Libero, 31 agosto 2017
Brava Boldrini
Se questo è un giornale liberale, deve registrare anche il mio dissenso circa le critiche mosse a Laura Boldrini, colpevole secondo la vulgata del suo silenzio sui fatti di Rimini e sul musulmano che ha relativizzato gli stupri. Lo dico a Giorgia Meloni, che ha accusato la Boldrini di aver taciuto «in nome della difesa ideologica dell’immigrazione di massa». Lo dico ad Alessandro Sallusti, che l’ha invitata a «fare un appello alle comunità di immigrati che proteggono gli autori dello stupro». E lo dico a Mario Giordano, secondo cui «una modella in bikini attira le sue reprimende più di un islamico che inneggia allo stupro». Proprio Giordano si chiede, a proposito del mancato interventismo della Boldrini: «Se non ora, quando?». Risposta: mai. Perché ha ragione lei, la Boldrini: «Non commento gli accadimenti del giorno, non è il mio lavoro». Non lo è: purché stia zitta sempre, perché il suo lavoro è questo, tacere e provvedere al funzionamento della Camera e all’applicazione del regolamento, più altri compiti che nulla spartiscono con la funzione morale, etica, politica e soprattutto parlante che la signora si è data da sola, a dispetto di quanto accade all’estero e di quanto dice la Costituzione. «Io faccio una battaglia anche per chi non ha voce», ha detto l’altro giorno la Boldrini: ma non ha voce perché non esiste, perché la voce, in Italia, si delega con il voto. È presidente della Camera, ha voluto la bicicletta: ora stia zitta, ha ragione, brava Boldrini.