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 2017  agosto 04 Venerdì calendario

Hiv, i sei Paesi dove si combatte la vera guerra contro la malattia

Argentina, Guatemala, Namibia, Nicaragua, Uganda e Zimbabwe. Potrebbero essere queste le aree del mondo dove, in un prossimo futuro, si combatterai! no le battaglie più aspre deformai quasi quarantennale guerra contro l’Hiv.In questi sei Paesi, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha appena rilevato percentuali di resistenza alla terapia antiretrovirale superiori al 10 per cento, documentati nell’Hiv Dmg Resistance Report 2017.
Significa che un paziente su dieci non trarrà alcun beneficio dai trattamenti e sarà incapace di controllare la malattia. Ma anche che potrà essere asua volta veicolo di trasmissione di un ceppo di virus contro cui i trattamenti non funzionano.
Se non verranno presi subito provvedimenti, secondo l’Oms, come conseguenza della diffusione della resistenza ai farmaci si verificheranno almeno 135 mila decessi e 105 mila casi di malattia in più nei prossimi cinque anni. Inoltre i costi dei trattamenti potrebbero crescere di 650 milioni di dollari.
La questione non è da sottovalutare: dei 36,7 milioni di persone che vivono con l’Hiv nel mondo, quasi 20 riescono a ottenere le terapie. È una quota enormese raffrontata al passato, che ha consentito di dimezzare i decessi per Aids passati da 13 milioni nel 2005 a poco più di un milione nel 2015.
Tuttavia, di pari passo alla diffusione dell’accesso alla terapia antiretrovirale sta crescendo il fenomeno della resistenza ai farmaci.
«Si sviluppa quando le persone non aderiscono adeguatamente ai piani di trattamento prescritti, spesso perché non hanno adeguato accesso a trattamenti e assistenza di qualità. Le persone con resistenza ai farmaci per l’Hiv vedono fallire la terapia e possono trasmettere virus resistenti ai farmaci agli altri. I livelli di Hiv nel sangue cresce, finché non cambiano regime di trattamento che può essere più costoso e in alcuni Paesi può essere difficile daottenere», spiega l’Oms.
È esattamente quel che sta succedendo.
«Il fenomeno delle resistenza ai farmaci antimicrobici è una crescente sfida per la sanità pubblica e lo sviluppo sostenibile», ha detto il neo direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Abbiamo bisogno di rafforzare l’impegno contro l’aumento dei livelli di resistenza ai farmaci contro l’Hiv se vogliamo raggiungere l’obiettivo di azzerare i casi di Aids entro il 2030».
Ma quell’obiettivo sembra allontanarsi sempre di più, soprattutto ora che la lotta globale all’Aids sembra vedere ridimensionarsi l’impegno di uno dei partner più importanti: gli Usa.
Nei mesi scorsi l’amministrazione Trump ha annunciato di voler tagliare di quasi 1 miliardo e mezzo di dollari le risorse destinate ai programmi intemazionali d; sostegno alla lotta all’Hiv/Aids. Risorse che oggi garantiscono l’accesso ai farmaci e ai contraccettivi nelle aree più disagiate del pianeta.
Secondo ricercatori e associazioni, se ciò avvenisse vedremmo crescere i decessi di quasi 1 milione all’anno e la lotta all’Aids farebbe un balzo allindietro di quasi 15 anni.