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 2017  settembre 01 Venerdì calendario

Fiducia, competenza e innovazione: le aziende vanno in cerca di ex militari

Donald Trump fa tendenza, anche nella Corporate America. E così se il presidente ha fatto della West Wing una caserma di alto rango, tra le aziende americane è iniziata la corsa per accaparrarsi ufficiali ultrastellati. Generali tutto fare: manager, consiglieri, consulenti ed esperti, perché la divisa ha il suo fascino, specie per le aziende del nuovo millennio. Ecco allora che il produttore di software Red Hat e il gigante della sicurezza informatica Symantec sono tra gli operatori di Silicon Valley che si sono rivolti ai generali per ricevere aiuto su numerosi fronti dalla governance alla guerra cibernetica. Al Florida Hospital il generale Mark Hertling, sta sviluppando strategia di partnership globale e programmi di training per giovani leader, prendendo ispirazione dalla battaglia di Gettysburg, in piena guerra civile. Mentre l’operatore di trasporti finlandese Cargotec Oyj ha un comandante militare alla guida del centro operativo del Texas. Il reclutamento riguarda anche i Cda delle aziende, in vari settori. Non fa eccezione Wall Street, dove Wells Fargo annovera un ex divisa nel suo «Board». A farle compagnia sono Usa Truck, azienda di trasporti di materie prime, e Wesco Airpcraft Holding che offre soluzione operative per l’industria aerospaziale. E ancora Ecolab società specializzata per il trattamento delle acque, materia tratta nei corsi del Genio militare. Allo stato attuale sono il 5% le aziende Usa che hanno un militare nel loro Cda, e solo 13 quelle dello S&P 500 che hanno adottato un generale-manager. Ma il fenomeno ha mostrato ritmi di crescita velocissimi, in coincidenza dell’avvento di Trump alla Casa Bianca e quindi dei suoi generali. Tanto che National Association of Corporate Directors, il cui responsabile del marketing è, non a caso, un ex capitano dei Marine, Henry Stoever, ha organizzato un corso di tre giorni in cui si preparano 500 tra generali e ammiragli a «conquistare» il settore privato.
Come nasce questa voglia di veterani in mimetica? Lo spiega un sondaggio di Pew Research Center, secondo cui il 75% degli americani si fida dei militari perché agiscono nell’interesse pubblico, e solo il 41% crede la stessa cosa dei business leader. Il cambiamento nella filosofia del lavoro è pertanto nella ricerca di competenza senza dubbio, ma imprescindibile dalla fiducia, qualifica che banchieri, capitani di impresa, professori e politici sembrano trasmettere meno di un tempo. Ecco allora che tra i colleghi dei vari McMaster, Mattis e Kelly, prestati al settore privato, ci sono i generali Stephen Speakes, Michael J. Diamond e David Petraeus che, dopo essere caduto in disgrazia per lo scandalo rosa ai piani alti della Cia, è stato nominato presidente di Kkr Global Institute, il colosso degli investimenti. E siccome la par condicio va oltre la divisa, c’è anche la «generalessa» Suzanne Vautrinot, detta «Zan la stratega». E infine Russel L. Honoré, nome di battaglia «The Ragin’ Cajun» per le su origini creole, l’angelo di Katrina di cui coordinò la task force dei soccorsi militari, «richiamato» da borghese in Texas per aiutare le squadre civili di pronto soccorso che fronteggiano l’emergenza Harvey.