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 2017  settembre 03 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL TEST ATOMICO DI KIMREPUBBLICA.ITBOMBA ALL’IDROGENOXIAMEN - Un terremoto del 6

APPUNTI PER GAZZETTA - IL TEST ATOMICO DI KIM

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BOMBA ALL’IDROGENO
XIAMEN - Un terremoto del 6.3 scuote la Corea del Nord e il timore che aleggiava come un incubo diventa realtà: Kim Jong-un ha lanciato un nuovo test atomico, il sesto, il primo da quando Donald Trump è presidente degli Stati Uniti e addirittura cinque volte più potente dell’ultimo, un’esplosione da cento kilotoni, quasi cinque volte Nagasaki.

L’inferno nella montagna di Punggye-ri è salutato da "un grande annuncio" che la tv di Stato programma alle 3.30 del pomeriggio domenicale di Pyongyang, le 8.30 del mattino in Italia, le 2.30 di notte a Washington e New York: "Abbiamo condotto con successo il test di una bomba all’idrogeno". E alla tv di Stato scatta la canzone superpatriottica: "Se la Corea decide di fare qualcosa, la fa". Condividi   Scatta l’allarme di Seul: il presidente Moon jae-in convoca il Consiglio di sicurezza e l’esercito sudcoreano alza il livello d’allerta predisponendo l’attivazione del "team di risposta" alla minaccia atomica.

Puntuale arriva il durissimo messaggio dei capi della Difesa coreana e americana: consideriamo "una risposta tutta militare". Il premier Shinzo Abe dice che il Giappone "non può tollerare" un altro test nucleare di Kim e manda in volo i jet a "sniffare" le possibli radiazioni e le autorità cinesi hanno già lanciato un "piano di emergenza" per realizzare "misure di controllo delle radiazioni" al confine nordorientale.

Anche la Cina avrebbe fatto sorvolare i sui jet al confine nordcoreano: gesto finora mai visto, la prima "risposta" a Kim, proprio mentre il potentissimo terremoto fa tremare anche il Nordest del Paese. La scossa si sente con forza anche a Vladivostok: Cina e Russia, i due potenti confinanti, ne sentono le conseguenze.

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Il mondo è in allarme ma non basta. Un secondo terremoto del 4.6 si ripete nello stesso sito: due incredibili, terribili test? O una conseguenza non voluta del primo? C’è già chi intravede l’incubo nell’incubo: crollo del tunnel nel sito di Punggye-ri, rischio di fuga di radiazioni. Arriva l’Usgs, l’osservatorio dei terremoti Usa a confermarlo: sì, è un collasso. Ma con quale effetto? Pyongyang assicura che non c’è stata nessuna radiazione.
  Condividi   Alcune ore dopo, il ministero per la tutela ambientale di Pechino fa sapere che non sono stati rilevati livelli di radiazioni inusuali nelle tre province cinesi vicine alla Corea del nord: Liaoning, Jilin e Heilongjiang oltre che in quella di Shandong.

L’unica cosa finora certa è che è sicuramente l’esperimento più grande di sempre, un botto superiore a quello degli ultimi due test atomici condotti lo scorso anno e arriva probabilmente "come risposta alla grande prova di forza e coordinamento dimostrata da americani, coreani e giapponesi", spiega alla Cnn l’ex attaché militare degli Usa, il superesperto Rick Francona.

L’esercitazione a colpi di jet e lanci di bombe al confine era arrivata dopo l’ultimo sorvolo di un Hwasong-12 sulla testa dei giapponesi ed era stata voluta proprio per mettere pressione a Kim. Che invece va avanti per la sua strada. La potenza del terremoto lascia presagire quella della bomba a idrogeno. L’ultimo test, quello di ottobre 2016, era stato valutato potente almeno quanto due deflagrazioni di Hiroshima: ora siamo oltre ogni limite.
 
La prima reazione degli americani è alzare la stima dello stesso terremoto: è del 6.3, dicono, mentre sudcoreani e cinesi in un primo momento avevano parlato di un tremore comunque potentissimo, da 5.3. La ragione di tanta violenza è presto spiegata. il Giovane Maresciallo avrebbe ripetuto un test all’idrogeno, già sperimentato l’anno scorso, anche se gli esperti internazionali a proposito si erano ancora una volta divisi. È più che una sfida, è più che una minaccia: il test viene condotto in pieno giorno, anzi proprio a mezzogiorno, e a poche ore dall’annuncio dei media di stato dell’ispezione di Kim all’istituto per le armi nucleari.

Le foto pubblicate dal Rodong Sinmun mostrano un nocciolone d’argento, quella che sembra appunto una mega Bomba H, la bomba all’idrogeno, capace di provocare un’esplosione termonucleare. I nordcoreani giurano che potrebbe valere "da dieci a centinaia di chilotoni" di potenza ed è pronta a essere "miniaturizzata" su un missile intercontinentale: come i due Hwasong-14 capaci di raggiungere gli Stati Uniti testati a luglio.
 
Quanto basta a far sobbalzare mezzo mondo: dall’America di Donald Trump, che poche ore prima si era intrattenuto al telefono con il premier giapponese Shinzo Abe, a quella metà che si chiama Brics e che proprio in queste ore si raccoglie alla corte dell’imperatore Xi Jinping, qui a Xiamen: da Vladimir Putin, che ha appena avvertito dei rischi di un "conflitto devastante", fino a Narendra Modi, tutti i cinque leader dei Bric (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) venuti a discutere di globalizzazione - proprio mentre Stranamore lancia la guerra nucleare?
  Condividi   Non è la prima volta che Kim Jong-un salta su un megaevento internazionale per farci una sorpresa: anzi. Il più scomodo vicino di Pechino ha già rovinato l’altra festa della globalizzazione con caratteristiche cinesi, il primo forum sulla nuova via della seta, lo scorso maggio nella capitale, togliendo la scena con un puntualissimo lancio all’arrivo di una trentina tra capi di stato e di governo. La data, anzi le date sono propizie: il 9 settembre, quindi ad horas, ricorre la fondazione della Repubblica popolare voluta da Kim Il-sung, il Kim primigenio della dinastia ormai alla terza generazione, e Pyongyang quando ha potuto l’ha festeggiata a modo suo. Dunque tutto secondo programma?
 
L’anno scorso due esperimenti nucleari puntarono già a questa nefasta direzione: il primo testando appunto l’H-bomb, la bomba all’idrogeno, il secondo dando vita - quindi morte - alla detonazione che gli esperti avevano definito la più forte di sempre, almeno due Hiroshima, con tanto di terremotone nelle caverne dei monti di lassù. Ora, la detonazione più forte di sempre. E adesso? Dice all’Ap l’esperto Adam Mount del Center for American Progress: "Vogliono farci capire che potrebbero lanciare un attacco termonucleare se vengono attaccati adesso". Se attaccati: perché in fondo Kim teme che Donald Trump possa fare "fuoco e fiamme" per primo, con un attacco preventivo.

È quello che ritiene anche il presidente del Council of Foreign Relations: "Testate nucleare, avanzamenti nei missili: vuol dire che gli Usa si stanno avvicinando velocemente a una scelta tra rispondere alle minacce attraverso la deterrenza o un attacco preventivo". Vuol dire che da questo momento in poi tutto, ma proprio tutto, è tragicamente possibile.

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REAZIONI
PYONGYANG - È un braccio di ferro e di follia. "Come risposta alla grande prova di forza e coordinamento dimostrata da americani, coreani e giapponesi" la Corea di Kim Jong-un ha effettuato l’ennesimo test atomico, il sesto dal 2006, il più potente. Immediate le reazioni del leader internazionali, con Trump che taglia corto con un "Vedremo" a chi gli chiede se gli Stati Uniti attaccheranno la Corea del Nord. E Putin che mette in guardia da azioni militari. In serata è arrivata poi la dichiarazione dell’Onu: "Il test nucleare è profondamente destabilizzante".

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Un’esplosione stimata in 120 chilotoni. Un chilotone è pari alla potenza generata dalla deflagrazione di mille tonnellate di tritolo, quasi 10 volte i 15 chilotoni di Little Boy, l’atomica di Hiroshima. Convenzionalmente si definisce bomba all’idrogeno o termonucleare un ordigno di potenza superiore ai 50 chilotoni e che in teoria non ha limiti. In media le bombe H montate sui missili o sganciate dai bombardieri strategici sono di 500 chilotoni. Il dittatore coreano continua soddisfatto e indisturbato a effettuare le sue prove di forza.

INFOGRAFICA Corea del Nord: i missili che spaventano il mondo

Il 29 agosto si è riunito il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma non è bastato. Per diverse ore Donald Trump non si è pronunciato, silenzio. Poi ha scritto una raffica di tweet. Nel primo ribadisce: "La Corea del Nord ha compiuto un imponente test nucleare. Le sue parole e le sue azioni continuano ad essere molto ostili e pericolose per gli Stati Uniti". Puntini puntini, conclude il presidente americano.

North Korea has conducted a major Nuclear Test. Their words and actions continue to be very hostile and dangerous to the United States.....

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 settembre 2017 Pochi minuti dopo riapre con gli stessi punti di sospensione e aggiunge: "... La Corea del Nord è una nazione canaglia, sta diventando una grande minaccia e un imbarazzo per la Cina che sta cercando di aiutare, ma con scarso successo".

..North Korea is a rogue nation which has become a great threat and embarrassment to China, which is trying to help but with little success.

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 settembre 2017 Dopo aver punzecchiato Pechino, il presidente Usa conclude con un pressante ’io li avevo avvertiti’, e cinguetta: "La Corea del Sud lo sta capendo adesso, io glielo avevo detto che il dialogo non funziona, che la Corea del Nord capisce una cosa sola".

South Korea is finding, as I have told them, that their talk of appeasement with North Korea will not work, they only understand one thing!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 settembre 2017 Poi, più tardi, il presidente Usa risponde con un minaccioso "Vedremo" a chi gli chiede se gli Stati Uniti attaccheranno la Corea del Nord. Trump lo ha detto uscendo dalla chiesa di St. John, dove si era recato con la First Lady Melania per la giornata della preghiera.

Ma non sarà facile per Trump mobilitare l’esercito, soprattutto dopo la presa di posizione di Putin (annunciata in una telefonata con il premier giapponese Shinzo Abe), che ammonisce: nessuna avventura militare, per la Corea del Nord serve una soluzione "esclusivamente politica e diplomatica".
 
Sta di fatto che il test di Pyongyang è stata una provocazione diretta agli Stati Uniti. Trump aveva minacciato il dittatore nordcoreano il 9 agosto scorso dopo l’ennesimo test missilistico. Il 22 agosto quando la Corea del Nord aveva rinunciato a colpire l’isola americana e le basi militari di Guam, Trump l’aveva preso come un segnale: "Kim Jong-un ha iniziato a rispettarci". Infine aveva chiarito che era inutile negoziare con Pyongyang che "prende in giro gli Usa da 25 anni".

Trump ha convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca e vedrà i suoi consiglieri nelle prossime ore per fare il punto. Intanto Il Tesoro americano preparerà la bozza per un pacchetto di nuove sanzioni più dure contro la Corea del Nord. Lo ha fatto sapere il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, sottolineando che "è chiaro che il comportamento" di Pyongyang è "completamente inaccettabile".

· REAZIONI INTERNAZIONALI
A reagire con veemenza l’ormai ex pacifista presidente sudcoreano, Moon Jae-inn. Pyonyang subisca la "più forte punizione possibile", ha chiesto. Che siano adottate "tutte le misure diplomatiche incluse nuove sanzioni Onu per isolarla completamente", ha aggiunto il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Chung Eui-Yong, al termine di un summit con i vertici militari, il presidente ed i membri del governo.

Il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in. Un’ora dopo il test nucleare c’è stata una telefonata "di emergenza" durata 20 minuti tra il consigliere per la sicurezza americana H.R. McMaster e il suo collega sudcoreano Chung Eui-yong. Lo fa sapere l’ufficio della presidenza della Corea del Sud

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Moon non intende fermarsi. Discuterà "lo schieramento dei più potenti asset strategici delle forze armate Usa", riferimento al ritorno delle bombe atomiche tattiche che Washington ritirò dalla Corea del Sud nel 1991. Gli Usa hanno ancora 28.500 soldati in Corea del Sud ed un imponente schieramento di mezzi terrestri, aerei e navali.

Aprendo la riunione del Consiglio sulla sicurezza nazionale convocato d’urgenza, Moon, ha detto che "la Corea del Nord ha commesso un assurdo errore strategico che porterà a un’accelerazione dell’isolamento dalla comunità internazionale per le sue ripetute provocazioni, come i lanci dei missili balistici intercontinentali (Icbm) e i test nucleari che non solo alzano la tensione sulla penisola coreana, ma mettono a rischio la pace globale"

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La Cina oggi ha messo da parte i toni più cauti e attraverso il ministero degli Esteri, ha "condannato con forza" il test nucleare. Anche Mosca - prima della telefonata di Putin con il premier giapponese - aveva "condannato fermamente" proprio mentre a Xiamen il presidente cinese Xi Jiping ospitava gli omologhi del ’Brics’ (Brasile, Russia, India, Cina e Sudaferica), tra cui lo stesso capo del Cremilino. L’agenzia Nuova Cina riporta che i due leader hanno concordato sulla necessità di "affrontare appropriatamente" l’ultimo test nucleare e hanno anche convenuto sulla necessità di "perseguire l’obiettivo della denuclearizzazione della penisola" e di mantenere comunicazioni e coordinamento molto stretti "per affrontare la nuova situazione". Bomba H Corea del Nord, l’annunciatrice tv: "Il test atomico è riuscito" Condividi   Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, generale H.R. McMaster, ha rassicurato il Giappone. Parlando al telefono con Shotarou Taniuchi, il direttore generale del locale Consiglio di sicurezza, ha ribadito di stare seguendo gli sviluppi in Nord Corea. Secondo il trattato di alleanza tra Usa e Giappone, Washington si impegna a difendere Tokyo in caso di aggressione. Gli Stati Uniti hanno inoltre esteso il loro "ombrello nucleare" all’isola nipponica, e potrebbero quindi ricorrere alla bomba atomica in risposta ad eventuali attacchi nordcoreani. Per Yoshihide Suga, capo di gabinetto del premier giapponese Shinzo Abe, una delle opzioni per rispondere al test missilistico di oggi potrebbero essere sanzioni che colpiscano il commercio di petrolio di Pyongyang.

Parole di condanna anche dall’India. Nuova Delhi ha definito "molto preoccupante", il nuovo test nucleare della Corea del Nord fatto "in violazione dei suoi impegni internazionali". In un comunicato il governo indiano sostiene che "questo va contro l’obiettivo della denuclearizzazione  della penisola coreana, accolto dalla stessa Repubblica democratica popolare di Corea". Rivolgiamo un appello alla Corea del Nord, si dice ancora, "ad astenersi da simili azioni che hanno un impatto negativo sulla pace nella regione ed oltre". L’India, conclude la dichiarazione, "conferma anche di essere preoccupata per la proliferazione delle tecnologie nucleari e missilistiche che ha avuto un impatto negativo sulla sua sicurezza nazionale".

A reagire anche la Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha telefonato alla cancelliera Angela Merkel in Germania e al premier Paolo Gentiloni in Italia. "Italia e Germania "condividono la posizione della Francia sulla necessità di una reazione internazionale forte di fronte al potenziale ulteriore sviluppo del programma nucleare nordcoreano". E’ quanto emerso dai colloqui telefonici, secondo quanto riferiscono fonti dell’Eliseo. "Tale reazione deve concretizzarsi soprattutto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e all’Ue, che dovrà adottare nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang", aggiungono le fonti.

Il Regno Unito ha definito il test "irresponsabile" e "sconsiderato" e ha avvertito che "tutte le opzioni sono sul tavolo". Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ha ripetuto lo stesso monito lanciato ripetutamente nei confronti di Pyongyang dagli Usa.

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Che la comunità internazionale debba reagire "con determinazione" è quanto sostiene anche la Norvegia: "Queste armi nucleari avrebbero effetti disastrosi se impiegati", ha detto il ministro degli Esteri di Oslo, Borge Brende. Secondo il ministro norvegese "la Corea del Nord è un Paese povero. È probabile che il suo presidente sia alla ricerca di soluzioni economiche o politiche". Preoccupata anche la Svezia: la situazione "volge al peggio" ha detto il ministro degli Esteri svedese, attualmente membro del Consiglio di Sicurezza, Margot Wallstrom.

L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini come il resto del mondo, ha sottolineato che "il messaggio dell’Ue è chiaro Pyongyang deve abbandonare il nucleare". Quella della Corea del Nord è "una grave minaccia alla sicurezza regionale e internazionale e al sistema mondiale di non proliferazione".

"Una nuova flagrante violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu" ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, chiedendo che Pyongyang metta "fine immediata" al suo programma atomico e balistico, in modo "completo, verificabile e irreversibile".

I strongly condemn North Korea’s nuclear test. #NATO calls on Pyongyang to abandon its nuclear program. https://t.co/jkZeUG6rqQ

— Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) 3 settembre 2017 Anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) si è pronunciata: gesto "estremamente deplorevole". "Chiediamo con forza che siano applicate tutte le risoluzioni" contro Pyongyang, ha dichiarato il capo dell’agenzia Yukiya Amano.

A dare annuncio è Ri Chun Hee, in servizio dal 1971, ufficialmente in pensione dal gennaio 2012 ma ripescata per ogni evento considerato di particolare rilevo. Dalla morte del padre fondatore del Paese, Kim Il-Sung, nel 1994, ai vari test nucleari. Dopo mesi di assenza, era tornata per dar notizie del lancio di un missile balistico intercontinentale. Oggi è riapparsa con indosso l’abito tradizionale coreano rosa e nero e sullo sfondo un’immagine del Monte Paektu, vulcano al confine con la Cina sacro ai coreani. VIDEO - TUTTI GLI ANNUNCI

Lee Chun-hee, la reporter in rosa che ha annunciato il lancio della bomba H La signora a mezzo busto in kimono rosa che ha annunciato al mondo il lancio della terrificante bomba H con alle spalle uno sfondo color azzurro cielo, si chiama Lee Chun-hee. Tra i volti più noti dell’emittente televisiva di Stato KCTV, la reporter nordcoreana è tornata davanti allo schermo il 6 gennaio, nonostante la pensione, per comunicare  "una notizia che avrebbe fatto sì che il mondo guardasse in alto verso il nostro forte paese nucleare".
Classe 1943, Lee Chun-hee è nata da una famiglia povera ed è stata cresciuta ed educata con i fondi del governo. Laureata in performance art, ha iniziato a lavorare alla Tv di stato dove è diventata caporedattrice nel 1974. Da allora, fino al 2012, anno della pensione, è andata regolarmente in onda per raccontare tutte le apparizioni pubbliche del leader Kim Jong-il, padre dell’attuale dittatore, e gli eventi importanti come il test nucleare del 2006, la morte di Kim Il Sung nel 1994 e di Kim Jong Il nel 2011. Il tono dei suoi annunci è sempre passionale, con varianti dal dolore al pianto, fino alla minaccia. In un’intervista rilasciata a una Tv cinese, ha affermato che: "Ogni reporter dovrebbe avere il suo stile per fare colpo sugli spettatori e adottare toni diversi in base all’argomento trattato". Il suo comportamento vivace e folkoloristico, le hanno regalato migliaia di ammiratori in rete e la creazione di diversi gruppi su Facebook. Ma quello per cui è maggiormente conosciuta all’estero è il timbro della sua voce, che un osservatore della propaganda nordcoreana, Brian Myers, ha avuto modo di definire "carico di scherno e odio"

RAMPINI
Bomba H Corea del Nord, Rampini: ’’Trump e l’inutile tattica dell’incertezza" Dopo il test sulla bomba all’idrogeno, Donald Trump deciderà un attacco militare contro la Corea del Nord? "La tattica di Trump è  mantenere l’incertezza, tenere tutte le opzioni sul tavolo, compresa quella militare". Una tattica che fin qui non ha riscosso "grandi risultati". Una risposta verrà  dal "National security council" che riunisce a Washington i massimi responsabili della politica estera e militare delgli Stati Uniti. Certo è che il Presidente americano ha sempre meno fiducia nella via diplomatica ed è irritato con Corea del Sud, Giappone e soprattutto Cina che "non fanno abbastanza" contro il dittatore di Pyongyang

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La Corea del Nord effettua il suo sesto test nucleare rivendicando il successo della detonazione di una bomba all’idrogeno modellata per poter armare un supermissile intercontinentale: la nuova sfida del leader Kim Jong-un al mondo è stata annunciata dalla tv statale Kctv ed è stata anticipata da un potente sisma “artificiale” di magnitudo 6,3, secondo l’istituto geologico americano Usgs. 

 

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Da subito è maturata l’irritata reazione di Seul e Tokyo, alla quale è seguita la dura risposta della Cina e Russia. Al risveglio degli Stati Uniti è arrivata anche la condanna del presidente Donald Trump:«Le parole di acquiescenza con la Corea del nord non funzioneranno. Capiscono una sola cosa» 

 

 

Trump: «Azione ostile e pericolosa per gli Usa»  

«La Corea del Nord ha compiuto un imponente test nucleare. Le sue parole e le sue azioni continuano ad essere molto ostili e pericolose per gli Stati Uniti...». Dopo qualche ora di attesa il presidente americano Donald Trump ha condannato su Twitter l’ennesima sfida nordcoreana alla Casa Bianca. E ha aggiunto due tweet che coinvolgono Seul e Pechino: nel primo scrive che «La Corea Nord è un Stato-canaglia ed è diventato una grave minaccia e fonte di imbarazzo per la Cina. Pechino sta cercando di aiutare ma con scarso successo». In quello dopo invece scrive: «La Corea del sud sta scoprendo che - come ho detto loro - le loro parole di acquiescenza con la Corea del nord non funzioneranno. Capiscono una sola cosa». Poco dopo Trump ha convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca per parlare dell’emergenza. Trump vedrà i suoi consiglieri nelle prossime ore per fare il punto sul test nucleare di Pyongyang, il primo dell’era Trump. In mattinata il generale McMaster, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, aveva avuto contatti con i suoi omologhi di Corea del Sud e Giappone. Nelle ultime ore i vertici militari di Seul e Washington si sono detti pronti a intraprendere azioni militari come reazione contro il governo di Pyongyang. Uscendo poi da una chiesa a Washington, a chi gli chiedeva circa la possibilità di attacca la Corea del Nord, il presidente Usa ha risposto: «Vedremo» 

 

 

Seul chiede una «forte punizione»  

La Corea del Sud, che ha alzato l’allerta, ha intenzione di chiedere più aspre sanzioni assicurando che farà tutta la pressione possibile sul Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché si arrivi all’isolamento «totale» di Pyongyang, in base all’esito della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale che ha annunciato l’ipotesi di accettazione di più armi tattiche dagli Usa. L’ormai ex pacifista presidente sudcoreano, Moon Jae -inn ha chiesto che la Corea del Nord subisca la «più forte punizione possibile» per il test di questa notte. 

 

Il Giappone pensa a sanzioni sul petrolio  

Il primo Paese a confermare il test è stato il Giappone e il suo premier Shinzo Abe ha definito la mossa «assolutamente inaccettabile». Yoshihide Suga, capo di gabinetto del premier, spiega che una delle opzioni per rispondere al test missilistico di oggi della Corea del Nord potrebbero essere sanzioni che colpiscano il commercio di petrolio di Pyongyang.  

 

 

Cina condanna “con forza” il test nucleare  

«Forte opposizione e ferma condanna». È questa la dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri della Cina che ha chiesto formalmente alla Corea del Nord di fermare azioni “sbagliate che possano aggravare ulteriormente la situazione”. In una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero, Pechino condanna con forza la condotta di Pyongyang, cui chiede di rispettare le risoluzioni dell’Onu. 

 

Anche la Russia condanna il test nordcoreano  

Il presidente russo, Vladimir Putin, chiede che venga trovata «una soluzione soltanto per via politica e diplomatica» riferisce il portavoce del Cremlino, dopo un colloquio di Putin con il premier giapponese Abe. Mosca è pronta a discutere della situazione al Consiglio di sicurezza Onu e in qualsiasi altro formato, ma rileva che le sanzioni non sono riuscite a ottenere l’effetto cercato. Anche il ministro degli Esteri russo condanna il test. Mosca esorta alla calma: «Questo test dimostra il disprezzo da parte di Pyongyang dei divieti previsti dalla risoluzioni Onu e le norme del diritto internazionali e questo merita la più forte condanna», si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca, secondo il quale «mentre assistiamo allo sviluppo delle condizioni, è imperativo mantenere la calma ed astenersi da azioni che potrebbero portare ad un’ulteriore escalation».  

 

Nato: condanna energica di test nucleare  

«Condanno energicamente il fatto che la Corea del Nord abbia condotto un sesto test nucleare. Si tratta di una nuova flagrante violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, chiedendo che Pyongyang metta “fine immediata” al suo programma atomico e balistico, in modo “completo, verificabile e irreversibile”, riprendendo il dialogo con la comunità internazionale. «Chiedo alla Corea del Nord di rispettare gli obblighi internazionali e di abbandonare tutte le minacce e azioni che contribuiscono alla tensione e all’insicurezza», ha proseguita Stoltenberg in una nota. 

 

Francia, Macron: l’Onu reagisca presto e con fermezza  

Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato «la nuova provocazione» della Corea del Nord e ha chiesto un «intervento unito e chiaro con la massima fermezza da parte dell’Onu». In una nota seguita all’annuncio del sesto test nucleare da parte di Pyongyang Macron ha rivolto un appello «ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinchè reagiscano velocemente a questa nuova violazione del diritto internazionale da parte della Corea del Nord». 

 

La Norvegia chiede una forte risposta  

Fra le prime reazioni europee c’è quella della Norvegia che ha esortato la comunità internazionale a reagire con forza al test nucleare effettuato stamattina dalla Corea del Nord. «Questo tipo di armi nucleari avrebbe effetti disastrosi se impiegato. Ecco perché la comunità internazionale deve reagire con determinazione», ha detto il ministro degli Esteri di Oslo, Borge Brende, alla tv pubblica Nrk, invocando «una soluzione diplomatica». Secondo il ministro norvegese «la Corea del Nord è un Paese povero. È probabile che il suo presidente (Kim Jong-un, ndr) sia alla ricerca di soluzioni economiche o politiche».