La Stampa, 29 agosto 2017
Dieci buone ragioni per amare la Mostra del cinema di Venezia
1. ARRIVA PAPÀ CLOONEY
Beniamino della Mostra, dove ha sempre dato il meglio, concedendo interminabili passerelle fitte di autografi e foto in posa con i fan, Clooney vivrà quest’anno, per la prima volta, l’esperienza del divo ammogliato, pronto a sbarcare in Laguna completo di consorte e forse anche di prole. In gara con il film di regia Suburbicon, scritto con i fratelli Coen, il bel George risiederà lontano dal clamore del Lido, probabilmente al Cipriani, diviso tra obblighi di lavoro e di famiglia.
E chissà quale effetto avrà avuto sul suo fascino la nuova dimestichezza con culle e biberon. Di sicuro ai party, dove era solito tirar tardi mandando in visibilio signore di ogni età, qualcuno rimpiangerà il vecchio George, scapolo impenitente, senza gemelli e senza tempia grigia.
2. AI WEIWEI AL CONFINE
Artista di fama mondiale, nato a Pechino nel 1957 e residente a Berlino, Ai Weiwei presenta a Venezia Human Flow, documentario, definitivo e fluviale, sul tema dei migranti, girato in 22 Paesi, con l’obiettivo di offrire un quadro esauriente del problema centrale della nostra epoca: «Non c’è una crisi dei rifugiati – dichiara l’autore -, ma piuttosto una crisi umana. Il confine non è a Lesbo, ma si trova, in verità, nella nostra mente e nella nostra anima».
3. FINALMENTE SARA
Destinata fin dall’esordio in Salvo, dove era una non vedente, a ruoli intensi, sofferti e pensosi, Sara Serraiocco, classe 1990, finalmente si scatena in Brutti e cattivi di Cosimo Gomez. Stavolta si chiama Ballerina, è una dark lady senza braccia e senza cuore, dotata di un travolgente sex appeal e di un gusto spiccato per i travestimenti. Quando balla nessuno può resisterle. Tantomeno il pubblico.
4. MERAVIGLIE VIRTUALI
Diventa il regno della realtà virtuale, raggiungibile con navetta acquea da diversi approdi del Lido, presidiata da personale qualificato pronto a guidare i visitatori nel percorso dell’esperienza più innovativa della rassegna. A pochi minuti di distanza dal Palazzo del Cinema, ci si ritroverà immersi nei paesaggi più vari, dal Paese delle meraviglie di Alice, in Alice, the Virtual Reality Play di Mathias Chelebourg, alla struttura fatta di parole, disegni e racconti della «Camera insabbiata» di Laurie Anderson e Huang Hsin-Cheen. Unica raccomandazione, essere pronti a tutto.
5. BURRATA O CHAMPAGNE
Le più esclusive sono lontane dal Lido, nei palazzi nobiliari affacciati sul Canale Grande oppure sugli isolotti disseminati in laguna. Il cast del film d’apertura Downsizing, Matt Damon in testa, si riunirà, domani sera, dopo la prima, a Ca’ Rezzonico, mentre sull’Isola di San Clemente, al Kempinsky Palace, brinderanno per First Reformed il regista Paul Schrader e gli interpreti Ethan Hawke e Amanda Seyfried.
Ma non si vive di solo glamour e c’è anche chi ai party inaccessibili ma freddi preferisce cene sostanziose. Come quella, a base di prodotti tipici pugliesi, organizzata al Lido per il film di Edoardo Winspeare La vita in comune. Burrata o champagne? Questo sarà il dilemma.
6. DIVI CONTRO IL TEMPO
Intramontabili miti del cinema di sempre, specialisti nel coniugare glamour e idee, fascino e impegno, Robert Redford e Jane Fonda riceveranno i due Leoni alla carriera della 47esima Mostra, oltre a presentare, fuori concorso, il nuovo film che li vede insieme, Our Souls at Nigh
t, tratto dal venerato romanzo di Kent Haruf. La commozione è d’obbligo. Per il tempo che passa. E per i divi che riescono a cancellarlo. Preparate i fazzoletti.
7. CANNIBALI, ZOMBIE E ALTRI ORRORI
Un festival che si rispetti non può farne a meno e la Mostra, quest’anno, è generosa. Imperdibili, quindi, il documentario per stomaci forti Caniba, di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor, con il protagonista Issei Sagawi che descrive la sua filosofia antropofaga, lo storico videoclip di John Landis Thriller, con Michael Jackson, stavolta in 3D, il coraggioso esperimento di Antonietta De Lillo che, nel Signor Rotpeter, ispirato al racconto di Kafka Una relazione per un’ Accademia, dirige una Marina Confalone trasformata in scimmia, a zonzo per le vie di Napoli.
8. LE ALTRE SEI ARTI
Oltre il Lido e oltre la frenesia della kermesse, è aperta, fino al 26 novembre, Viva arte viva, curata da Christine Macel, nell’ambito della Biennale presieduta da Paolo Baratta. Suddivisa in nove capitoli, firmata da 120 artisti provenienti da 51 Paesi, l’esposizione celebra, quest’anno, «l’esistenza stessa dell’arte e degli artisti». Un appuntamento prestigioso. Anche un modo per ricordare che il cinema è la settima arte, prima ci sono le altre sei.
9. MY GENERATION: GUIDA MICHAEL CAINE
Scortati da un Virgilio straordinario come Michael Caine, gli spettatori di My Generation, regia di David Batty, rivivranno i ruggenti Anni Sessanta che cambiarono l’Inghilterra e il mondo intero. La Swinging London raccontata dai protagonisti. Nessuna nostalgia, peccato solo per quelli che non c’erano.
10. E POI C’È TUTTO IL RESTO
Il direttore della Mostra Alberto Barbera non si stanca di ripeterlo. Una volta arrivati, divi planetari e registi superlativi subiscono ugualmente l’incanto della città. Nessun festival al mondo ha Venezia come sfondo. E non c’è Cannes che tenga. Una magia descritta anche in Raccontare Venezia, il film di Wilma Labate (liberamente tratto dal libro di Irene Bignardi Storie di Cinema a Venezia) in cui la protagonista Silvia D’Amico ripercorre luoghi e atmosfere di alcune celebri pellicole girate in laguna.