La Stampa, 31 agosto 2017
«Io, cerimoniere con una missione». Alla Mostra del cinema di Venezia Alessandro Borghi sogna di abbracciare il suo mito Jim Carrey
Fino a due sere fa ero in un limbo, completamente rilassato, come se non fossi io il Cerimoniere della Mostra del cinema di Venezia. Respiravo quest’aria veneziana, un’aria che sa di cinema, e ricordavo tutto quello che ho provato in questi anni alla Mostra.
Qui a Venezia ero già stato con Non essere cattivo di Claudio Caligari e con Il più grande sogno di Michele Vannucci. Ricordavo uno per uno i passi e i gesti che avevo compiuto; ricordavo la prima volta al Palazzo del Cinema e quanto fossi stato contento di essere lì. È il terzo anno che vengo a Venezia. È interessante per me vedere quante cose siano cambiate e quanto sia cambiata la mia percezione rispetto a questo lavoro e rispetto a quello che è il Festival. Ho cambiato punto di vista. La prima volta che sono arrivato al Lido ero un attore che voleva affermarsi. Adesso sono un attore che si può dire tale e che è pronto a qualunque sfida per continuare a esserlo.
Poi, quando abbiamo fatto le prove per la cerimonia d’apertura, sono salito sul palco e ho cominciato a capire davvero che cosa stavo facendo: la saliva in alcuni momenti se ne andava; ero emozionato.
Sono arrivato al Lido senza preoccupazioni ma con la voglia di godermi al massimo tutto quello che sta succedendo e che succederà, con la voglia di vivere la Mostra vedendo film, incontrando persone e collezionando ricordi. Mi sono reso conto di essere felice. Felice perché sto vivendo qualcosa che non avevo assolutamente previsto. L’ho presa come una sfida verso me stesso, e ho tutta l’intenzione di affrontarla semplicemente, come sono.
Non vedo l’ora di vedere il film di Alexander Payne, Downsizing, quello di George Clooney, Suburbicon, e quello di Darren Aronofsky, Mother!. Sono curioso di vedere The Leisure Seeker di Paolo Virzì, Brutti e cattivi di Cosimo Gomez e Dove cadono le ombre con Josafat Vagni, un mio grande amico che voglio sostenere come sono stato sostenuto io. E poi vorrò essere presente alla cerimonia di consegna dei Leoni d’Oro a Jane Fonda e Robert Redford. Ma soprattutto, ho una missione: abbracciare Jim Carrey, il mio mito.
[testo raccolto da Gianmaria Tammaro]