la Repubblica, 29 agosto 2017
«Dovizioso e la Ducati, la doppia metamorfosi di un pilota e la sua moto». Intervista a Claudio Domenicali
SILVERSTONE «Dieci anni fa in Ducati puntavamo su Capirossi. Invece esplose Stoner: era un ragazzo, lo chiamavano Rolling Stoner (perché cadeva sempre) e vinse il mondiale. Questa volta abbiamo puntato su Lorenzo. È esploso Dovizioso». Claudio Domenicali nel 2007 era dg e ad di Ducati Corse. Oggi è l’ad dell’intera azienda di Borgo Panigale. Domenica era a Silverstone e ieri pomeriggio Desmodovi gli ha mandato un sms. «Per dirmi che aveva rivisto la gara in tv, si era commosso. E per raccomandarsi, in vista di Misano: in questa stagione io ero presente a 3 gp, e lui ha sempre vinto».
Dieci anni dopo, la Rossa punta al suo 2° titolo in MotoGP.«Non siamo favoriti, non ancora: lo dico per scaramanzia e per onestà. In Inghilterra, Marquez aveva fatto il miglior tempo quando ha rotto il motore».
Però come si fa a non pensare a quella stagione storica?
«Allora la Ducati era velocissima ma difficile da guidare, infatti Loris fece fatica. Oggi la Rossa è molto più bilanciata. In entrambi i casi la moto ha trovato un pilota che ha saputo tirarne fuori il meglio».
Stoner, il talento smisurato. Dovizioso, l’intelligenza.
«Andrea non è più il pilota di qualche tempo fa. Ha lavorato tanto su sé stesso, esaltando i propri pregi e riducendo i limiti. Guida con la testa, però ha pure dimostrato – l’altro ieri, e in Austria – di avere grinta e determinazione straordinarie».
Quattro successi in 3 mesi: “Al 60% merito mio, al 40% della Rossa”, dice il Dovi.
«C’è moltissimo del pilota in questi risultati, nel motociclismo è cosi: Andrea ha una moto che gli permette di esprimere tutto il suo talento».
Valentino lo ha riempito di complimenti. L’intero paddock tifa per lui. Fuori è diverso: la Ducati ha tanti appassionati, ma il pubblico resta quasi tutto per il Doc.
«Nel paddock le persone le conosci per quello che sono, non si può mentire: Dovizioso è amato perché è veramente una bella persona. Per il pubblico contano i risultati, giustamente viene premiato chi vince da tanti anni. Andrea ha fatto primo in 5 gp negli ultimi 10 mesi (c’è una sesta vittoria, del 2004). Dategli tempo. Ma già a Misano sono sicuro che i tifosi saranno tanti».
Certo che quello su cui avete puntato – Lorenzo – guadagna 10 volte tanto…
«I contratti li abbiamo stipulati quasi 2 anni fa, quando i presupposti non erano gli attuali. Ma Dovi ha una maschera di premi interessante, le cose sono un po’ diverse da quel che pensate».
Jorge potrebbe aiutare il compagno nella rincorsa al sogno.
«Lorenzo ha dimostrato di apprezzare i risultati di Andrea. È un grande pilota e sta progredendo di gara in gara: domenica all’ultimo giro ha girato solo un decimo in più di Dovizioso e Vinales. Quando arriverà per pensare a certe strategie, a dare i giusti consigli ci penserà Gigi Dall’Igna».
Dall’Igna, l’uomo delle ‘alette’ bandite dalla Dorna perché altrimenti la Rossa faceva nere le giapponesi. “Ma non potrete vietarci di pensare..”, ha promesso.
«Quello stop del regolamento è stato un colpo duro, perché ci ha tolto competitività: lo sport, come gli affari, è politica. Però siamo stati bravi a reinterpretare la legge. Lasciatemelo dire: Ducati e Ferrari in testa ai rispettivi campionati sono un gran bel momento per l’Italia e la dimostrazione che a livello di formazione – scolastica, ingegneristica, manageriale – possiamo fare grandi cose».