La Stampa, 4 settembre 2017
Potente come il sole, le domande
Abbiamo chiesto di spiegarci cosa è una Bomba a idrogeno a Takao Takahara, professore dell’International Peace Research Association della Meiji Gakuin University di Tokyo. Si occupa di analisi tecnico-politica e relazioni internazionali, ed è esperto in questioni riguardanti arsenali non convenzionali e armamenti nucleari.
Cosa vuole dire bomba H?
«La Bomba a idrogeno, anche detta bomba termonucleare, è un ordigno basato sul processo di fusione nucleare che sprigiona una quantità di energia ben superiore ai tradizionali ordigni atomici. Questi ultimi, definiti nei manuali scientifici Bomba A, si basano esclusivamente sulla fissione nucleare. Nel caso della Bomba H invece il processo di fissione nucleare viene utilizzato come detonatore, in pratica viene usata come innesco una bomba atomica tradizionale la cui energia dirompente causa una fusione nucleare. L’intero processo dura nell’ordine di poche centinaia di nanosecondi».
Perché è soprannominata la bomba che funziona come il sole?
«Perché si basa sullo stesso processo che avviene per la liberazione dell’energia solare, ed è molto più potente rispetto alla bomba atomica sganciata su Hiroshima poiché l’energia rilasciata è maggiore».
Quanto maggiore?
«La sua potenza dirompente può essere anche più di mille volte superiore a quella degli ordigni sganciati su Hiroshima a Nagasaki nel 1945, quindi può cancellare anche diversi quartieri di una metropoli o una cittadina. Di questa portata fu quella utilizzata dagli Stati Uniti nell’ambito dei test denominato in codice “Castle Bravo” e condotto il 1 marzo 1954 sull’atollo di Bikini, nell’arcipelago delle isole Marshall. La sua potenza è stata stimata al pari di 15 megatoni, cioè 15 milioni di tonnellate equivalenti di tritolo».
Quale effetto si crea in termini di surriscaldamento?
«L’esplosione termonucleare produce un’onda di calore che può arrivare a milioni di gradi centigradi nell’epicentro, le stesse temperature del sole. Ed è seguita da un’onda d’urto che può propagarsi per chilometri e oltre all’emissione di radiazioni, al contempo si crea una potente onda elettromagnetica. La radioattività può permanere nelle zone interessate per molti anni».