Libero, 2 settembre 2017
Vendemmia flop: l’uva è scarsa, la qualità pure
L’accusa è di catastrofismo. Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, avrebbe dipinto un quadro fosco, peggiorando di gran lunga lo stato di salute dell’attuale vendemmia. «Parlare di questa stagione mi mette tanta tristezza», ha detto Cotarella, nel corso di un convegno che si è tenuto, ieri, a Camerano. «Ad oggi, la vendemmia registra dati negativi in tutte le regioni. E la situazione – ha proseguito dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, dove si sono celebrati i primi cinquant’anni della Doc del Rosso Conero – è ancora più pesante del -24% stimato qualche giorno fa».
La sofferenza patita dalle viti, oppresse dalla siccità prima dal caldo africano poi, non avrebbe avuto ripercussioni unicamente sui tempi di raccolta dell’uva, precoci quest’anno come solo nel 2003 sono stati. La qualità dell’acino sarebbe stata compromessa, irrimediabilmente a sentire le previsioni di Cotarella. «L’annata», aggiunge il presidente di Assoenologi, «è povera anche sul piano qualitativo». E poco serve tentare di indorare la pillola. Il caldo avrebbe finito per concentrare nell’acino la componente di zuccheri, mentre la sofferenza patita dalla vite ne avrebbe squilibrato gli elementi interni. «Il mio non è un de profundis», si è affrettato ad aggiungere Cotarella, liquidando così le accuse di pessimismo, «sono tutto meno che catastrofista, ma la situazione è questa e vi posso garantire che in Spagna e in Francia lo scenario è simile. In questo momento, a fronte di un innalzamento del grado zuccherino, riscontriamo un’altissima acidità. E questo è molto anomalo». Tanto anomalo da aver prodotto un dato insindacabile.
Benché siano tanti gli avversari di Cotarella, enologi di fama pronti a battersi per la bontà della tesi opposta, nessuno osa aprire discussioni sull’anormalità di questa vendemmia. «È stata un’annata climaticamente strana e anomala, di cui non ho ricordo nei miei cinquant’anni di lavoro», spiega Sandro Boscaini che in qualità di presidente di Masi Agricola, è annoverato tra i principali produttori di Amarone. Che tuttavia aggiunge: «Le qualità in generale sono buone», l’annata non negativa. A risentire del duro impatto climatico, stando a Boscaini, sarebbe stata la quantità del vebndemmiato «con percentuali di carenza, molto differenti da zona a zona, rispetto a un’annata media».
La tesi di una vendemmia povera quantitativamente ma ricca qualitativamente ha trovato fior di sostenitori anche in Emilia Romagna, dove la Coldiretti ha ribadito l’altissima qualità dell’annata 2017. Le condizioni anomale di quest’anno avrebbero causato un anticipo significativo della vendemmia. Tuttavia, il caldo e l’assenza di piogge, pur riducendo la produttività dell’uva, avrebbero finito per favorirne la qualità, a beneficio soprattutto dei vini rossi di cui alcuni esemplari potrebbero risultare da collezione.
«Aborro quando sento i miei colleghi parlare di annata del secolo. Gli enologi non devono seguire logiche di mercato né cercare di indorare la pillola. Non è utile a nessuno», conclude però Cotarella. Lo stato di salute della vendemmia 2017, ricca o povera, buona o cattiva, sarà a lungo materia di discussione. Ma altrettanto non può dirsi del cambiamento climatico in atto che mette d’accordo Boscaini, Cotarella, la Coldiretti. «Gli estremi climatici di quest’anno evidenziano la necessità di accelerare sulla ricerca in tema di varietà resistenti a calore e siccità», ha concluso il presidente di Masi Agricola.