Il Sole 24 Ore, 3 settembre 2017
Turismo, un’estate da 22 miliardi. Da giugno a settembre record di spesa, arrivi e presenze
Qualche nota stonata c’è stata – il terremoto di Ischia, con il conseguente 30% di disdette – ma dipendeva da cause di forza maggiore, perché la natura non si controlla. Nel complesso l’estate del turismo ha “suonato” benissimo per le orecchie del sistema ricettivo nazionale e del relativo indotto: performance di arrivi e presenze in crescita del 2% rispetto a quelle, già positive, dello stesso periodo del 2016.
La stagione è ancora in corso, resoconti ufficiali non sono al momento disponibili ma il quadro che si coglie dalle elaborazioni del Sole 24 Ore sui dati di Federturismo e Federalberghi appaiono inequivocabili: da giugno a settembre esercizi alberghieri ed extra-alberghieri della penisola hanno registrato 48,3 milioni di arrivi e 208,7 milioni di presenze, confermando l’estate stagione per eccellenza del turismo in Italia. Con una coda molto interessante sul mese di settembre, salutato da 12 milioni di turisti, tra cui 5,1 milioni di italiani (42,6%) e 7 milioni di stranieri (57,4%). La stagionalità si sta insomma allungando proprio al nono mese dell’anno, ormai in costante crescita: negli ultimi sei anni gli arrivi sono aumentati di oltre il 21% (+30,5% per gli stranieri e +10,6% per gli italiani).
Tornando al quadro complessivo dell’estate, il giro d’affari complessivo arriva 22 miliardi, in aumento del 2,2% rispetto ai 21,5 miliardi dell’estate 2016. Segno che per il sistema ricettivo la ripresa è ormai strutturale. Rispetto al totale degli arrivi prevalgono leggermente i visitatori italiani (51%) ma gli stranieri esercitano un peso sempre più preponderante. E qui tocca tirare in ballo ancora una volta le dinamiche geopolitiche che hanno portato l’Italia, percepita come destinazione sicura, ad avvantaggiarsi dell’uscita dal mercato di storici competitor quali Tunisia, Egitto e Turchia, divenuti politicamente instabili a causa dell’allerta terrorismo. Italia che recupera appeal anche rispetto alla Francia, nazione spesso nel mirino dei fondamentalisti islamici: le previsioni per fine 2017 dicono Bel Paese secondo in Europa per numero di presenze dietro alla Spagna e davanti ai cugini d’oltralpe.
Il sistema dell’accoglienza si è rimesso a marciare con continuità e ne beneficiano tutti gli attori della filiera. «Una promozione a pieni voti è il bilancio di Federturismo per quest’estate» nella quale, secondo il presidente Gianfranco Battisti, «più di 24 milioni di italiani sono rimasti in Italia e di questi sette su dieci hanno scelto mare e spiaggia, in particolare le località balneari pugliesi, siciliane, sarde e romagnole, seguite dalla montagna e dalle città d’arte. Il Belpaese è stato anche la destinazione preferita da tedeschi, francesi, inglesi e americani con un incremento del 3% rispetto all’anno scorso.
Ma la vera novità dell’estate si è rivelata l’advance booking» ossia la cara vecchia prenotazione anticipata, cresciuta di addirittura il 15% e, «a conferma delle previsioni di inizio stagione – prosegue Battisti – l’aumento rispetto all’anno scorso delle prenotazioni per il mese di settembre». Fenomeno favorito dalle tariffe più basse e dal clima spesso ancora molto favorevole, soprattutto al Sud».
Se la ripresa è strutturale, giusto investire per farne crescere gli effetti. «Per sfruttare al meglio questo filone – sottolinea il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – occorrono adeguate politiche di destagionalizzazione. Gli alberghi fanno da sempre la propria parte, adottando durante la bassa stagione politiche di prezzi flessibili, ma occorre l’impegno di tutta la filiera, dai negozi a servizi, trasporti e attrazioni, affinché le località restino “aperte” più a lungo, offrendo condizioni attrattive, e il sostegno delle istituzioni, per incentivare il turismo in bassa stagione e per alleviare il peso degli oneri fiscali e contributivi a carico delle imprese». Bocca cita due esempi «che abbiamo registrato con favore e che confidiamo vengano imitati: la politica di prezzi annunciata recentemente dagli Uffizi» (20 euro da marzo a ottobre, 12 euro da novembre a febbraio, ndr) e «la settimana dello sport che la regione Piemonte ha realizzato per avvicinare i giovani e le famiglie agli sport invernali e al turismo sulla neve».
Il “prodotto Italia” adesso è forte anche perché ha il vento a favore. Con politiche adeguate lo resterà anche quando cambierà il vento.