Gazzetta dello Sport, 30 agosto 2017
Un altro missile di Kim, stavolta contro il Giappone

Mentre scriviamo è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato su richiesta di Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti per il fatto che Kim, il dittatore della Corea del Nord, ha lanciato il diciottesimo missile dell’anno, stavolta sorvolando lo spazio aereo giapponese, un’iniziativa che secondo tutti ha superato la soglia del tollerabile.
• E quindi?
E quindi non lo so. Una cosa è dire che si è superata la soglia del tollerabile - perfino da parte dei pochi amici della Corea del Nord, tipo l’Indonesia - e un’altra è agire di conseguenza. La Corea del Sud, per bocca del suo presidente Moon Jae-in (che ha vinto le elezioni impegnandosi a dialogare col Nord), era apparsa finora molto scettica sulle pseudomattane di Kim. Ieri invece ha spedito quattro caccia F15 sul Pilseung Range, campo militare della costa orientale, poco distante dal confine che separa il Sud dal Nord, I quattro caccia F15 hanno sganciato otto bombe MK-84. L’operazione sarebbe stata concordata tra il direttore della sicurezza nazionale Chung Eui-yong e la controparte americana H.R. Master. Seul ha avvertito che se Kim continuerà a sparare missili, ci saranno rappresaglie. Americani e sudcoreani hanno quasi concluso l’annuale esercitazione militare, che Kim e i suoi antenati hanno sempre vissuto con fastidio, considerandola una prova generale dell’invasione sudista del Nord. I cinesi avevano consigliato gli americani di rinunciare all’esercitazione, come gesto di buona volontà, preliminare alla formazione di un tavolo. Washington e Seul, niente. Adesso la presa di posizione cinese è estremamente preoccupata. L’ha pronunciata la signora Hua Chunying, portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Yi: le tensioni hanno raggiunto un punto di svolta, è necessaria l’apertura di trattative per la pace, «pressioni e sanzioni contro Pyongyang non sono in grado di risolvere la questione alla radice», «Pechino si oppone alle mosse del Nord che violano le risoluzioni dell’Onu», «la situazione resta altamente sensibile e tutti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo e i negoziati», «le tensioni sono arrivate a un punto di non ritorno». È molto importante che la Cina abbia giudicato inutili altre sanzioni, dopo aver votato a favore di sanzioni contro la Corea del Nord per un miliardo. Significa, direi, che vuole affrontare il problema sul serio. Ed è l’unico Paese, la Cina, che può affrontare il problema sul serio senza scatenare la Terza guerra mondiale. Sull’inutilità delle sanzioni è d’accordo anche Mosca. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che la Russia si atterrà alle decisioni dell’Onu. «Insistiamo sul fatto che i nordcoreani devono rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite. C’è un’escalation delle tensioni e siamo estremamente preoccupati».
• E i giapponesi? Quest’ultimo lancio, alla fine, è passato sopra le loro teste.
Al momento del lancio, le emittenti nipponiche hanno interrotto la programmazione con avviso di J-Alert. J-Alert è un sistema di allarme, in vigore del 2007, col quale si spera di provvedere con la massima urgenza all’evacuazione di un centro abitato. In questo caso l’evacuazione di Hokkaido, la città sorvolata dal razzo. Gli altoparlanti, dalle vie di Hokkaido, hanno gridato il pericolo, facendo rimbombare tutta la città. I treni sono stati fermati. «Sono stato svegliato da un messaggio sul mio cellulare» ha raccontato Ayaka Nishijima, 41 anni, impiegato nell’isola di Honshu, «non mi sono sentito affatto pronto. Anche se ci arrivano questi avvisi non possiamo fare nulla. Non abbiamo rifugi, possiamo solo scappare dalla finestra». In mezzo alle urla delle sirene, la voce gridava: «Lancio di missile, lancio di missile dalla Corea del Nord, per cortesia ritiratevi in un edificio solido o in un seminterrato, lancio di missile, lancio di missile». Il premier Shinzo Abe è apparso in televisione. Ha giudicato la mossa di Pyongyang gravissima. Trump ha detto che ormai contro la Corea del Nord «tutte le opzioni sono sul tavolo».
• Parliamo di questo missile.
Alle 5.57 del mattino di lunedì, corrispondenti alle 22.57 nostre, s’è alzato dalla Corea del Nord un missile probabilmente del tipo Taepodong-2, capace di volare per 6-8.000 chilometri. Questo missile, restando a un’altezza di 550 chilometri, ha percorso 2.700 chilometri, poi s’è spezzato in tre tronconi ed è precipitato in mare, a nord del Giappone. Kim aveva fatto lanciare altri tre missili nella notte tra venerdì e sabato. Uno era scoppiato subito, gli altri due avevano percorso 250 chilometri. La Corea del Nord disporrebbe di un migliaio di testate. Il problema è se ha o no la mini-bomba atomica da montare su una di queste testate, e con la quale colpire Seul, oppure Tokyo oppure la costa occidentale degli Stati Uniti.
• Potrebbe colpire anche l’Italia?
Piazzi una mappa del mondo su un tavolo, tenendo al centro la Corea del Nord. Un missile Taepodong-2 può colpire, sulla tutta l’Alaska, un quarto del Canada e un piccolo pezzo degli Stati Uniti. Sull’altro lato, facendo centro a Pyongyang, si arriva fino alla Manica. Se si traccia un cerchio con Pyongyang al centro, l’Italia sta dentro.