Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 02 Sabato calendario

Politico conservatore, militare progressista: i due Cesare Borgia

Davvero un politico e militare cinico e spietato? Veramente l’incarnazione più fedele del «principe» di Niccolò Machiavelli nell’era di passaggio tra Medioevo e Rinascimento verso la modernità? Di Cesare Borgia, meglio noto come «il Valentino», nei secoli si è detto e scritto tanto. E lo storico militare Andrea Santangelo nella sua nuova biografia del «figlio illegittimo» di Papa Alessandro VI non rinnega affatto la visione tradizionale dell’ex cardinale senza scrupoli, lussurioso e crudele, spietato e assetato di potere, pronto a ogni tranello e congiura pur di raggiungere i propri obbiettivi. Ma la sua figura è arricchita e resa complessa nel tentativo di storicizzarla e inserirla nel suo tempo.
L’Italia di quegli anni è più divisa che mai tra oligarchie ancora profondamente feudali, signorie e principati all’avanguardia come i Medici a Firenze, facile preda dei poteri forti che la vogliono dominare da Francia e Spagna. E lui, per un attimo, ha l’illusione di poter unificare la Penisola sotto un solo governo, il suo, sostenuto dal precario equilibrio dell’alleanza tra Parigi e Roma.
Non ci riesce, fallisce, verrà imprigionato a lungo e alla fine morirà combattendo con la spada in mano come un mercenario al servizio degli stranieri. Una sorta di Garibaldi ante litteram, ma sfortunato, perdente.
Eppure il Borgia ebbe anche grandi capacità militari. Intuì con grande anticipo che gli eserciti dovevano adattarsi in fretta all’utilizzo massiccio della polvere da sparo, alle nuove artiglierie capaci di cambiare le regole degli assedi e dei campi di battaglia. «Fu un militare progressista e un politico conservatore», nota Santangelo, che non esita a mettere l’accento sul carattere sperimentale delle guerre combattute in Italia tra il 1449 e il 1559.
Terminava l’epoca della cavalleria, degli eroi solitari, nasceva quella delle fanterie armate di moschetto. Borgia era amato dai soldati per il coraggio personale e le capacità di condottiero. Ma alla fine fu vittima di chi seppe concludere alleanze segrete meglio di lui. E il papato, morto suo padre, non fu più pronto a seguirlo.