la Repubblica, 2 settembre 2017
Effetto domino su 900 corsi ecco quelli non in pericolo. Domande & risposte
A COSA SI RIFERISCE L’ORDINANZA DEL TAR DEL LAZIO?
L’ordinanza si riferisce ai corsi a numero programmato decisi, come nel caso della Statale di Milano, a livello di singolo ateneo secondo criteri però non indicati dalla legge n. 264 del 1999 sulla programmazione degli accessi nelle università.
QUALI SONO I CORSI A NUMERO CHIUSO STABILITI DALLA LEGGE?
La legge fissa la programmazione a livello nazionale per gli accessi alle lauree di Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Architettura, Odontoiatria e Professioni sanitarie.
A questi si aggiunge Scienze della formazione primaria (corso istituito a norma della legge 34/1990). In questo caso il Miur decide ogni anno il numero di posti e le date dei test.
Sono i cosiddetti corsi a numero chiuso a livello nazionale. La stessa legge stabilisce anche i corsi che possono essere programmati negli accessi dalle università: quelli per i quali l’ordinamento didattico preveda “l’utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o di posti-studio personalizzati”; per corsi dove c’è l’obbligo di tirocinio in altre sedi da quelle universitarie. In questo caso i posti e le date dei test sono decisi dai singoli atenei e vengono generalmente chiamati corsi a numero programmato.
QUANTI SONO I CORSI CON LO SBARRAMENTO ALL’ACCESSO?
Nel 2016-17 (fonte Udu) i corsi ad accesso libero erano 2.718 (62%); quelli ad accesso programmato nazionale 715 (16,4%) e quelli ad accesso programmato locale 926 (21%). Di questi ultimi, secondo l’Udu, il 95 per cento – quindi oltre 900 – sarebbe a rischio.
PERCHÉ GLI ATENEI DECIDONO DI METTERE NUMERI CHIUSI A LIVELLO LOCALE?
Dal 2004 il Miur stabilisce con decreto (l’ultimo è di febbraio 2017) l’accreditamento dei corsi: si danno cioè i parametri, tra cui strutture e numero di docenti necessari in rapporto agli iscritti, per tenerli aperti. Criteri divenuti sempre più rigidi. Con il taglio dei finanziamenti e il blocco del turn over dei docenti le università si sono viste costrette a programmare sempre più gli accessi anche facendo riferimento non solo alla legge, ma ai criteri previsti per l’accreditamento.
QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE DOPO IL PRONUNCIAMENTO DEL TAR?
L’ordinanza, se confermata dal Consiglio di Stato, può fare giurisprudenza: i ricorrenti non hanno impugnato solo la delibera dell’Ateneo, ma il decreto sull’accreditamento.