Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 04 Lunedì calendario

1. CHE FINE HA FATTO ENZO BRASCHI? DAI PANINARI DEL ‘DRIVE IN’ AI NATIVI AMERICANI, SI OCCUPA SEMPRE DI TRIBÙ. CAMPA CON UNA PENSIONE MODESTA, SI DEDICA ANCHE AGLI UFO. 2. COME GRILLO LO SALVÒ DALLA CASSA INTEGRAZIONE QUANDO ERA UN COMICO D'INSUCCESSO

Era il Paninaro di Drive in, uno dei personaggi più indimenticabili del cabaret di Antonio Ricci. Oggi Enzo Braschi ha 68 anni e fa una vita completamente diversa da quella del mondo dello spettacolo, che non rimpiange.  "Non mi divertirei più. Ho sempre coltivato una grande passione, parallela al mondo della comicità, per i nativi americani", dichiara al settimanale Spy in edicola.

"Ho avuto il privilegio di accedere alla loro cultura, anche frequentando la riservatissima Cerimonia del Sole, e mi sono stati assegnati due nomi indiani ("Bisonte che corre" e "uomo il cui spirito si solleva al di sopra delle nuvole"). Ho deciso di portare avanti la loro cultura attraverso conferenze, seminari e libri, che non vendono perché troppo di nicchia. Ogni tanto mi chiamano per fare qualche serata di cabaret, ma difficilmente accetto".



Braschi si dedica anche allo studio degli ufo, altro argomento decisamente curioso,  e ha una pensione modesta, "forse troppo bassa per le tasse che ho pagato".

Braschi racconta anche un aneddoto sul suo amico Beppe Grillo, che gli presentò Antonio Ricci, capo del Drive in. "Avevo deciso di abbandonare il mondo della comicità perché, arrivato a trentatré anni, non ero ancora riuscito a sfondare. 'Antonio, dai una mano a Braschi sennò si ammazza', gli disse Grillo. Io non ero convinto di fare Drive In, ma l'alternativa era tornare a Genova in cassa integrazione".