allo scrittore americano, sorseggiando il suo amato rhum.
La palazzina di cinque piani di Meina ha dependance, campo da calcio, serre, giardino, darsena e accesso sotterraneo alla piscina che affiora sulle rive del lago. La gestione è affidata a Paolo Bosacchi, amico di Pietro Formenton, terzogenito di Cristina: «Gli ospiti devono sentirsi a casa propria – spiega -. Fanno colazione nella sala in cui pranzavano Arnoldo e i suoi invitati, visitano il suo studio e la biblioteca, curiosano tra le foto e i quadri. Sarò felice di tramandare le storie che ho sentito raccontare da Cristina e dai figli».