la Repubblica, 3 settembre 2017
Eutanasia in Svizzera, era depresso. La Procura: «Istigazione al suicidio»
MILANO La lettera, spedita a ridosso dell’ultimo viaggio per Zurigo e arrivata ai Servizi sociali di Albavilla (meno di settemila anime nella Brianza comasca) quando tutto era già compiuto, era nitida e definitiva come un testamento. A meno di colpi di scena, l’autopsia e gli esami tossicologici confermeranno quanto messo nero su bianco da un ingegnere 62enne, andato a morire volontariamente in una struttura svizzera specializzata anche se la patologia di cui soffriva non era invalidante. Era depresso, l’uomo, viveva solo e senza parenti e la sua vicenda, raccontata ieri su La Provincia di Como, rischia di diventare una nuova frontiera umana e giudiziaria dopo quella che coinvolse DJ Fabo e il leader radicale Marco Cappato, a processo tra due mesi per aver accompagnato Fabiano Antoniani, tetraplegico e non vedente dopo uno spaventoso incidente d’auto, nell’ultimo viaggio. Dalla dolce morte, dal diritto a farla finita per evitare ulteriori insopportabili sofferenze, alla spina volontariamente staccata solo per male di vivere.
Se ne occuperà il pubblico ministero di Como Valentina Mondovì, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione o aiuto al suicidio. La salma del 62enne era tornata giovedì al di qua del confine, accompagnato da un laconico certificato: «Cause della morte non naturali». Un amico dell’uomo, che lo aveva accompagnato in auto fino a Chiasso dove poi l’ingegnere aveva preso il treno per Zurigo, sarà ascoltato dai carabinieri di Como che dovranno stabilire se il proposito di suicidio del 62enne fosse già lo scopo esplicito del passaggio. Ma saranno anche necessarie delle rogatorie internazionali per ottenere le cartelle cliniche dell’ingegnere, per accertare o escludere eventuali malattie ignote in questa vicenda. E consultarsi con le autorità svizzere, per definire competenze di giurisdizione e definire eventualmente i confini legislativi del suicidio assistito nella Confederazione e l’osservanza delle norme per applicarlo.
«Storia terribile che lascia senza parole – spiega il sindaco di Albavilla, Giuliana Castelnuovo – dalla lettera sembrava lucido, la prosa era impeccabile».