Gazzetta dello Sport, 4 settembre 2017
Kim fa scoppiare una bomba H sotto terra

Kim, il dittatore della Corea del Nord, ha fatto scoppiare una bomba H da cento chilotoni (cinque volte Hiroshima) a Punggye-ri, nella parte orientale del Paese, dove, a 700 metri sotto terra, c’è un tunnel tre metri per tre lungo un chilometro costruito apposta per far esplodere ordigni nucleari. Ne è venuto un terremoto di 6.3 gradi della scala Richter (come quello dell’Aquila, all’incirca), che s’è sentito anche nelle province cinesi prossime al confine nordcoreano: Liaoning, Jilin, Heilongjiang, Shandong. I sismografi hanno registrato, poco dopo, anche una seconda scossa, di forza 4.6. S’era creduto a un altro test nucleare, ma più probabilmente, secondo gli americani, si tratta di un collasso sotterraneo provocato dal primo scoppio. Aerei cinesi e giapponesi, poco dopo l’esplosione, si sono alzati in volo sul confine nordcoreano per verificare l’esistenza di radiazioni. Radiazioni, a quanto pare, non ce ne sono. L’annunciatrice Lee Chun-hee, diventata ormai una star internazionale, s’è presentata in video poco dopo mezzogiorno (ora locale) vestita con l’abito tradizionale del suo paese rosa e nero e ha annunciato trionfalmente che il test nucleare era perfettamente riuscito. Lee sarebbe in pensione (ha 74 anni), ma Kim, quando c’è un grande evento, la richiama apposta per farle dare l’annuncio. La nostra collega non dice semplicemente le notizie: le canta. E infatti, dopo il suo show, s’è sentita un coro che intonava l’inno «Quando la Corea decide di fare qualcosa la fa».
• Scoppierà la guerra?
Non so come, ma a questo punto potrebbe scoppiare. L’hanno chiesto a Trump, che s’era già esibito in un paio di tweet, e Trump ha risposto: «Vedremo». Questo «vedremo» mi pare molto più minaccioso del «fuoco e fiamme» gridato ametà agosto dopo un altro missile di Kim. Il presidente Usa vede i suoi collaboratori oggi, e qualcosa forse si saprà. Il segretario di stato Tillerson e qualche generale del Pentagono insistono per non chiudere la via diplomatica. Trump fa le mostre di crederci poco. Uno dei suoi tweet è stato indirizzato ai sudcoreani e al loro presidente Moon Jae-in. «Li avevo avvertiti, con quelli il dialogo non funziona». A maggio Moon, del locale partito democratico, è stato eletto alla presidenza della Repubblica dopo una campagna in cui s’era impegnato a riprendere il dialogo col Nord. Di fronte ai missili di Kim, sparati a ripetizione per tutto agosto, ha provato a far spallucce, col sottinteso «è tutta scena», ma alla fine ha dovuto ricredersi e ha preso a rilasciare dichiarazioni molto allarmate. Ieri ha convocato il consiglio di sicurezza del suo paese, alzato il livello dell’allarme, e dichiarato: «Pyongyang deve subire la più forte punizione possibile, che siano adottate misure diplomatiche e sanzioni capaci di isolare Kim dal resto del mondo».
• Che sanzioni? Mi ricordo che l’ultima volta i cinesi avevano ammonito che le sanzioni sono ormai inutili.
Un’idea è quella di non vendergli più il petrolio, in modo che collassi. Però sulle sanzioni di tipo economico voglio ricordare un precedente storico: l’attacco giapponese a Pearl Harbor nel 1941 fu una mossa disperata dei giapponesi messi all’angolo dalla guerra commerciale che gli stavano facendo gli Stati Uniti. Se l’obiettivo è quello di neutralizzare Kim ma senza scatenare una guerra nucleare bisogna andarci piano con le ritorsioni economiche.
• Il 90% dell’interscambio di Pyongtang è con la Cina. In definitiva il pallino ce l’ha Xi.
La Cina ha condannato con forza il test e ha ribadito che la Corea del Nord va denuclearizzata. La bomba H di Kim è anche un dispetto a Pechino: il presidente Xi ospita in questo momento Putin e i rappresentanti degli altri paesi del cosiddetto Bric, oltre alla Russia, il Brasile, l’India e il Sudafrica. Putin da Pechino, ha ammesso: il test nucleare è «profondamente destabilizzante», esso «dimostra il disprezzo da parte di Pyongyang dei divieti previsti dalla risoluzioni Onu e delle norme del diritto internazionali, fatto che merita la più forte condanna». Poi però ha fatto diffondere il testo di una sua conversazione col premier giapponese Shinzo Abe in cui si avverte che sul tavolo non ci sono vie d’uscita militari, ma esclusivamente politiche e diplomatiche. Gli altri rappresentanti dei Bric hanno pronunciato parole di condanna non dissimili.
• I giapponesi hanno la bomba atomica?
No. Glielo impedisce il trattato stretto con gli americani dopo la guerra. Niente atomica, ma gli Stati Uniti sono impegnati a difendere Tokyo e il Giappone da qualunque attacco. Il premier Abe ha definito il test nucleare di ieri «intollerabile». L’idea di non vendere più il petrolio a Kim viene dal suo capo di gabinetto, Yoshihide Suga.
• E la Corea del Sud l’atomica ce l’ha?
No, non ce l’ha neanche la Corea del Sud. Ma a quanto si capisce Trump ha in testa di far costruire la bomba H sia a Seul che a Tokyo.