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 2017  luglio 08 Sabato calendario

La dynasty saudita fa paura all’Occidente

La mossa è passata quasi sotto traccia in Occidente ma equivale a un terremoto politico in una delle regioni più instabili del mondo, avrà ripercussioni internazionali ed è contornata da aneddoti e misteri degni di un film in stile Alfred Hitchcock. Ricordiamo i fatti: solo due settimane fa in Arabia Saudita l’anziano re Salman Bin Abdulaziz ha nominato come erede al trono il suo figlio prediletto, Muhammad Bin Salman, 31 anni, facendo clamorosamente fuori il successore in pectore, il nipote Mohammed Bin Nayef, 57 anni. In una regione dove l’anzianità è un pregio, questo passaggio è apparso come una svolta. Il fatto è che l’ex principe ereditario Mohammed Bin Nayef, privato di tutti i suoi poteri, è stato di fatto recluso nel suo palazzo di Gedda. Rientrato dal colloquio in cui re Salman gli annunciava la decisione, si sarebbe trovato circondato da guardie che non erano più i suoi fedelissimi, ma uomini leali a colui che aveva preso il suo posto. Scopo della manovra sarebbe quello di prevenire ogni forma di resistenza o opposizione da parte dello spodestato che, per oltre 30 anni, ha tenuto sotto controllo tutti gli apparati di sicurezza e che gode di massima stima all’interno della famiglia reale e dei centri di poteri fondamentali. Infatti Bin Nayef è il più esperto e autorevole dei principi di Riad, l’uomo che ha fermato la diffusione di Al Qaeda nel regno e che per questo ha quasi perso la vita, scampando per miracolo a un attentato nel 2009. Eppure qualche sentore c’era: la strada al giovane sovrano Bin Salman era stata spianata almeno dall’aprile 2015, quando era stato nominato vice principe ereditario. Negli ultimi 2 anni, così, il nuovo erede Mbs, come tutti lo chiamano a Riad, si è reso protagonista di una delle più rapide ascese al potere della storia del Medio Oriente. Sotto lo sguardo del padre, da rampollo privo di ogni esperienza politica, si è trasformato in ministro della Difesa, responsabile delle politiche economiche e giovanili e titolare del contestato progetto di privatizzazione di Saudi Aramco, la più grande compagnia petrolifera del mondo, cassaforte delle ricchezze del regno.
YEMEN Mentre Bin Nayef (l’escluso) è stato per anni l’alleato numero uno dell’Occidente, Muhammad Bin Salman è più spregiudicato, portatore di una linea politica più aggressiva e spesso giudicata avventata dagli analisti. È l’uomo che guida la guerra in Yemen, che ha portato finora pochi risultati ma migliaia di morti.
ZUCKERBERG Il nuovo delfino Mbs rivendica come modelli Winston Churchill, Sun Tzu e Mark Zuckerberg. A differenza di molti dei rampolli reali, non ha studiato all’estero e preferisce parlare l’arabo anziché l’inglese.
TECNOLOGIE Il principe Mbs è diventato soprattutto il volto e il motore di un Paese che vuole a tutti i costi cambiare faccia. Un piano, chiamato Vision 2030, che tende ad allentare la dipendenza dal petrolio, modernizzando una fra le società più chiuse del mondo, portando i giovani e le donne sul mercato del lavoro, sviluppando nuove tecnologie.
GIOVANE L’Arabia Saudita è sempre stata governata da sovrani tra i 70 e gli 80 anni. E ora, per la prima volta nella storia, lo scettro verrà affidato a un uomo che ha la stessa età della maggior parte della popolazione su cui sarà chiamato a regnare – il 60% dei sauditi ha meno di 30 anni.
SENIORATO La successione al trono saudita è regolata dall’antica legge del seniorato: un’assemblea familiare decide l’erede dalla generazione del predecessore o da quella immediatamente successiva, privilegiando non tanto il figlio di un sovrano in carica o deceduto, quanto il più anziano appartenente alla famiglia.
MOSCHEA In Arabia Saudita il re è conosciuto con il titolo di «Custode delle due sacre moschee», ovvero la sacra moschea della Mecca e la moschea del Profeta a Medina.
SPOSA Re Salman Bin Abdulaziz al Saud è salito al trono il 23 gennaio 2015, quasi ottantenne, al posto del fratellastro Abdullah Bin Abdulaziz, morto a 91 anni per un’infe – zione ai polmoni. È uno dei cosiddetti «sette Sudairi», i sette fratelli nati dall’unione tra il fondatore della dinastia e della sua sposa favorita, Hassa Bint Ahmed al Sudairi, il ramo più grande e coeso della famiglia reale.
TWITTER Re Salman, per celebrare la sua incoronazione, aveva regalato circa 28 miliardi di euro alla popolazione. «Carissimi: voi meritate di più e tutto quello che farò non sarà abbastanza per darvi quello che vi meritate», aveva scritto su Twitter il nuovo re. Il messaggio era stato ritwittato più di 350.000 volte.
RAMI Il fondatore dell’Arabia Saudita moderna, Abdul Aziz al Saud, padre di Salman, ebbe 53 figli ufficialmente riconosciuti: i suoi discendenti sono stati quasi tutti altrettanto prolifici. Oggi la famiglia reale conta circa 5.000 membri, ma con tutte le diramazioni le stime arrivano fino a 15.000 persone.
PATRIMONIO Il patrimonio netto di Re Salman è di 1,32 miliardi di dollari (dati Forbes 2017).
HERCULES Lo sfarzo dei sovrani arabi si manifesta soprattutto quando viaggiano. Si è da poco concluso il tour asiatico di re Salman durante il quale non ha certo badato a spese: ha viaggiato con un corteo di ben 1.500 persone, tra cui 25 principi, 10 ministri e circa 100 guardie del corpo. La delegazione è arrivata in Asia con sei aerei Boeing e un Lockheed C-130 Hercules, con dentro due limousine Mercedes-Benz S600 e due ascensori elettrici per soddisfare i bisogni del monarca. In Indonesia, per scaricare i bagagli, sono stati assunti 572 lavoratori. L’ultraottantenne re saudita ha utilizzato una scala d’oro per scendere dall’aereo.
PETROLIO La dinastia Al Saud è gestore esclusivo delle riserve petrolifere saudite, che costituiscono il 25% di quelle globali, occupando l’80% delle entrate e il 45% del prodotto interno lordo nazionale.
RENDITE Non tutti i membri della dinastia condividono lo stile di vita dei principi e i familiari più vicini al re: moltissimi devono «accontentarsi» di ricchi appartamenti, invece di interi palazzi, e di Mercedes e Suv al posto di Bugatti e Maserati. Seconde le stime fatte da un diplomatico americano, i figli di Abdul Aziz, fondatore del regno, godono di una rendita di circa 270.000 dollari al mese, mentre i suoi pronipoti ne ricevono appena 8.000. Da queste cifre sono esclusi i regali di nozze o abitazioni, che possono arrivare anche a diversi milioni di dollari.
PAPERS Anche la dinastia saudita è finita nello scandalo Panama Papers: lo studio Mossack Fonseca risulta aver gestito la creazione delle società offshore a cui sono intestati gli yacht del re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz Al Saud, insieme a quelli del sovrano del Marocco, Mohammed VI.
PRINCIPESSA Fece il giro del mondo la notizia della principessa araba – rimasta anonima – che, nel 2009, per salvarsi la vita chiese asilo politico a Londra perché, sposata con un membro della famiglia araba molto più anziano di lei, partorì il figlio di un britannico.
LAPIDAZIONE L’applicazione della sharia prevede la lapidazione dell’infedele assieme al suo bambino, considerato il frutto del peccato. Dal 1990 a oggi, 40 donne sono state brutalmente uccise in questo modo.
MILLE Le storie delle Mille e una notte è incentrata sul re persiano Shahriyar che, tradito da una delle sue mogli, uccise sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze.