La Verità, 15 luglio 2017
Facciamo i conti in tasca ai mercanti di gol
È ancora una volta l’estate di Mino Raiola. Un anno fa aveva piazzato l’affare di Paul Pogba al Manchester United per 105 milioni di euro, intascandosi 25 milioni di parcella; ora l’agente calcistico che parla sette lingue (tutte male) ha trattato il trasferimento dall’Everton ai Red Devils dell’attaccante belga Romelu Lukaku per la discreta cifra di 85 milioni di euro. A questo si aggiunge, naturalmente, la telenovela di Gianluigi Donnarumma, piccolo grande psicodramma italiano che si è concluso con la pace e il rinnovo del contratto del giovane portiere del Milan da 6 milioni netti l’anno per 4 stagioni. Ma Raiola non è il solo procuratori in grado di fatturare più un club. Dal portoghese Jorge Mendes all’iraniano Kia Joorabchian, oggi i grandi affari sono gestiti sempre dagli stessi quattro o cinque uomini, i veri padroni del mercato, i quali non hanno mai avuto tanto potere come in questo momento storico. È riduttivo chiamarli agenti, ormai sono degli intermediari che presentano le offerte e conducono le trattative e che si sono presi parte del potere dei presidenti e delle proprietà. Stando al report Fifa Intermediaries in international transfers, tra il 2013 e il 2016 in tutto il mondo sono stati spesi 1,1 miliardi di dollari per le commissioni agli agenti calcistici. Ma come siamo arrivati a questa situazione e a questo evidente squilibrio?
CANCRO «Il cancro del calcio», così Aurelio De Laurentiis de – finì i procuratori lo scorso ottobre. Il presidente del Napoli si riferiva in quel momento agli insistenti tentativi dell’agente di Kalidou Koulibaly, Bruno Satin , per portare il difensore al Chelsea, tentativi falliti.
PERCENTUALI I numeri ufficiali della Figc dicono che, nel 2016, i club di Serie A hanno speso in commissioni per i vari procuratori 193,3 milioni di euro, ovvero il 130% in più rispetto agli 84,4 milioni del 2015.
DEREGULATION La data della svolta è il 1° aprile 2015, quando la Fifa ha varato una deregulation del settore. Addio agli albi internazionali per gli agenti e all’annesso esame di abilitazione, da allora è sufficiente iscriversi all’elenco tenuto dalle federazioni nazionali per prestare servizio per un atleta o per una società. Inoltre, sono stati eliminati i tetti vincolanti alle commissioni; rimane una raccomandazione (per lo più disattesa) presente nell’articolo 7 del regolamento che invita a non superare il 3% dello stipendio lordo del giocatore o del prezzo del trasferimento. Nel nostro Paese la Figc, che si era dotata di una normativa ferrea, ha dovuto rivedere per intero il regolamento, abolendo ad esempio il divieto per un agente di rappresentare contemporaneamente il calciatore e il club, rimanendo in balia così dei conflitti d’interesse. Come unica forma di difesa la Federcalcio può pubblicare tutti i dati delle operazioni, nel nome della trasparenza. Si sono così moltiplicate le figure ibride, in grado di esercitare sulle società di calcio un potere rilevante.
PINI Il capostipite della nuova generazione di procuratori è sicuramente Pinhas Zahavi detto Pini. Israeliano, ex giornalista sportivo, entrò un po’ alla volta nel mercato del calcio inglese alla fine degli anni Ottanta, arrivando a guidare l’acquisto del Chelsea da parte del magnate russo Roman Abramovich. Il colpo della vita («Pini builds Roman Empire» titolò nel giugno del 2003 il Times).
RECORD Pini Zahavidetiene forse il record della più alta percentuale di commissione incassata sulla compravendita di un giocatore. Nel 2005, sui 7,5 milioni di sterline che Portsmouth pagò al Middlesbrough per acquistare l’attaccante nigeriano Aiyegbeni Yakubu, il procuratore israeliano ne incassò 3.
IMMAGINE Il portoghese Jorge Mendes è forse il procuratore più attento all’immagine e alla comunicazione. Sempre impeccabile, abbronzato, con una moglie bella e appariscente, è considerato da José Mourinho «un fratello, non un’agente». Cura gli affari di quella macchina da soldi chiamata Cristiano Ronaldo, il quale lo considera «un padre» (due estati fa, in occasione delle sue nozze, Cr7 regalò a Mendes un’isola greca). Non ha realizzato molti affari in Italia, almeno fino a quest’estate: è stato lui a favorire l’arrivo al Milan dell’attaccante André Silva , pagato al Porto 38 milioni di euro.
FINANZA La società di Mendes, la Gestifute, fondata nel 1996, ha sotto contratto circa 90 tra calciatori e allenatori, con un portafoglio clienti che vale almeno 400 milioni di euro. Tra i suoi assistiti Angel Di Maria, James Rodriguez, Falcao, Thiago Silva, Diego Costa. Muovendosi in modo spregiudicato, ha costruito una fitta rete di alleanze in giro per il mondo, come ha raccontato bene Pippo Russo in M, l’orgia del potere. Controstoria di Jorge Mendes, il padrone del calcio globale (Edizioni Clichy, 2016). Ma la Gestifute si trova anche al centro di numerose inchieste giudiziarie e giornalistiche. Football Leaks, ad esempio, 6 mesi fa ha ricostruito nel dettaglio la rete di società offshore creata per la gestione dei patrimoni degli atleti.
CENTODIECI Jonathan Barnett è passato alla storia per l’opera – zione di calciomercato più costosa di sempre (almeno fino a quest’estate), il passaggio del Gareth Bale dal Tottenham al Real Madrid per 110 milioni di euro. Per quell’affare Barnett intascò una cifra intorno ai 30 milioni. La sua agenzia, la Stellar Group, gestisce un patrimonio di calciatori del valore di 347 milioni complessivi: ci sono tra gli altri Grzegorz Krychowiak del Paris Saint-Germain, e Adam Lallana del Liverpool.
SUNING Nonostante l’uomo sia sfuggente e le sue dichiarazioni rarissime, il Daily Telegraph, ha piazzato Kia Joorabchian al quarto posto tra i procuratori più potenti al mondo, dietro Jorge Mendes, Mino Raiola e Jonathan Barnett. Questo quarantacinquenne anglo-iraniano, figlio di un ex venditore d’auto di Teheran, ha curato, tra l’altro, l’affare che ha visto il gruppo Suning rilevare circa il 70% dell’Inter. Stando al sito Football Leaks, negli ultimi 4 anni avrebbe guadagnato circa 170 milioni di euro grazie ai trasferimenti dei giocatori. È stato lui a curare il passaggio del brasiliano Oscar allo Shanghai per 60 milioni di euro. Tra i suoi assistiti Carlos Tevez, Joao MarioeGabigol.
RAPPORTI Un italiano di grandi capacità apparso sulla scena molto prima di Raiola è Giovanni Branchini, che si può considerare un procuratore ante litteram. Fu lui a portare Ronaldo (il Fenomeno) in Italia, mentre più recentemente ha curato il passaggio di Pep Guardiola e Carlo Ancelotti al Bayern Monaco e quello di Toni Kroosal Real Madrid (per 25 milioni di euro). Tutti affari che dimostrano come Bran – chini abbia un rapporto speciale con il club bavarese. D’altra parte è comune a molti procuratori avere canali privilegiati con alcune società, un po’ come accaduto fra il Milan e Raiola finché al timone del club rossonero è rimasto Adriano Galliani, e prima del caso Donnarumma.
LITIGARE «Quelli di oggi sono intermediari e per intermediare meglio, bisogna prima litigare», ha spiegato lo storico agente Dario Canovi. Perché, alla fine, un trasferimento porta sempre più soldi di un rinnovo.
LOGICA Beppe Marotta, direttore generale e amministratore delegato della Juventus, tempo fa ha lanciato l’allarme sulla Gazzetta dello Sport: «Quando una società si trova a confrontarsi con altre concorrenti, soprattutto con le big europee, giocoforza è costretta ad accettare richieste fuori da ogni logica. Bisogna calmierare il ruolo di questi professionisti, che sono seri ma anche molto esosi». La Fifa post Blatter, che con Gianni Infantino proclama di aver intrapreso un nuovo corso con un processo di autoriforma, non si è ancora interessata dello strapotere degli agenti.