il Fatto Quotidiano, 26 agosto 2017
Samsung, piange il telefono (e il suo boss). A Lee Jae-yong, erede dell’impero, cinque anni di carcere per corruzione
Il paradosso per Mister Samsung sarà quello di non poter usufruire di un cellulare per chiamare a casa. Almeno, questo dovrebbe prevedere la sua condizione di detenuto. Lee Jae-yong, 49 anni, erede dell’impero, già arrestato a febbraio, è stato condannato a cinque anni – la Procura ne aveva chiesti 12 – nell’ambito dello scandalo che ha determinato l’impeachment e l’arresto dell’ex presidente Park Geun-hye.
La tigre coreana si lecca le ferite; non bastavano le tensioni al confine con il regime di Pyongyang che minaccia di cancellare i vicini di casa a suon di bombe, ora arriva un colpo alla credibilità del vertice di una delle industrie simbolo del Paese asiatico. “L’essenza del caso è l’immorale collusione tra potere politico e capitale” ha scritto la Corte, dichiarando Jae-yong colpevole di corruzione, appropriazione indebita e falsa testimonianza. Tutto ruota attorno a Choi Soon-sil, “sciamana di fiducia” dell’ex presidente che aveva influenza sulle sue decisioni. Il vicepresidente di Samsung Electronics – secondo l’accusa – avrebbe cercato l’appoggio di Choi promettendo 43,3 miliardi di won (38,3 milioni di dollari) per ottenere il sostegno del fondo pensione pubblico al piano di riassetto interaziendale. Le indagini hanno dimostrato che 20,4 miliardi di won sarebbero finiti a Mir e K Sports, fondazioni riconducibili a Choi. L’avvocato del miliardario ricorrerà in appello. Nell’attesa, si vedrà come reagiranno i mercati. L’arresto di Lee non aveva avuto conseguenze: nel primo trimestre gli utili sono stati in crescita del 50%, nel secondo utili record per 9,7 miliardi di dollari.
C’è chi, però, non crede che andrà tutto liscio. Bloomberg ha raccolto la dichiarazione di Paul Swiercz della George Washington University: “Sarà più difficile per Samsung negoziare operazioni transnazionali con i suoi attuali e futuri partner globali”. Di certo Lee Byung-chu, il nonno di Jae-yong che fondò la società 80 anni fa, si rivolta nella tomba: era riuscito a cambiare il corso della storia di una azienda che si occupava di export di pesce secco, rilevando la Dongbang Life Insurance; la compagnia come garanzia per gli assicurati, aveva fra le opzioni una piccola azienda che produceva orologi; da lì prese le prime mosse la Samsung Electronics che nel 2006 diventò primo produttore mondiale di televisori. La Samsung di recente è scivolata sulla buccia di banana del cellulare Galaxy 7, ritirato per i suoi gravi difetti dal mercato, e ora la condanna del giovane boss qualche preoccupazione la porta. Una telefonata (a volte) allunga la vita, ma dipende a chi la fai: se dall’altra parte risponde la sciamana Choi, finisci dritto in galera.