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 2017  settembre 02 Sabato calendario

Calciomercato super da 4,3 miliardi. Alla Premier League il primato per gli acquisti

La Premier League alza nuovamente l’asticella della spesa sul mercato calcistico, portando l’Europa in una posizione egemone dopo i tentativi cinesi di inserirsi nella classifica dei big spender. L’estate basta ai club del vecchio continente per superare la soglia dei quattro miliardi di spesa: poco più di 4,3 miliardi, quelli investiti tra Premier, Serie A, Liga, Bundesliga e Ligue 1, quest’ultima divenuta terza “forza” sul mercato internazionale con l’affare Neymar.
E non c’è Mbappé a inflazionare ulteriormente una graduatoria in cui la Francia e il Paris Sant-Germain avrebbero potuto fare la voce grossa: il diciottenne wonder-boy d’Oltralpe, formalmente, è passato dal Monaco ai parigini con la formula del prestito. Una volta esercitata l’opzione da 180 milioni, il giocatore sarà definitivamente di proprietà del club della capitale, capace di investire in questa sessione di mercato una somma pari a 238 milioni di euro. Quasi tutti per Neymar, che per liberarsi dal Barcellona ha reso necessario un conguaglio di 222 milioni, tanto da scatenare polemiche relative al fair play finanziario (la Uefa ieri ha annunciato l’apertura di un’indagine) e all’escamotage adottata dalla proprietà qatariota del Psg pur di metterlo sotto contratto e utilizzarlo come testimonial per i Mondiali del 2022. A questi si aggiungono, quasi inosservati, i 16 milioni spesi per il terzino Berchiche. Non c’è Mbappé, come già detto, ma il Monaco ha preferito reinvestire subito la cifra che verrà incassata dal riscatto dell’attaccante (oltre che dalle altre cessioni): Keita per 30 milioni e Tielemans per 25 completano il podio di spesa in Ligue 1, che nel complesso ha avuto una spesa da 677 milioni.
La pole, però, spetta sempre alla Premier. Lì dove il Monaco, appunto, è riuscito a piazzare gli altri pezzi pregiati in uscita. Due di questi, Mendy e Silva, al Manchester City, ovvero al club che più di tutti ha speso sul mercato in questa sessione: 224,3 milioni di euro, con i due gioielli prelevati dal Principato per 107,5 milioni e in mezzo i 51 milioni messi sul piatto per Walker. L’acquisto più costoso arriva però dall’altra sponda di Manchester, con gli 84,7 milioni versati dallo United nelle casse dell’Everton per Lukaku.
L’investimento più oneroso sul mercato straniero invece lo ha fatto il Chelsea, che per prelevare Morata dal Real Madrid ha speso 65 milioni, una base destinata ad aumentare tra bonus e clausole. In totale, i club della massima serie inglese hanno messo sul mercato 1,57 miliardi di euro solo per quanto riguarda l’acquisto dei cartellini in questa sessione di mercato (senza dunque prendere in considerazione eventuali riscatti futuri). Un record per quanto riguarda la finestra estiva e quasi un record se si analizza l’intera stagione: lo scorso anno, per superare il miliardo e mezzo di spesa, bisognò attendere gennaio, quando i club d’Oltremanica chiusero la campagna trasferimenti investendo 1,63 miliardi. Una soglia che verrà superata con ogni probabilità tra qualche mese, quando la Premier riaprirà le liste per il mercato invernale.
Fa un balzo in avanti anche la Serie A, che nella sola finestra estiva ha già speso più di quanto investito nell’intera stagione passata. Nel campionato 2016/17 le società italiane hanno pagato circa 810 milioni in cartellini, mentre già adesso la spesa è di 894 milioni, spinti soprattutto dagli investimenti compiuti dal nuovo Milan di Yonghong Li: 194,5 milioni di spesa per i rossoneri, che hanno piazzato il colpo più costoso della stagione (Bonucci per 42 milioni) e salgono sul podio con André Silva (38 milioni) alle spalle del neojuventino Bernardeschi (40 milioni). Quanto basta per portare la Serie A alle spalle della Premier per soldi messi sul mercato, unico torneo ad aver raggiunto la soglia degli ottocento milioni e, considerando futuri riscatti, arrivando ad una proiezione di spesa che valica il miliardo di euro per la prima volta nella storia del calcio italiano. È chi ha guadagnato di più, paradossalmente, a non aver partecipato all’aumento del livello di spesa. Almeno, non fino al gong del mercato. Perché la Liga ha posticipato la chiusura della campagna trasferimenti di ventiquattro ore rispetto alle concorrenti europee, ma senza comunque raggiungere picchi di spesa tali da avvicinarsi alla Serie A o alla Ligue 1, prime inseguitrici della Premier League per investimenti sul mercato. Anzi, i club della massima serie spagnola si avviano a chiudere il mercato estivo con un saldo positivo tra entrate e uscite, avendo speso “solo” 557 milioni a fronte di 687 milioni ricavati dalle cessioni. Il Barcellona, forte dei 222 milioni arrivati dalla vendita di Neymar, ha reinvestito quasi interamente la cifra sul mercato, con una spesa complessiva di 192,5 milioni a poche ore dalla chiusura delle liste. Oltre metà della somma è stata versata per Dembelé del Borussia Dortmund (105 milioni), club che invece ha usato maggiore parsimonia nell’investire quanto ottenuto dalle cessioni. Perché se è vero che la Bundesliga ha sorpassato la Liga in quanto a spese complessive (609 milioni di euro), è altrettanto vero che la superpotenza tedesca sul mercato rimane il Bayern con i suoi 103,5 milioni. A Dortmund preferiscono trovare nuovi Dembelé a cifre meno clamorose.