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 2017  agosto 29 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - UN ALTRO MISSILE DI KIMREPUBBLICA.ITSEUL - Aveva minacciato anche lui "fuoco e fiamme", come Donald Trump, ma sull’isola americana di Guam, nel Pacifico, e stavolta ci è andato se non vicino sicuramente più lontano dell’ultima volta

APPUNTI PER GAZZETTA - UN ALTRO MISSILE DI KIM

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SEUL - Aveva minacciato anche lui "fuoco e fiamme", come Donald Trump, ma sull’isola americana di Guam, nel Pacifico, e stavolta ci è andato se non vicino sicuramente più lontano dell’ultima volta. Kim Jong-un bussa alle porte di Tokyo, facendo volare per 2700 chilometri, a un’altezza di 550, un missile che dopo aver passato Hokkaido si spezza in tre parti nel Mare del Giappone. "È una minaccia grave e senza precedenti", dice il governo di lì: è già accaduto, per la verità, nel 1998 e poi nel 2009, anche se allora Pyongyang mascherò lo scherzetto vestendolo da test per un satellite. È comunque il diciottesimo missile lanciato da Pyongyang nel 2017.

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Ma la Corea del Nord da allora è diventata molto ma molto più pericolosa. I servizi coreani sono convinti che sarebbe già pronta a montare un’atomica su un missile intercontinentale: capace dunque di raggiungere gli Usa. In ogni caso - secondo le fonti sud coreane -  questo missile balistico sarebbe il primo disegnato per trasportare una testata nucleare. Sarebbe la "linea rossa" che il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha giurato che Kim non dovrebbe passare. E proprio per fermarlo ieri ha annunciato di voler aggiornare la capacità di difesa, ma anche di offesa, del Paese.

Proprio lui, che è il presidente eletto con la promessa di dialogare con il Nord. Proprio lui, che dopo il triplice lancio di sabato aveva invitato a non fare conclusioni affrettate: ragionamento per una volta condiviso dall’amico americano, con il segretario di Stato Rex Tillerson a ripetere che ci vuole tempo, dopo avere addirittura elogiato, nei giorni scorsi, la "moderazione" del Giovane Maresciallo. Trump aveva detto di più: lo vedete che ha incominciato a mostrarci rispetto?
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La nuova provocazione ha invece messo sottosopra il Giappone: è volato sopra di noi, ha confermato il premier Shinzo Abe apparendo in tv, e il governo ha dato disposizioni alle popolazioni del nord del paese di mettersi, nel caso, al sicuro. In tv è scattato l’allarme: "Lancio di missile, lancio di missile, portatevi in un luogo sicuro". Gli americani si sono limitati a dire, come succede in questi casi, che il lancio non costituisce alcun pericolo per gli Stati Uniti.
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Per ora: Kim ha lanciato già in luglio due Icbm, missili balistici intercontinentali, capaci di volare oltre 10mila chilometri, in grado dunque di raggiungere il territorio Usa. La corsa a ottenere il supermissile continua: insieme a quella per realizzare sempre più efficacemente la minibomba. Proprio ieri i servizi sudcoreani hanno avvertito il Parlamento che un nuovo test nucleare sarebbe imminente, il numero sei della serie dopo quello che l’anno scorso seguì, a ottobre, proprio la fine delle manovre congiunte Usa-Corea del Sud. È la sceneggiatura che seguono da anni: Washington e Seul si esibiscono nei war games, le simulazioni di guerra al computer, Pyongyang sostiene che si tratta di prove di invasione, e reagisce con qualche tipo di provocazione. Gli Ulchi Guardian Freedom drills si concludono mercoledì: c’è sempre tempo per qualche altro scherzetto.

Scontata, comunque, la richiesta di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud di una convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Vertice che si terrà oggi stesso.
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E da Seul c’è stata subito anche una risposta "militare" al lancio del missile da parte di Pyongyang. La Corea del Sud ha tenuto manovre aeree con quattro caccia F-15 che hanno sganciato otto bombe MK-84 su target al Pilseung Range, campo militare sulla costa orientale: il portavoce presidenziale Park Su-hyun ha detto che il direttore della sicurezza nazionale Chung Eui-yong ha avuto un colloquio con la controparte americana H.R. McMaster sull’ultima "provocazione" del Nord.

In Giappone al momento del lancio, le emittenti televisive e radiofoniche hanno interrotto la programmazione con avviso di "J-Alert". I treni sono stati temporaneamente fermati, l’allarme è risuonato dagli altoparlanti di Hokkaido. "Sono stato svegliato da un messaggio sul mio cellulare" racconta Ayaka Nishijima, 41 anni, impiegato nell’isola di Honshu, "non mi sono sentito affatto pronto. Anche se ci arrivano questi avvisi non possiamo fare nulla. Non abbiamo rifugi, possiamo solo scappare dalla finestra.." ll messaggio di testo recitava: "Un missile è stato lanciato dalla Corea del Nord. Per cortesia ritiratevi in un edificio solido o un seminterrato".

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PYONGYANG - Kim Jong-un lancia il diciottesimo missile nel 2017, che vola per 2700 chilometri e cade nel Pacifico a est dell’isola di Hokkaido: la comunità internazionale è sempre più tesa.

Donald Trump ha dichiarato che ormai contro la Corea del Nord: "Tutte le opzioni sono sul tavolo. Azioni di minaccia e destabilizzanti aumentano solo l’isolamento del regime nordcoreano". "Il mondo ha ricevuto l’ennesimo messaggio forte e chiaro: questo regime ha segnalato il suo disprezzo per i Paesi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale", ha aggiunto il presidente Usa.

Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone hanno già convocato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, in programma per oggi pomeriggio, rendendo pubblica la richiesta sull’account Twitter della missione giapponese, e senza fornire altri dettagli.

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Il missile balistico a medio raggio lanciato dalla Corea del Nord è il primo disegnato per trasportare una testata nucleare: lo riportano i media sudcoreani. Una mossa che, secondo i militari di Seul, è la più aggressiva di Pyongyang verso un alleato Usa

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Pyongyang ha replicato immediatamente: "Ora che gli Stati Uniti hanno dichiarato apertamente la propria volontà ostile verso la Repubblica Popolare Democratica di Corea, aumentando le esercitazioni militari congiunte e aggressive, nonostante le ripetute avvertenze (...) Il mio Paese ha ogni ragione per rispondere con dure contromisure come esercizio dei suoi diritti di autodifesa", ha detto Han Tae-Song alla conferenza sul disarmo di Ginevra, senza riferirsi direttamente al lancio del missile che ha sorvolato il Giappone. "Gli Stati Uniti saranno pienamente responsabili delle conseguenze catastrofiche che la nostra reazione comporterà" ha aggiunto.
  Giappone, la sirena e l’annuncio dopo il passaggio del missile della Corea del Nord Condividi   Per Tokyo "il lancio è un atto di un’estrema gravità e costituisce una seria minaccia per la sicurezza dell’intera regione", ha ribadito il premier nipponico Shinzo Abe. Dopo un colloquio telefonico con il presidente Usa Donald Trump, Abe ha spiegato che adesso non è il momento opportuno per il dialogo, ma non si può allentare in nessun modo la pressione sul regime di Pyongyang. I due leader hanno inoltre concordato sull’importanza della Russia e della Cina nella questione diplomatica nordcoreana

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In un incontro separato con la stampa il ministro degli Esteri nipponico Taro Kono ha definito la scelta del lancio del missile nordcoreano a sud della costa dell’Hokkaido come una decisione opportunistica per Kim Jong-un: un razzo sull’isola di Guam, secondo Kano avrebbe provocato reazioni molto più gravose per Pyongyang da parte degli Stati Uniti.
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Più diplomatica la Cina che ha chiesto moderazione e autocontrollo a tutte le parti coinvolte. Il commento è stato pronunciato da il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying: le tensioni hanno raggiunto un "punto di svolta". Hua ha inoltre lanciato un appello per l’apertura di trattative di pace, dal momento che "pressioni e sanzioni" contro Pyongyang "non sono in grado di risolvere la questione alla radice". Pechino "si oppone" alle mosse del Nord in violazione delle risoluzioni dell’Onu, "la situazione resta altamente sensibile e tutti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo e i negoziati".

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov ha ribadito che Mosca si atterrà "alle risoluzioni delle Nazioni Unite" così come, "insistiamo sul fatto che anche i  coreani del nord debbano rispettarle". La Russia è "estremamente preoccupata" ma "è chiaro a tutti che l’opzione delle sanzioni si è ormai esaurita" ha aggiunto il vice ministro degli Esteri Sergei Riabkov. "Maggiori sanzioni - ha detto - non risolveranno il problema". "C’è una tendenza all’escalation delle tensioni e siamo estremamente preoccupati", ha ribadito Riabkov.

"La Corea del Nord ha dimostrato che le sue minacce alla base americana di Guam non sono un bluff" ha spiegato Konstantin Kosachev, presidente della commissione Esteri della Camera alta del Parlamento russo. Seul ha risposto militarmente e avvertito che se i test continueranno ci saranno rappresaglie.
  Corea del Sud, bombe su una montagna: la risposta al lancio del missile della Corea del Nord Condividi   Dalla Francia il presidente Emmanuel Macron ha fatto sapere che Parigi continuerà a spingere per politiche "intransigenti" verso la Corea del Nord ed è pronta ad intraprendere nuove iniziative dopo il nuovo "irresponsabile" lancio di missile. La condanna alla Corea del Nord è arrivata anche da Londra. Theresa May è "scandalizzata": "La prima ministra è sconvolta dalla provocazione sconsiderata della Corea del Nord e la condanna fermamente", ha comunicato un portavoce di Downing Street confermando che domani la premier andrà in Giappone per una visita di tre giorni. "Indignato per l’imprudente provocazione della Corea del Nord. Condanno nei termini più energici l’ultimo lancio illegale da parte della Corea del Nord" ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson.
 

Outraged at reckless provocation by #NorthKorea. Strongly condemn latest illegal missile launch by #DPRK

— Boris Johnson (@BorisJohnson) 28 agosto 2017
Il primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha dichiarato che la Cina, principale alleato e partner commerciale della Corea del Nord, deve fare: "La Cina deve risolvere la questione, allentare la pressione" ha dichiarato Turnbull alla radio australiana, "hanno condannato questi test dei missili come tutti gli altri Paesi, ma un’unica presa di posizione significa anche una sola responsabilità".

L’Indonesia, una delle poche nazioni che detiene rapporti cordiali con la Corea del Nord da decenni, ha condannato il lancio: "Test missilistico non rispetta gli obblighi internazionali della Corea del Nord. La stabilità sulla penisola coreana è molto importante", ha affermato il ministro indonesiano. Le Filippine, a capo quest’anno dei dieci Paesi che fanno parte dell’Alleanza delle Nazioni del Sud-Est asiatico, hanno espresso "grave preoccupazione", esortando Pyongyang a fermare "tali provocazioni". Il segretario agli Affari Esteri dell’Afghanistan, Alan Peter S. Cayetano, ha invitato la Corea del Nord a fermarsi: "Provocazioni come quest’ultimo lancio di missili dovrebbero fermarsi per poter rendere possibile la creazione di un dialogo".
 

In Giappone al momento del lancio, le emittenti televisive e radiofoniche hanno interrotto la programmazione con avviso di "J-Alert". I treni sono stati temporaneamente fermati, l’allarme è risuonato dagli altoparlanti di Hokkaido. "Sono stato svegliato da un messaggio sul mio cellulare" racconta Ayaka Nishijima, 41 anni, impiegato nell’isola di Honshu, "non mi sono sentito affatto pronto. Anche se ci arrivano questi avvisi non possiamo fare nulla. Non abbiamo rifugi, possiamo solo scappare dalla finestra.." ll messaggio di testo recitava: "Un missile è stato lanciato dalla Corea del Nord. Per cortesia ritiratevi in un edificio solido o un seminterrato". VIDEO

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L’Italia, come gli altri Paesi, ha espresso "la propria più ferma condanna per il lancio. La frequenza dei test missilistici di Pyongyang e il continuo sviluppo delle relative tecnologie rappresentano fonte di grande e crescente preoccupazione, oltre a destabilizzare l’equilibrio regionale" ha dichiarato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. "La condanna è ancor più importante oggi, giornata internazionale contro i test nucleari. La Repubblica Democratica Popolare di Corea deve immediatamente abbandonare lo sviluppo del suo programma nucleare", ha concluso il titolare della Farnesina.

"Non è bello essere svegliati alle 6 del mattino da altoparlanti che annunciano che un missile sta volando sopra le nostre teste" ha raccontato su Facebook la cantante lirica e docente Gemma Bertagnolli, in Giappone per tenere una master class di canto

28 luglio 2017
ROMA - La Corea del Nord ha lanciato in piena notte un nuovo missile balistico che è caduto nella zona economica esclusiva del Giappone, cioè il tratto di mare che si estende per 200 miglia nautiche dalla costa giapponese. Si tratta di un vettore che ha le caratteristiche del tipo intercontinentale (Icbm), come hanno confermato i governi di Seul, Tokyo e Washington. Per l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, che cita come fonte l’esercito di Seul, il missile è un modello "intercontinentale avanzato". Da Washington, il presidente Trump definisce il test come "l’ultima azione avventata e pericolosa del regime. Gli Stati Uniti - aggiunge - condannano questo test e respingono l’idea" che i lanci effettuati finora "siano per garantire la sicurezza del Paese. In realtà hanno l’effetto opposto".

Il lancio è avvenuto alle 23,41, le 16,41 ora italiana, un’ora insolita per la Corea del Nord che solitamente compie questi test all’alba. Il vettore sarebbe stato lanciato dalla provincia settentrionale di Jangang e secondo i dati forniti da Pyongyang, ha volato per 998 chilometri in un arco temporale di 47 minuti e 12 secondi, raggiungendo l’altezza record di 3.724 chilometri. "È un severo avvertimento: questo dimostra che possiamo raggiungere qualsiasi zona degli stati Uniti", ha commentato il dittatore Kim Jong-un esultando per il risultato.

Sia Tokyo che la Corea del Sud hanno convocato una riunione d’urgenza del consiglio sulla sicurezza nazionale. "Condanniamo la Corea del Nord nei termini più duri e intendiamo collaborare strettamente con la comunità internazionale, tra cui gli Stati Uniti, la Corea del Sud, la Cina e la Russia per aumentare la pressione sulla Pyongyang", ha detto il primo ministro giapponse, Shinzo Abe. E Seul ha annunciato di essere pronta a prendere provvedimenti autonomi per frenare gli esperimenti nucleari di Pyongyang al più presto.

Gli Stati Uniti hanno avuto colloqui con la Corea del Sud, i generali delle due parti hanno parlato delle opzioni militari in risposta alla nuova provocazione, come afferma il capitano Greg Hicks, dello Stato maggiore delle forze armate Usa. Inoltre come immediata risposta alla provocazione, le truppe di Seul e le truppe Usa presenti nel Paese (quasi 30mila uomini) hanno subito eseguito un’esercitazione militare congiunta, con il ricorso anche a fuoco di artiglieria. Corea del Sud e Usa, il lancio dei missili in risposta al test della Corea del Nord Condividi   Anche per il Pentagono quello lanciato dalla Corea del Nord era un Icbm. A conferma che si tratti di un nuovo missile intercontinentale, o di una versione potenziata dell’Hwasong-14, non tanto il dato sulla durata del volo del missile, ma soprattutto che ha raggiunto un’altitudine apicale di oltre 3mila chilometri, ancora maggiore dell’Hwasong-14, il primo Icbm lanciato il 4 luglio scorso (2.500 chilometri) e che volò per 37 minuti. La traiettoria quasi completamente verticale - e non con quella abituale che prevede un apogeo intorno ai 1.200 chilometri - è il modo del regime nordcoreano di dimostrare al mondo di aver raggiunto la capacità di disporre di un missile intercontinentale, in grado di raggiungere bersagli anche a 6mila chilometri (ovvero lo stato Usa delll’Alaska) ed oltre, ma senza arrivare effettivamente a colpire a tale distanza, perché questo equivarrebbe ad una vera e propria dichiarazione di guerra.

Nei giorni scorsi il Pentagono aveva più volte segnalato l’imminenza di un nuovo test missilistico nordcoreano in violazione di una lunga serie di sanzioni Onu, che però non hanno mai arrestato né il programma missilistico né quello nucleare nordcorano.

A questo punto l’ultimo tassello che manca a Pyongyang per diventare a tutti gli effetti una potenza nucleare di primo piano è quella di realizzare una testata atomica miniaturizzata per poterla inserire nell’ogiva di un missile Icbm e all’interno di un cosiddetto ’veicolo di rientro’ in grado di proteggere l’ordigno alle alte temperature e alle turbolenze del rientro in atmosfera prima di colpire l’obiettivo al suolo.

Secondo il Pentagono questo ultimo passo potrebbe essere raggiunto da Pyongyang già il prossimo anno. A quel punto la Corea del Nord entrerebbe nel ’club’ delle potenze atomiche dotati di missili intercontinentali come Usa, Russia, India e Israele cui si aggiungono Francia e Gran Bretagna con i più temibili Slbm, ossia missili balistici intercontinentali lanciati da sottomarini e non da postazioni a terra.

Il 4 luglio scorso Pyongyang aveva lanciato il suo primo missile Icbm in grado di raggiungere l’Alaska. L’amministrazione Trump aveva minacciato nuove sanzioni e anche la possibilità di un’azione militare se il regime continuerà a portare avanti i suoi test.

INFOGRAFICA
Attualmente la Corea del Nord dispone di un arsenale di oltre 1.000 testate, incluse quelle a lungo raggio che potrebbero raggiungere gli Stati Uniti. I missili nordcoreani si differenziano attualmente in missili a corta gittata, capaci di estendersi per un raggio compreso tra i 300 e 500 km, missili a media gettata come i Nodong (1300 km di raggio d’azione) e i Taepodong1 (2000 km di raggio d’azione).
Il missile lanciato nelle acque del Mar del Giappone è invece un Musudan modificato (ha una gittata di circa 4000 km) potenzialmente in grado di colpire la base americana di Guam. Nella mappa sotto, i punti dove i missili nordcoreani sono in grado di arrivare attualmente.
 

La nuova tipologia di missile testata potrebbe essere dotata di motore a combustibile solido, un dato che lascia intendere di come Pyongyang stia puntando su missili intercontinentali (ribatezzati Taepodong 2), in grado di estendersi su un’area di circa 8000 km  e costituire una concreta minaccia per Usa ed Europa. Nella mappa sotto, i punti dove la Corea del Nord potrebbero potenzialmente arrivare a colpire con lo sviluppo di missili intercontinentali

TERZO FIGLIO
YONGYANG - Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha avuto il terzo figlio. L’erede è nato (o nata, non è stato reso noto se sia una femmina o un maschio) lo scorso febbraio ma l’annuncio dell’agenzia di stampa nordcoreana Yonhap, che cita fonti parlamentari di Pyongyang, è di oggi.

Come ogni volta che la moglie del dittatore nordcoreano sta per partorire, anche in questo caso Ri Sol-ju è scomparsa per mesi dalla scena pubblica. Il sospetto di una possibile gravidanza era circolato velocemente.

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A differenza del padre Kim Jong-il, Kim jong-un si mostra in pubblico più frequentemente ma i dettagli della sua vita privata, compresa la sua data di nascita e quella di matrimonio, restano sconosciuti.
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Intanto oggi, dopo l’ultimo missile balistico lanciato dalla Corea del Nord, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisce in una riunione d’urgenza. Lo riferisce un funzionario del ministero degli Esteri di Seul citato sempre dall’agenzia Yonhap, secondo il quale la riunione è stata chiesta da Usa, Corea del Sud e Giappone per discutere ulteriori azioni contro Pyongyang.

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Sull’ultima provocazione di di Kim Jong-un, il presidente Donald Trump e il premier nipponico Shinzo Abe hanno avuto una telefonata nella quale hanno convenuto di tenere viva la pressione su Pyongyang. "Il Presidente Trump mi ha detto che gli Stati Uniti sostengono al 100 per cento il Giappone", ha detto Abe.