Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  luglio 25 Martedì calendario

Le parole crociate non perdono fascino. Il merito è tutto dei quadratini neri

«La base della cultura è la passione per le nozioni inutili», disse Giampaolo Dossena (1930-2009), il più grande esperto italiano di enigmistica. E l’estate è il momento perfetto per esercitarsi nell’arte del nozionismo, da soli o in compagnia, sotto l’ombrellone o al bar, con la Settimana enigmistica o con uno dei suoi «innumerevoli tentativi di imitazione».
Tutto nacque il 21 dicembre 1913, quando, nel supplemento domenicale Fun del New York World, comparve un nuovo gioco denominato «word-cross puzzle». Aveva una forma a diamante e sotto allo schema presentava alcune indicazioni attraverso le quali i lettori potevano indovinare le parole necessarie per completarlo correttamente. Questa è considerata la nascita delle parole crociate contemporanee. L’enigmistica in realtà è un’arte antica. Già i romani si erano dimostrati appassionati di giochi di parole, sfruttando il gran numero di termini palindromi (che si leggono in entrambe le direzioni, come ala o Anna) esistenti nella loro lingua. Il più noto era il latercolo: formato dalle parole rotas, opera, tenet, arepo, sator che messe l’una sotto l’altra si leggono da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto e da destra a sinistra.
Secondo la definizione della Treccani, curata da Stefano Bartezzaghi, «le parole crociate (o parole incrociate o cruciverba, nome maschile invariabile) sono il gioco enigmistico che prevede una griglia di caselle bianche e nere, in parte numerate, a cui si riferisce un elenco di definizioni di variabile livello di ambiguità. A ogni sequenza di caselle bianche limitata da caselle nere o dai confini della griglia, in orizzontale o in verticale, corrisponde una parola. Il casellario va completato dal solutore, che deve rispondere correttamente a ogni definizione, individuare la parola che la risolve e trascriverla, lettera per lettera, in una sequenza di caselle bianche dello schema».
VIOLINISTA Arthur Wynne, l’inventore del primo cruciverba sul Fun nel 1913, era nato a Liverpool nel 1871 ed emigrato negli Stati Uniti a 19 anni. Ex violinista della Pittsburgh symphony orchestra, tra i suoi compiti nella redazione del New York World c’era la preparazione della pagina dei giochi domenicali: anagrammi, rebus, quesiti logici. Quando il suo caporedattore gli chiese di trovare qualcosa per rinnovare la pagina, si ricordò di un gioco della sua infanzia, chiamato il quadrato magico, ispirato al latercolo pompeiano. CROSSWORD Solo agli inizi del 1920 anche altri giornali degli Stati Uniti pubblicarono il loro word-cross. Successivamente il nome fu trasformato in crossword.
LIBRO Nel 1924 due giovani editori, Richard Simone Lincoln Schuster, spronati da una zia decisero di dare alle stampe un libro di sole parole crociate che uscì il 10 aprile di quell ’anno. Il clamoroso successo del Cross word puzzle book, pubblicato con la sigla Plaza publishing, portò alla nascita di uno dei più grandi editori del mondo, Simon & Schuster, appunto.
AIROLDI In realtà, il padre mancato del cruciverba è italiano. Il 14 settembre 1890 il giornalista Giuseppe Airoldi aveva pubblicato sul numero 50 del Secolo illustrato della domenica una griglia di dimensione 4x4 e soltanto con caselle bianche, in cui ogni riga e ogni colonna conteneva una singola definizione. Mancano i riquadri neri, caratteristica fondamentale del gioco, l’interruzione tra una parola e l’altra che rende il cruciverba ripetibile all’infinito (anche il diamante di Wynne all’inizio non aveva quadrati neri, ma la forma a diamante permetteva l’interruzione tra una parola e l’altra).
DOMENICA A parte il caso di Airoldi, la data riconosciuta del primo cruciverba su un giornale italiano è l’8 febbraio 1925, quando la Domenica del Corriere, pubblicò il primo Indovinello delle parole crociate. Achille Campanile scrisse: «Forse dipende dalla disoccupazione. Chi non trova un impiego ha pur bisogno di far lavorare il cervello».
CONTE Il 23 gennaio 1932 esce in edicola il primo numero della Settimana enigmistica. Fondatore Giorgio Sisini di Sorso, conte di Sant’Andrea, sassarese residente a Milano. Sedici pagine, 50 centesimi, esce di sabato. In copertina c’è Lupe Vélez.
PRIGIONIERI Per La settimana enigmistica Giorgio Sisini si era ispirato al giornale di austriaco Das Rätsel. Gli austriaci avevano imparato a fare parole incrociate durante la Prima guerra mondiale, prigionieri degli inglesi e bisognosi di passatempi.
SPIE L’1 orizzontale del primo numero della Settimana enigmistica: 4 lettere, «Eroiche in guerra nefande in pace» (soluzione: spie).
EFFIMERO Nel 1932, lo stesso anno della fondazione della Settimana enigmistica, usciva il volume XIII dell’Enciclopedia Treccani in cui la voce enigmistica era curata da Aldo Santi, un enigmista di orientamento tradizionale. Il suo unico cenno alle parole incrociate fu: «Il crossword puzzle, detto in Italia, dove ebbe effimero successo, gioco delle parole a croce o cruciverba».
SIMMETRICO Negli Stati Uniti i cruciverba sono di tipo simmetrico, l’inizio delle risposte alle definizioni è numerato per orizzontali e verticali, ogni risposta deve contenere almeno tre lettere e le caselle nere devono essere al massimo un sesto del totale. In altri termini, cruciverba simmetrico significa che, ruotando di 180 gradi lo schema, permane la simmetria delle caselle nere. In Gran Bretagna e Australia, invece, gli schemi delle parole crociate hanno un numero maggiore di caselle nere, pur mantenendo le altre caratteristiche statunitensi.
RETTANGOLO In Italia si ammettono definizioni con risposte di sole due lettere, le caselle nere possono anche essere contigue, la forma è spesso rettangolare, si utilizzano molto spesso schemi non simmetrici o liberi.
IMITAZIONE Slogan presenti sopra la testa della Settimana enigmistica: «La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione!» (sui numeri pari); «La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione» (sui numeri dispari).
NERO Giampaolo Dossena sosteneva che il successo della Settimana enigmistica era dovuto soprattutto alla densità del nero dei quadretti delle parole crociate, un nero così nero che nessun concorrente è riuscito mai ad avvicinare. Nell’agosto 1995 l’inchiostro è cambiato, mantenendo lo stesso effetto sulla carta ma con una minore concentrazione di pigmento e un risparmio nella stampa.
TIRATURA La settimana enigmistica non rivela dati sulle vendite e fatturato. Non ha certificazione dell’Agenzia diffusione stampa, la società che si occupa di calcolare distribuzione e tirature dei giornali. L’ultima stima risale al maggio 2004, quando Il Sole 24 Ore parlò di 1.289.000 copie a settimana. Oggi un’ipotesi plausibile delle vendite è tra 600.000 e 800.000 copie a settimana.
SCHEMA Nel 1946, a soli 13 anni, Piero Bartezzaghi (1933- 1989) pubblicò il suo primo cruciverba sulla Domenica del Corriere. Già nel 1950 divenne l’autore di punta della Settimana enigmistica, di cui oggi il figlio Alessandro è vicedirettore. Ha scritto l’altro figlio Stefano: «Introdusse neologismi, usò l’alfabeto a 26 lettere, scandalizzando i puristi. Perito chimico della Montecatini, divenne un enigmista a tempo pieno nel 1960, firmando regolarmente le “parole crociate a schema libero” di pagina 41, le più difficili della Settimana enigmistica . Grazie anche alla rarità del cognome, “il Bartezzaghi” è diventato un modo di dire per “difficoltà inestricabile”».
BARTEZZAGHI «L’anno scorso abbiamo fatto benissimo le parole crociate facilitate e quelle un po’ più difficili. Quest’anno ci tocca fare il Bartezzaghi» (Eraldo Pecci nel 1989, commentando il ritorno in Serie A del suo Bologna).