La Verità, 28 luglio 2017
Al sabato sera è scesa la febbre e sta male
C’era una volta la discoteca, una principessa che poi è diventata Cenerentola. È la nemesi delle vecchie regine del sabato sera: in Italia, fino al 2005, sui locali da ballo era fondata l’economia della notte, poi il declino. Dal 2008 gli incassi sono diminuiti del 18,1%. Negli ultimi 15 anni le discoteche sono crollate nel numero (da 5.000 a 2.800) e nel volume d’affari (dagli 8 miliardi di euro annui del 2002 ai 5,3 miliardi di oggi). E così, nel cuore delle città, si stagliano come relitti da riconvertire, pezzi d’antiquariato da smantellare dopo la fine di un’epoca (d’oro in questo caso). Di chi è la colpa? Alcuni puntano il dito contro i Millennials, sarebbero stati loro a «tradire» la discoteca: secondo l’ultima ricerca Fipe-Istat, rispetto al 2008, i giovani dai 20 ai 24 anni che vanno a ballare almeno una volta all’anno sono diminuiti di 342.000 unità. In realtà, a mandarla in pensione è stata la concorrenza: se l’economia della notte è sempre meno basata sulla discoteca, crescono, invece, in maniera esponenziale i discopub, gli stabilimenti balneari aperti fino all’alba, i live club, i circoli e gli eventi one night. Nel complesso, hanno un fatturato di 70 miliardi di euro all’anno. Inoltre, da noi le tasse non aiutano. Spiega Maurizio Pasca, presidente della Associazione italiana imprese di intrattenimento: «La crisi riguarda le discoteche non il ballo, anzi si balla ovunque: circoli, ristoranti e masserie e ciò sottrae 2 miliardi all’anno di fatturato ai locali classici che pagano il 45% di tasse». Insomma, è aumentata l’offerta e le vecchie discoteche non hanno saputo restare a galla. Lo ammette, al quotidiano La Stampa, l’imprenditore Francesco Sabbatini Rossetti, tre discoteche all’attivo: Rimini e Riccione sono lo specchio della decadenza, «non esistono locali se non quelli nati negli anni Settanta e Ottanta». E cioè «strutture vecchie, non al passo con la tecnologia che in Europa ha riqualificato i club».
MONDO Anche nel resto del mondo la situazione non va meglio: la tendenza negativa ha visto, in 7 anni, un calo globale del fatturato del 18% e del numero degli spettacoli del 20%. Uno studio dell’Economist ha poi evidenziato che la crisi della discoteca è diffusa in tutta Europa, non solo in Italia: a Parigi in 2 anni è scomparso il 30% dei locali da ballo, in Gran Bretagna le discoteche sono passate negli ultimi 10 anni da 3.144 a 1.733. Solo a Berlino non è in calo il numero dei club, ma lo sono comunque gli incassi.
LATINO A sottrarre pubblico alle discoteche è soprattutto il boom dei balli latino americani che negli ultimi 3 anni, in Italia, hanno registrato una crescita di oltre il 10%, sia in termini di nuove aperture sia di pubblico.
CARAIBI La salsa, ballo molto in voga, si è sviluppata nel quartiere latino – americano di New York, El Barrio, durante i primi anni Sessanta. I latini che abitavano negli Stati Uniti, soprattutto quelli provenienti dai Caraibi, combinarono i suoni e i balli dei loro paesi di origine creando una «salsa».
RUMBA L’origine della rumba risale agli inizi del 1900 a Cuba, dopo l’abolizione della schiavitù, avvenuta il 10 febbraio 1878, quando una moltitudine di neri si trasferì nei sobborghi delle città. Per questa gente, povera ma libera, la musica e la danza diventarono ben presto un modo di essere e di vivere.
POMATA Ai tempi dell’università, Luca Zaia, presidente della regione Veneto, per arrotondare lavorava come pr in discoteca. In inverno imperversava nel Trevigiano, d’estate si trasferiva a Caorle. È qui che iniziò a presentarsi con i capelli all’indietro tipo «er pomata», ma lui giura che usava solo l’acqua.
RIMMEL Francesco De Gregori, prima di pubblicare Rimmel, suonava nelle discoteche dell’Adriatico solo con la sua chitarra.
PAROCCHIANI Il credo si è fatto deejay per avvicinare i giovani a Dio: nel 2012 ha aperto la prima discoteca cristiana nella diocesi di Genova, sulla spiaggia di Arenzano per far ballare d’estate i turisti e i parrocchiani in allegria, pregando e divertendosi.
REGINE La nascita del fenomeno della discoteca sembrerebbe risalire a Parigi nel 1954 ed esattamente al Le Whisky a gogo di Paul Pacini . In quegli anni è R egi n e l’animatrice incontrastata delle notti parigine. È lei a ideare il nuovo concept dei locali da ballo, subito un successo.
BUFALA La febbre del sabato sera nasce da un’inchiesta giornalistica intitolata Riti tribali del nuovo sabato sera, scritta dal reporter inglese Nik Cohn e pubblicata dal New York magazine nel 1976. Ma quel reportage era una bufala.
MILIONE La pista da ballo della Febbre del sabato sera, con le luci gialle, rosse e blu, fu venduta all’asta a Los Angeles per 1,5 milioni di dollari. COCORICÒ Domani iniziano a Riccione le riprese di un docufilm di Ambrogio Crespi per festeggiare i 30 anni del Cocoricò. La piramide, che si ispira al Louvre, fu infatti inaugurata da Osvaldo Barbieri e Br un o Palazzi il 15 agosto del 1988.
PIPER Il Piper Club di Roma rimane uno dei pochi discoclub d’Europa attualmente in attività. Luogo dove furono consacrate Patty Pravo, e Caterina Caselli. Tra gli assidui frequentatori c’erano anche Monica Vitti, Vittorio Gassman e Anna Magnani. Famoso è il 33 giri Via Tagliamento 1965/1970 che Renato Zero ha dedicato agli inizi del locale.
BEATLES Nel 2016 il Piper è ritornato per qualche tempo alla gloria grazie a Heroes, il concerto record che ha fatto rivivere i Beatles. ONASSIS Il Jackie O’ a Roma è simbolo della dolce vita, una sorta di Studio 54 italiano. Si chiama così in onore di Ja cqueline Lee Bouvier Kennedy Onassis.
MODA Daybreaker è la nuova frontiera del fitness che contagia le discoteche. Arriva dall’America e sta lentamente approdando anche in Europa e Giappone. L’appuntamento è alle 6 del mattino in discoteca, quando fuori è ancora buio, per fare una sessione di yoga, qualche esercizio, bere un buon caffè, chiacchierare con sconosciuti, ballare in pista e ascoltare un po’ di musica. Poi, alle 9, la disco chiude e tutti a lavorare in ufficio.
SANREMO Occidentali’s Karma , la canzone che ha vinto Sanremo 2017, sta avendo molto successo all’estero, forse più che in Italia: è la più suonata nelle discoteche di Kiev.
TELEDISKO Si chiama Teledisko ed è una cabina telefonica riciclata come discoteca, con tanto di luci, per accogliere chi vuole ballare a Berlino. L’entrata cosa solo 2 euro; l’ideale per stare comodi è essere al massimo in cinque, ma c’è chi è arrivato anche a nove.
PALLA La strobosfera (conosciuta come palla da discoteca) più grande del mondo è stata creata a Toronto. La grande palla a specchi ha un diametro di 7,9 metri ed è stata posizionata in una delle piazze centrali della città, sollevata da una gru ad un’altezza di circa 65 metri.
IBIZA La discoteca più grande del mondo, secondo il Guinness dei primati, con una capacità di 10.000 persone, è il Privilege di Ibiza. Si trova non lontano da San Rafael, a meno di un chilometro dalla più famosa discoteca Amnesia.
NULLA «Le discoteche sono piccoli nirvana dove il solenne fragore del rock fa assaporare il piccolo nulla al figlio di Siddharta. Non essere per un poco è tutto quello che si chiede. Piccoli niente di cui la vita dell’individuo odierno ha bisogno per rinascere e vivere un’altra settimana» (così il filosofo catanese Manlio Sgalambro a proposito delle discoteche).
VITA «Non vorrei finire la mia vita su un letto, meglio morire mentre balli in discoteca. Mentre ti diverti, non ci pensi e la vita ti lascia così» (lo stilista Stefano Gabbana).