la Repubblica, 2 settembre 2017
«Vi presento Bocelli & Friends»
«È solo la lingua che fa eguali». Andrea Bocelli cita una frase di Don Milani come stella polare per la sua nuova iniziativa umanitaria. Sull’esempio dei concerti benefici del Pavarotti & Friends, da qualche anno il tenore toscano è sempre più impegnato nella raccolta di fondi da destinare a progetti di beneficenza. «Il Pavarotti & Friends è stato per me motivo di ispirazione, vocale, artistica, umana», conferma Bocelli. «Ne seguii la prima edizione da spettatore, nella seconda ero sul palco: da subito compresi che tanta strada, in materia di divulgazione, si poteva percorrere ancora, in quella direzione. E anche che la solidarietà rappresenta una delle risposte più efficaci alle disuguaglianze».
Icona del bel canto, Bocelli è uno degli artisti italiani più famosi al mondo. Arrivato al successo nel pop, coltiva sin da piccolo la passione per l’Opera: «È la mia musica da sempre», ci dice Bocelli al telefono da Forte dei Marmi, «quella cui dedico i miei studi e tutti i miei sforzi. Il 90 per cento della musica che propongo nei miei concerti è composto di brani d’opera o comunque dal repertorio classico. Anche se il pop e la musica classica non sono così lontani: l’esempio di brano che meglio ha coniugato vocalità classica e popolare è Mamma di Bixio, interpretata dapprima da Beniamino Gigli, poi ripresa da Pavarotti, da me e da tanti altri colleghi. È un esempio paradigmatico di come la voce di tenore sia stata messa al servizio di brani popolari. Ci sono romanze meravigliose che non appartengono a titoli operistici e che sono state scritte da autori come Leoncavallo e Puccini. Al contrario, rock e classica per me sono due mondi dissimili, lontani, ho i miei dubbi che sia utile o necessario sforzarsi per trovare una strada che li coniughi in qualche modo». Per il quarto anno consecutivo la Fondazione a lui intitolata si appresta ad organizzare un evento, la Celebrity Fight Night prodotta da Ballandi Multimedia, per la realizzazione di progetti educativi nell’isola di Haiti, dove sono state già realizzate cinque nuove scuole, e in Italia, con la ricostruzione a Sarnano, in provincia di Macerata, di un liceo crollato per il terremoto di un anno fa. Dopo i primi tre appuntamenti a Firenze, stavolta il concerto si terrà al Colosseo di Roma. «Sarà il culmine di una gara di beneficenza che accoglierà oltre 150 grandi donatori provenienti principalmente dagli Stati Uniti» sottolinea Bocelli. Al concerto, trasmesso il 15 settembre in prima serata su Rai1, assisteranno 300 spettatori. «L’abbiamo ideato io ed Elton John, che salirà sul palco insieme a me. Ci saranno, tra gli altri, anche Sharon Stone, Josè Carreras, il soprano sud-coreano Sumi Jo, il trombettista Chris Botti, il compositore David Foster, il leader degli Aerosmith Steven Tyler con la figlia, l’attrice Liv Tyler. La raccolta fondi avverrà attraverso sms: al numero 45523 chiunque potrà donare qualunque cifra e mi preme sottolineare come ogni contributo, anche modesto, sarà importante».
È negli Stati Uniti, dove Bocelli trascorre molto tempo, che la notorietà del tenore raggiunge il massimo: dal 2010 una stella con il suo nome brilla nella Hollywood Walk of Fame, nel 2011 al suo concerto al Central Park in prima fila c’erano l’ex presidente Usa Bill Clinton e Donald Trump, un suo fan della prima ora, che il 20 gennaio scorso lo voleva alla sua Festa di insediamento: «Avevo accettato l’invito. Poi però mia moglie ed io siamo stati investiti da un’ondata di lettere minatorie e di messaggi, alcuni dei quali di incredibile ferocia, tanto che mia moglie ne ha risentito psicologicamente, al punto di doversi ricoverare in ospedale». Di qui la decisione di rinunciare: «Sono andato nell’ufficio di Trump a New York con tutta la mia famiglia per spiegare quanto stava accadendo: non essendo un politico, non essendo americano e tantomeno in grado di condurre una battaglia da solo contro tutti, l’ho ringraziato ma ho declinato l’invito, onorarlo avrebbe nociuto sia a me che a lui». Tra i due c’è una conoscenza di lunga data: «Si è dimostrato gentile, negli anni, al punto di prestarmi il suo aereo privato per un tour negli USA. Per valutare il suo operato è necessario aspettare, ma tra Bill Clinton e Donald Trump, probabilmente avrei rinnovato la fiducia all’ex presidente, visto che aveva già governato e bene. Tra Hillary e Trump mi sarei sentito in imbarazzo a dover esprimere una preferenza».