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 2017  agosto 26 Sabato calendario

Dove vanno le signore a caccia di prostituti

Li chiamano “beach boys”, ragazzi da spiaggia. Un altro termine ormai famigerato per definirli è: big bamboo, che non ha bisogno di traduzione e fa riferimento alle importanti dimensioni sotto il costumino. Sarebbe più onesto chiamarli “prostituti”, e così faremo. Praticano sesso per soldi, ma a differenza delle colleghe femmine questi belloni “vendono” non solo prestazioni erotiche ma intimità, qualcosa di più sottile e illusorio. 
Le prede sono le signore che vanno in vacanza in paesi esotici per trovare maschi disponibili, di solito giovani. Single, vedove, o forse semplicemente fameliche. E libere. 
Il fenomeno del turismo sessuale femminile non è nuovo, ma uno studio altamente “scientifico” fornisce dettagli in più. Ovviamente pruriginosi. Tipo: chi sono le signore più assatanate, da dove vengono, cosa vogliono e quali sono i trucchetti per conquistarle. Se gli uomini in cerca di facile sesso emigrano in Thailandia o a Cuba, le signore volano in Kenia, Giamaica, Capoverde, Maghreb, Santo Domingo. Sul sito specializzato travel365.it ci sono mappe e dritte. Esistono delle agenzie di viaggio dedicate proprio a questi viaggi altamente cul-turali. Per studiare meglio il “fenomeno migratorio” Edward Herold, Rafael Garcia e Tony DeMoya, dell’Università di Santo Domingo hanno intervistato proprio loro. I prostituti domenicani. Questi signori parlano chiaro: quando cercano una conquista sessuale tra le straniere si legge in un ghiotto reportage realizzato dal sito linkiesta.it puntano a quelle tra i 20 e i 30 anni (madavvero?) e bionde. Se vogliono soldi, invece, ripiegano sulle turiste più stagionate, dai 40 in su, o sovrappeso. Sono astuti: le considerano soggetti più vulnerabili e pronte a metter mano al portafogli per un po’ di sesso consolatorio. 
Il predatore-tipo inizia la sua caccia in spiaggia, con una metodologia cinica e pratica. Inizia a guardare le donne meno abbronzate perché probabilmente sono arrivate da poco e staranno in loco più a lungo. Per i primi due giorni è gentile e premuroso. Si offro di fare da guida, o da insegnante di balli locali. Gli studiosi hanno stabilito pure il podio delle turiste più “vogliose”. Dominano le canadesi francesi, seguite dalle canadesi inglesi. Poi, al terzo posto, le italiane. 
Secondo gli ultimi dati, sono 600mila le donne occidentali che emigrano per sesso, 30mila le nostre connazionali. «Le donne del Quebec sono convinte che siamo preferibili per il sesso», dice un maschio a pagamento. «Essere neri è meglio, è più esotico», aggiunge. A differenze del meretricio femminile, i belloni a cottimo non parlano apertamente di soldi. Non è fine. La transazione economica non è palese. Usano trucchetti come fingere di pagare la cena poi sorprendersi di non avere quattrini. Oppure fanno leva sullo spirito da crocerossina delle donne e si lagnano di avere problemi economici. Tirano fuori lo sguardo triste, e le fesse di turno provvedono sganciando la paghetta. 
Emblematica la storiaccia recente di una 59enne scozzese che, per amore di un giovanotto cingalese, si è trovata senza più nulla. Un anno fa Diane, questo il nome della donna, aveva lasciato la sua casa di Edimburgo, l’aveva venduta e aveva consegnato tutti i soldi a Priyanjana, ex cameriere di un hotel in cui era stata in vacanza sei anni prima in Sri Lanka. Erano circa 113.000 euro. I due si erano “innamorati”, lei si era trasferita in Sri Lanka dove aveva sposato il 29enne. Due mesi fa, il ragazzo è stato assassinato con tre colpi d’arma da fuoco. Diane ha fatto parecchia fatica a tornare in Scozia perché ormai non aveva più un soldo. 
Fortunatamente non sempre il turismo sessuale finisce il tragedia. 
Capitolo sesso. Il “prostituto” presta molta attenzione al piacere della donna. Accontenta tutte le richieste. Se non prova attrazione «pensa ad altro» (magari al conto in banca che sale). Secondo Jesus, un “operatore” di Puerto Viejo, in Costarica, «se una donna prende la mia energia, mi deve qualcosa in cambio». Cosa intenda per energia non si sa, forse l’impegno. Jesus e i suoi colleghi non si danno solo fisicamente, vendono intimità, illusione. Non a caso lo chiamano “romance tourist” e non “sexual tourist”. Poi finisce male quando le poverette si innamorano.