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 2017  settembre 01 Venerdì calendario

Nel misterioso orto di Livia trionfano le regole del caos

L’orto di Livia, perso nella campagna di Cavour, è quello che tutti vorrebbero. E che quasi nessuno ha. Lì le proposte oggi così alla moda di un orto fiorito, biologico e sostenibile diventano una realtà ben tangibile ed autentica al cento per cento, frutto di una sapienza giardiniera e contadina evolutissima, ma per nulla autocelebrativa, anzi discreta e rigorosamente empirica. Quanto di più lontano da certi nuovi e improvvisati ortolani e dalle immagini patinate di orti d’autore perfetti e compunti: quello di Livia è un orto vero, lavorato tutti i giorni da decenni, in grado di sfamare due famiglie, non è un esercizio di stile.

In armonia
Tutto è così ben collaudato ed armonico da garantire un’irresistibile naturalezza: poco più in là dei bellissimi vitelli della «fasun» ruminano soddisfatti con vista sulle prode fiorite. D’altronde è prima di tutto loro il merito: chili e chili di letame ben compostato assicurano piante generose, forti e sane. Sfido a dire il contrario. Gran parte del segreto sta infatti nel terreno, rinnovato, arricchito e di tanto in tanto alleggerito con sabbia, al punto tale da rendere inutile qualsiasi veleno.

Il rospo saggio
Un grande rospo che vive in un angolo dell’orto lo conferma, così come limacce e lumaconi combattute a suon di crusca (ne sono ghiotti: di notte ci si avventano e diventa allora facile catturarli). E che dire della profusione di pomodori, piantati con i tageti ai piedi, che fanno ombra alle insalate tutt’intorno? Quel vecchio matrimonio tra piante semitropicali a cui pochissimi danno importanza, ma che è essenziale per la salute ed il successo. Un poco di stallatico e cornunghia nella buca, insieme con una manciata di ortiche fresche tritate e a qualche concime minerale ricco di calcio, e il gioco è fatto. Una spessa pacciamatura di paglia fa il resto, paglia dalle molte virtù: impedisce la crescita delle erbacce, rende il terreno più friabile ed ospitale per lombrichi & Co. e concima decomponendosi.

Ortaggi e fiori
Cavoli e zucchine, barbabietole e carote si mescolano ad aster, zinnie, rudbeckie e amaranti. Girasoli e cosmos dagli altissimi steli fanno capolino tra carciofi e cavolini di Bruxelles. Le rose profumate da taglio si alternano a quelle rugose, utilizzate per sciroppi e marmellate, intrecciandosi con zucche e cetrioli. C’è ancora qualche giglio fiorito mentre i crisantemi devono iniziare e le dalie sbocciano in abbondanza, anche se Livia ha deciso che il prossimo anno, per farle crescere meno affastellate, terrà per ciascun tubero soltanto tre steli, adeguatamente tutorati e cimati.

Trionfo di aromi
E che dire delle aromatiche? File di prezzemoli, di mente e di basilici perenni e non s’accompagnano a cespi di levistico (Levisticum officinale), a ciuffi di erba cipollina, alla borraggine, alla rughetta selvatica, all’erba cerea (Satureja hortensis) e alla pimpinella. Gli anemoni del Giappone presidiano le melanzane, gli agerati tengono d’occhio le puntarelle e le foglie vaporose degli asparagi si mischiano con le chiome imbiancate dell’Euphorbia marginata. Vecchissimo classico del bell’orto antico: pare che come quasi tutte le euforbie sia ottima per allontanare le talpe. Contro il muro del fienile si arrampicano le ipomee e crescono rosmarini, salvie e Lippia citriodora: al piede bordi di timo e di erigeron lasciano di tanto in tanto il posto a sedum e belle di notte (Mirabilis jalapa).

Erbe selvatiche
Non mancano le erbe selvatiche: il tarassaco, la silene, la portulaca e il buon-enrico (Chenopodium bonus-henricus). I nasturzi invadono gli stradini, i lamponi e le more si arrampicano sulla rete di confine, insieme con rose, uva fragola e alkekengi. In questi giorni si preparano le prode per le fragole e all’ombra di un fico vengono riparate le talee, tra vasi di liriopi, di aspidistre e di miserie. Phlox e cicorie, gipsofile e porri completano l’insieme: di finocchi ce ne sono di nuovi per la produzione e di vecchi per il fogliame e i semi aromatici. La cleome gareggia con le rutabaghe, i peperoni con i begliuomini (Impatiens balsamina). Tutto è in continua evoluzione e tra un paio di giorni sarà già diverso. Per non parlare poi delle altre stagioni: papaveri, fiordalisi, nigelle, speronelle, violette e soprattutto piselli odorosi sono il trionfo della primavera, calicanti, bucaneve e più tardi polmonarie quello dell’inverno. L’orto di Livia lascia senza parole, ma lei non si monta la testa e continua i suoi lavori. Per il benessere suo e dell’orto mi sono dimenticato di dirvi l’indirizzo…