La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2017
Fognini cacciato dagli Us Open. E adesso rischia tutti gli Slam
Al suo arrivo a Flushing Meadows, sembrava un mezzogiorno come un altro per Fabio Fognini (allenamento per il terzo turno di doppio di oggi in coppia con Simone Bolelli), senza sapere che presto si sarebbe trasformato in un mezzogiorno di fuoco. Ignaro del colpo di machete che lo avrebbe cacciato dal torneo pochi minuti dopo, messaggiava sereno sul cellulare.
CHE BOTTA È stato un colpetto sulla spalla di un impiegato degli Us Open che gli ha indicato l’ufficio di Brian Earley, direttore del torneo, a spegnergli sorriso e serenità. Ci è entrato con il suo passo indolente e le porte si sono chiuse. Dieci minuti di colloquio, poi la comunicazione ufficiale: sospeso provvisoriamente dal torneo, e quindi cancellato anche dal doppio, e privato dei premi vinti (72.000 dollari, 50.000 in singolare e 22.000 in doppio) e dei punti. Costano cari gli insulti alla giudice di sedia svedese Engzell nel match contro Travaglia: la provvisorietà significa semplicemente che il Board dello Slam sta ancora indagando il ligure per «comportamento aggravato» e «condotta contraria all’integrità del gioco», violazioni gravi che potrebbero addirittura portare a una sospensione definitiva dagli Slam e a 250.000 euro di multa. Anche la Federtennis si muove: il porcuratore federale Arianna Terzulli ha aperto un procedimento e ascolterà il giocatore.
LA REAZIONE Non la prende bene il Fogna, che ieri era stato multato di 24.000 dollari per comportamento antisportivo. Quando vede nelle vicinanze un giornalista italiano, lo minaccia: «Quel telefonino te lo spacco in testa». Il mercoledì nero rischia di oscurargli il futuro. A un certo punto del secondo set contro Travaglia, per una chiamata poco chiara, si era rivolto alla giudice di sedia con parole pesantissime. Forse pensava di farla franca, ma nell’età dei social è dura. Così quasi subito era circolato un video, che aveva fatto ben presto il giro del mondo, in cui l’audio (le frasi in italiano) non gli lasciava scampo. Persino un collega argentino aveva chiesto lumi sulla traduzione di quelle scurrilità. Fabio si era scusato e venerdì era tornato di malavoglia su quanto successo: «Quando uno sbaglia chiede scusa, poi non dipende da me se le scuse sono accettate o meno. Tutti commettono errori, giornate storte ne ho avute e ne avrò ancora come tutti gli esseri umani. Poi, però alcuni diventano moralisti e quello è un altro discorso». Ma era chiaro fin da quelle ore che gli organizzatori non si sarebbero accontentati di una multa, anche per il passato non proprio immacolato di Fabio (nel 2014 frasi razziste al serbo Krajinovic a Amburgo e nello stesso anno 27.500 dollari a Wimbledon per intemperanze).
I PRECEDENTI L’ultimo italiano a essere espulso da un torneo fu Stefano Pescosolido nel 1992 a Sydney. Il laziale prima sbatté a terra la racchetta e poi le diede un calcio: per sua sfortuna colpì una spettatrice. L’ultimo episodio è recente. Ha avuto per protagonista il giovanissimo Denis Shapovalov, una delle rivelazioni del torneo, che a febbraio scagliò per rabbia ma involontariamente la pallina contro il giudice di sedia del match di Davis del suo Canada contro la Gran Bretagna, con immediata squalifica. Fra le mancanze di Fabio c’è anche il «warning» che non dà al collega di doppio. Bolelli è in campo ad allenarsi con Seppi e non sa nulla. «Come espulso dal torneo?», dice stupito. «È ufficiale?», s’informa. «Beh, io ero qui a giocare, ero rimasto ai 24.000 dollari di multa. Non so altro». Vittima inconsapevole delle follie del socio.