Il Messaggero, 31 agosto 2017
Sgomberi, ecco la stretta ma non c’è l’ok dei sindaci
Viminale sulle nuove regole per gli sgomberi è pronto e ieri pomeriggio è stato consegnato al presidente dell’Anci Antonio Decaro. Ma dall’associazione dei Comuni hanno già lasciato intendere che daranno il loro ok solo se ci saranno accordi chiari – e un riferimento esplicito proprio nel documento indirizzato ai prefetti – su chi e come finanzierà la messa in sicurezza degli eventuali immobili sequestrati per ospitare, più o meno temporaneamente, gli sgomberati.
IL VERTICE
Molto probabilmente, a trovare la quadra dovrà essere proprio Minniti che per l’inizio della prossima settimana ha messo in agenda un incontro con i primi cittadini d’Italia al quale parteciperà personalmente. Anche se la circolare è rivolta ai rappresentanti del governo sul territorio, e dunque supera le eventuali perplessità delle amministrazioni locali, e posto che, una volta attuato, gli sgomberi sono destinati a subire un’accelerazione, l’obiettivo del Viminale è fare in modo che la gestione delle emergenze sia il più possibile condivisa. Anche perché i problemi sono dietro l’angolo: a Roma il nuovo incontro in prefettura, per risolvere l’emergenza seguita allo sgombero del palazzo di via Curtatone, è finita con un nulla di fatto: «La posizione del Comune è molto chiara, dobbiamo dare assolutamente la priorità alle persone che attendono casa da decenni e alle persone fragili, ossia agli anziani, i disabili e le mamme con bambini. Continueremo a ribadire questa posizione», ha detto il sindaco Virginia Raggi alla fine dell’incontro, mentre dal Comune fanno sapere l’amministrazione intende «rivedere i criteri di utilizzazione dei 40 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione». La sindaca, ne riparlerà domani con il ministro.
LA PROPOSTA
Al netto delle proposte di modifica a cui l’Anci sta lavorando in queste ore, la prima bozza della circolare elaborata dal ministero dell’Interno richiama in buona parte il decreto sicurezza Minniti-Orlando n. 14 del 2017. Si parla dunque del potere affidato ai prefetti di requisire immobili dove ospitare gli eventuali sgomberati, per motivi di ordine pubblico, anche al di là delle perplessità delle amministrazioni locali. Ma si spiega anche che i prefetti, prima di procedere con gli sgomberi, consulteranno il «comitato metropolitano per la sicurezza», la nuova struttura che sostituirà di fatto i comitati provinciali per l’ordine pubblico, come previsto dal decreto (anche se finora non ha ancora visto la luce). L’idea è che a questi vertici partecipino anche associazioni che si occupano di emergenza sociale, fra le quali Caritas e Croce rossa internazionale, per individuare dove ospitare chi viene allontanato dagli edifici sgomberati. Il sindaco, oltre ad avere un peso all’interno di questo comitato assieme agli altri enti locali e in particolare alla Regione, si occuperà di attivare le politiche sociali di sostegno alle famiglie disagiate, con un’attenzione particolare alle situazioni «fragili».
IL TEMA SOLDI
«Le difficoltà per risolvere l’emergenza abitativa» in Italia «sono le risorse. Un Comune non può fare da solo un piano casa; i piani casa sono, attraverso finanziamenti statali, nelle mani delle Regioni che finanziano le agenzie regionali o comunali per la casa per costruire alloggi sociali», ha detto ieri il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. E proprio nel capitolo risorse c’è uno dei punti sollevati dai sindaci, che temono di doversi far carico delle spese relative alla messa in sicurezza degli eventuali edifici requisiti, inclusi quelli sequestrati alla criminalità organizzata. La richiesta dell’Anci è di inserire nella circolare indirizzata ai prefetti una citazione di quale sarà l’organo che deciderà come finanziare l’eventuale sistemazione degli alloggi temporanei. I comitati per la sicurezza metropolitana oppure – ed è questa l’opzione preferita dalle amministrazioni locali – un eventuale ulteriore coordinamento che veda la presenza anche di altri ministeri.