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 2017  agosto 31 Giovedì calendario

Tribunali, scuole, palazzetti sportivi, ecco l’Italia dell’abusivismo di Stato. Da Monza a Gela viaggio nelle irregolarità degli edifici pubblici dopo il caso della caserma della Forestale di Ischia. Nella città siciliana il palazzo di giustizia rischia di essere abbattuto


Lo Stato deve combattere l’abusivismo degli speculatori e di chi non ha alcun rispetto delle leggi, ma spesso dovrebbe combattere se stesso. Perché nel Paese della malaburocrazia e della malapolitica, non ci sono solo palazzinari e costruttori che hanno alzato su case ovunque senza alcun rispetto delle regole. Ma ci sono anche Comuni, Province e Regioni che hanno fatto altrettanto, realizzando ecomostri come case comunali in aree vincolate, dighe senza nulla osta della soprintendenza, tribunali in terreni privati, campi sportivi in aperta campagna senza alcuna opera di urbanizzazione. E, ancora, aprendo scuole mai collaudate oppure caserme senza certificati antisismici e in aree vincolate. È il Paese degli abusivismi di Stato.Da Nord a Sud le storie non si contano. A Taviano, in provincia di Lecce, l’ex Provincia ha pensato bene di costruire un mega impianto di atletica di 20 mila metri quadrati per un costo di 3 milioni di euro: peccato però che nel progetto non sono state previste opere di urbanizzazione, parcheggi e gli allacci di acqua e luce. Sulla carta l’impianto non è agibile. Tradotto: è abusivo. Rimanendo in tema sportivo, a Monza è stata tirata su una tribuna senza autorizzazioni nel palazzetto dello sport, e un ex assessore ha patteggiato una ammenda ammettendo l’abuso, mentre per anni è rimasto incompiuto il palazzetto dello sport di Camerota,in provincia di Salerno. Il motivo? Nel 2011 per la soprintendenza era abusivo, poi è intervenuto il ministero e le carte sono state aggiustate perché, come diceva l’allora sindaco, si rischiava «l’abbattimento dell’opera».Uno dei casi più eclatanti di abusivismo di Stato è certamente quello del tribunale di Gela, che in base all’ultima sentenza del Cga rischia davvero di essere abbattuto. Una vicenda di espropri illegittimi iniziata ai tempi della giunta Crocetta e finita con un’ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa che apre le porte perfino alla possibile demolizione di un edificio inaugurato appena cinque anni fa. L’unica via d’uscita è che Comune e privati trovino un’intesa, a oggi non siglata. E a proposito di tribunali, a Vicenza da anni va avanti una battaglia degli ambientalisti, Italia nostra in testa, contro la lottizzazione che ha portato alla costruzione del Palazzo di giustizia: la procura, che dentro quel palazzo si è trasferita, ha chiesto anche il sequestro delle aree, il giudice ha rigettato la richiesta e adesso i pm hanno fatto ricorso in Cassazione: «Ma la beffa è che la ditta che sta realizzando le opere ci ha pure citato per danni chiedendoci tre milioni di euro», dice Giovanna Dalla Pozza Peruffo di Italia Nostra.Ma nel Paese dell’abusivismo ci finiscono perfino le scuole. A Locri la Direzione distrettuale antimafia ha messo i sigilli a due istituti superiori che ospitavano 800 alunni perché era stato fatto un finto collaudo e mancavano i certificati «relativi alla congruità all’uso». A Ischia, a poco distanza dalla casa crollata nel terremoto della scorsa settimana, erano emerse presunte irregolarità per una lottizzazione in un’area vincolata dove però erano stati alzati i primi piani della sede della forestale: poco più in là si vedono invece i tre piani di quella che doveva essere la caserma dei carabinieri, uno scheletro di cemento abbandonato adesso per mancanza di fondi da parte del ministero dopo una lunga vicenda legale andata avanti per anni.L’elenco degli abusi pubblici non finisce qui. In Sicilia una diga è incompiuta da quasi trent’anni, quella di Pietrarossa tra Enna e Caltagirone: i lavori erano iniziati senza autorizzazione della soprintendenza e nel frattempo l’area è diventata tutelata. Certi abusi poi non lo sono tecnicamente da un punto di vista legale, ma lo sono di fatto nei confronti di una comunità che deve subire la vista di un ecomostro: a Sassano, paese di cinque mila abitanti in provincia di Salerno, la vecchia amministrazione aveva deciso di realizzare una casa comunale di sei piani nella piazza del Paese che dà sulla vallata di ulivi. Il nuovo sindaco ha deciso di abbattere due piani e ridare la vista del paesaggio ai suoi cittadini: «Mi è sembrato un atto di giustizia di fronte a un abuso non legale, perché le carte erano in regola, ma sostanziale», dice Tommaso Pellegrino. Forse l’abuso peggiore.