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 2017  agosto 30 Mercoledì calendario

La Lega contro la confisca. «Ci vogliono solo eliminare»

GENOVA «Contiamo sul buonsenso del tribunale di Genova», si legge in uno striminzito comunicato della Lega Nord. Ci sono poco meno di 49 milioni di euro in ballo: secondo la procura ligure il partito dovrebbe restituirli allo Stato, soldi truffati alla collettività nel periodo 2008-2010, quando tesoriere era Francesco Belsito e segretario federale Umberto Bossi. E va bene che politicamente parlando si tratta di un secolo fa e adesso i vertici del Carroccio sono cambiati, ma per la giustizia sempre dello stesso soggetto politico si tratta. La richiesta che arriva da via Bellerio a Milano ai magistrati è quella di esercitare un “buonsenso” di natura politica: «Sarebbe la prima volta nella storia italiana che un partito, per eventuali errori di singoli peraltro giudicati solo in primo grado, viene in pratica eliminato fisicamente. Si parla del terzo partito italiano, che rappresenta milioni di cittadini».
La vicenda giudiziaria in questione è da tempo una spada di Damocle che pende sopra la Lega. Restituire quei soldi è tecnicamente impossibile: il partito non li ha. E né vendere le proprietà immobiliari rimaste – le gestisce la società Pontida Fin Srl, dentro c’è anche lo storico pratone di Pontida e ha un patrimonio di 6,7 milioni – basterebbe a colmare il debito con lo Stato.
L’ultimo bilancio della Lega Nord approvato nel giugno scorso parlava di un disavanzo da oltre un milione di euro, solo 164mila euro di depositi bancari rimasti e 436 euro di “valori in cassa”. E pensare che sette anni fa il Carroccio aveva una disponibilità liquida di 31,6 milioni di euro.
L’accelerata della procura di Genova delle ultime settimana preoccupa Matteo Salvini; il quale non proferisce parola sul tema (il mese scorso si limitò a una battuta: «Al massimo possiamo restituire 49 euro!») ma da almeno due anni ha provato a pensare e realizzare delle contromisure pratiche. Dopo mesi di studio e dibattiti interni, nel giugno 2015 venne varato un nuovo modello di struttura. Ovvero, il partito centrale (“federale”, in gergo) si spacchettò in tredici diverse ramificazioni regionali (le “nazioni”). Ognuna d’esse oggi è dotata di autonomia amministrativa, finanziaria e contabile. Ognuna di esse, poi, presenta un proprio bilancio a fine anno. Con degli atti notarili le varie articolazioni territoriali sono state dotate del patrimonio necessario per poter operare: insomma, una sorta di donazione del “federale” alle “nazioni”. Risultato: ad oggi il centro nazionale è formalmente più povero; mentre i territori neo-costituti, più ricchi. Un esempio? La Lega Lombarda, la “nazione” più forte insieme al Veneto, ha depositi bancari e denaro in cassa per 3,1 milioni di euro. E un patrimonio netto di quasi 3 milioni. Un sistema che potrebbe quindi mettere in salvo un bel pezzo di Carroccio, anche qualora la richiesta della restituzione dei rimborsi da parte dello Stato diventasse esecutiva.
L’altra contromossa di Salvini, infine, potrebbe essere politica. Dire addio alla Lega Nord e fondare un nuovo movimento. Ripartendo quindi da zero. Senza più il pratone di Pontida magari, ma con le famose aspirazioni nazionali.