La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2017
Valentino Rossi è già a casa. Adesso inizia la rincorsa ad Aragon
Corre Valentino Rossi, anche con le stampelle. Venerdì aveva mosso i primi passi a poche ore dell’intervento alla gamba destra, davanti al professor Raffaele Pascarella, il primario di ortopedia dell’ospedale Umberto I di Ancona che lo aveva operato nella notte. Ieri di buon’ora, dopo la visita di controllo, l’ok: «Valentino, torni a casa». Era la notizia che Rossi aspettava con ansia, dopo avere iniziato il giorno prima l’opera di persuasione nei confronti dello staff medico che avrebbe preferito prolungare di una notte il ricovero.
OBIETTIVO ARAGON Ma le sensazioni avvertite sin dal risveglio di venerdì e la buona condizione della gamba, operata con l’inserimento di un chiodo intramidollare nella tibia, hanno dato un’accelerata verso la dimissione del paziente, scalpitante per tornare a casa e iniziare a pianificare il ritorno. Con Carlo Casabianca, il suo preparatore, i fisioterapisti e la Yamaha. In mente, una data precisa: il GP di Aragon del 24 settembre. «Visto il tipo di frattura i tempi possono essere accorciati, vero?» è stato chiesto ai dottori venerdì.
PALLA DI CRISTALLO «Ha camminato con due bastoni nella sua stanza e, viste le buone condizioni, abbiamo deciso di dimetterlo» ha spiegato il dottor Pascarella. Che se venerdì aveva parlato di 30-40 giorni di riposo ieri, di fronte all’entusiasmo e alla carica di Rossi, si è tenuto più vago sui tempi di recupero. «Le decisioni sono le sue, io faccio il dottore, la palla di cristallo non me l’hanno ancora regalata» ha risposto con humor lo specialista.
CARICA La magica sfera non ce l’ha neppure Valentino, ma una feroce determinazione sì. «Lo vedi e non pensi che sia uscito da poche ore da una sala operatoria. Ha una carica pazzesca» raccontava venerdì pomeriggio Matteo Flamigni, il suo telemetrista, venuto a salutarlo. Come Lin Jarvis, il responsabile Yamaha, e come ieri hanno fatto a Tavullia anche il team manager Maio Meregalli e Silvano Galbusera, il capotecnico che Rossi ha iniziato a conoscere professionalmente il 7 luglio 2010 quando, a 32 giorni dall’incidente del Mugello in cui si ruppe tibia e femore della gamba destra, effettuò il primo test con la Superbike di James Toseland, replicato 5 giorni dopo, il 12 luglio, a Brno, nella prova che decretò l’ok alle gare: il 16 luglio al Sachsenring, a 43 giorni dall’incidente, arrivò un gran 4° posto dietro Stoner.
CONDIZIONI I medici tacciono e l’entourage di Rossi si limita a sorridere quando si chiede dei tempi di recupero. Ma considerando che la frattura era scomposta ma non esposta; che la gamba già venerdì sera era molto sgonfia;che nella caduta non ci sono stati danni muscolari; e che con l’inserimento del chiodo la frattura è già stabilizzata, chi oggi scommette contro il ritorno di Vale in Spagna a 22 giorni dall’operazione, è forse destinato a perderla.