La Gazzetta dello Sport, 2 settembre 2017
L’Uefa apre un’indagine sul Psg per l’acquisto di Mbappé
Non poteva fare altrimenti l’Uefa che sulla storia del Psg e del fair play si gioca la sua credibilità. Non poteva che aprire un’inchiesta e così è stato: alla fine del mercato, il governo del calcio europeo comunica che indagherà su eventuali violazioni delle regole finanziarie. Il mercato spregiudicato dei francesi ha messo in allarme Nyon. Il futuro del fair play, ormai è chiaro, si gioca qui. E con il particolare quasi grottesco di una clausola che di fatto congela l’acquisto di Mbappé. Il Psg stellare inizierà a pagare dalla prossima stagione fino al 2020, ma solo a salvezza acquisita. Sì: salvezza.
LA SITUAZIONE Non ci sono giri di parole nel comunicato Uefa: «L’inchiesta sarà incentrata sulla conformità del pareggio di bilancio (break-even), in particolare dopo i recenti trasferimenti della finestra di mercato estiva». Quindi si fa riferimento all’acquisto di Neymar dal Barcellona (222 milioni) e a quello di Mbappé dal Monaco (145 milioni più 35 di bonus). In realtà quello di Mbappé è un prestito con obbligo di riscatto che scatterà alla salvezza del Psg, per non gravare sul bilancio di quest’anno: ma l’Uefa, guarda un po’, sospetta che si tratti di una manovra per sfuggire alle regole che non consentono al Psg di aumentare un deficit già fuori dai parametri. Nyon vuole vederci chiaro: giudica inusuale un prestito per un giocatore da 180 milioni. Anche se lo stesso Monaco potrebbe ricordare che è conveniente prestare perché quest’anno ha già guadagnato tanto dal mercato e quindi pagherebbe troppe tasse. Il problema è che la clausola dipende da un risultato sportivo disarmante. Con Neymar, Cavani e lo stesso Mbappé difficile immaginare altro traguardo che il titolo. E poi l’Uefa non può dirlo ufficialmente, ma i conti del Psg sono un po’ sballati anche senza Mbappé: già con Neymar non si capisce come il club del Qatar possa rispettare i parametri. Per questo la commissione vuole certezze, considerando sempre il fatto che il Psg ha un anno per rimettersi in pista. Come? Aumentando le entrate (ma non è che gli sponsor possano centuplicarsi) o vendendo i suoi big.
IL RISCHIO Naturalmente tutto dovrà passare per l’analisi dettagliata del bilancio. L’Uefa vuole dal Psg documenti ufficiali. «Nei prossimi mesi – è scritto nella nota – la Camera Investigativa dell’Organo di Controllo Finanziario si incontrerà regolarmente per valutare attentamente tutta la documentazione relativa a questo caso». Se il Psg ha davvero sforato, un rimprovero e una punizione di quelle soft (due giocatori in meno nella rosa di Champions...) decreterebbero la fine del fair play. Da domani liberi tutti. Ma se il presidente Ceferin ha davvero in mente di implementare le regole con luxury tax, salary cap e altro, non può lasciar passare.
LA REAZIONE Il Psg però si dice «stupito» dell’inchiesta e si difende ricordando come il 23 agosto, il d.g. Jean Claude Blanc abbia presentato «nel dettaglio in sede del Psg per più di tre ore agli esperti dell’Uefa, tra cui Andrea Traverso, responsabile del fair play finanziario, elementi cifrati che dimostrano che le operazioni con il Barcellona e quella, allora in corso, con il Monaco rispettano le regole» anche per il 2017-18. Integrando poi con altri dati su Mbappé il 31 agosto. Il Psg, che annusa aria di vendetta da parte dei big club europei, sostiene di aver già migliorato i conti di 104 milioni con la cessione di vari giocatori, e prevede un aumento di introiti fino al 40%. Escluse future cessioni, già da gennaio. Di fatto, il Psg sta già ammortizzando i 180 milioni e l’ingaggio da 18 milioni per Mbappé, ma il bonifico al Monaco sarà spalmato su due stagioni. Salvezza permettendo.