Corriere della Sera, 1 settembre 2017
Mi scappa la pipì
Complimenti alle forze dell’ordine per la brillante operazione con cui, certamente dopo un lungo appostamento, hanno sorpreso in piena notte due ragazzi delle Cinque Terre nell’atto di estrarre l’arma di ordinanza per liberare in mare le eccedenze liquide della giornata. Colti in fallo, i debosciati si sono arrampicati sui muri del vittimismo. Dicono di avere invano cercato un bar aperto, prima di arrendersi alle ragioni della prostata, e di avere scelto l’angolo più buio del molo. Si sono quasi vantati di averla dispersa in mare, dove sarebbe andata a confondersi con quella depositata durante il giorno da migliaia di bagnanti. Ma si tratta di sofismi belli e buoni. Mentre la legge è legge ed è calata sui reprobi come una mannaia giustamente esosa. Tremilatrecento euro di multa cadauno. Nei bagni di un Grand Hotel il costo della pratica sarebbe stato decisamente più economico.
Sono vicende come questa che consolidano la nostra fiducia nelle istituzioni. Debellata la piaga degli incontinenti delle Cinque Terre, il più è fatto. Per salvaguardare il pubblico decoro, ora non resta che applicare lo stesso trattamento agli stranieri e agli indigeni che innaffiano in pieno giorno i muri delle case, si fanno lo shampoo nelle fontane e bivaccano come lanzichenecchi nelle piazzette dei centri storici, e agli amanti allergici alla privacy che per tutta l’estate si sono accoppiati in spiaggia e finanche sulle metropolitane. A immaginare le implacabili retate dei prossimi giorni, più che la pipì scappa da ridere.