Il Messaggero, 29 agosto 2017
Borseggiatore a 88 anni. Preso Nonno Benito: il primo colpo nel 1949
Lo hanno trovato seduto in terra, accovacciato ai piedi di una vetrina in via Nazionale, mentre nascondeva i proventi dell’ultimo colpo. Pensava di averla fatta franca, l’88enne Benito Boellis, in arte «Nonno Benito», e già immaginava come spendere quei 170 euro guadagnati grazie alla sua destrezza. Non sapeva che alcuni carabinieri in borghese, in servizio anti borseggio sull’autobus 64, lo avevano osservato mentre, approfittando della calca, sfilava dalla tasca dei jeans il portafoglio a un turista milanese, un giovane videomaker di 26 anni. E sul principio, quando ha visto comparire i militari in cerca di spiegazioni, ha anche provato a negare tutto: «Non ho rubato nulla. Questo portafoglio l’ho trovato per terra. Voglio restituirlo al proprietario».
LA DISTRAZIONE
Una versione improbabile a cui però i carabinieri di piazza Dante non hanno creduto nemmeno per un istante. D’altronde per Benito Boellis cancellare il passato è un’impresa praticamente impossibile, la certificazione dei suoi carichi pendenti è lunga 33 pagine, dove trova spazio un elenco sterminato – sono più di 30 – di piccoli reati che attraversa la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi. Un ladro a cavallo di due secoli, insomma, che il tempo ha trasformato in un’istituzione fra i borseggiatori romani, tanto da essere ribattezzato il «Professore» per la destrezza con cui nel corso degli anni ha derubato decine di malcapitati, quasi sempre turisti distratti sul bus, la sua specialità.
LO SCIPPO
Classe 1929, originario di Gallipoli, ma residente a Roma da decenni, Benito Boellis aveva solo 20 anni la prima volta che venne fermato dalle forze dell’ordine per un borseggio. Era il 1949 e l’Italia a fatica cercava di risollevarsi dalle macerie della seconda Guerra Mondiale, ma «Nonno Benito» da allora non si è più fermato, nonostante una vita movimentata trascorsa tra avvocati e giudici, entrando e uscendo dal carcere. Nemmeno l’età avanzata e le condizioni di salute precarie sono riuscite a frenare la sua indole: prima dell’arresto di ieri, infatti, era stato fermato anche lo scorso 12 luglio, sempre per un piccolo scippo alla fermata del bus. «Non è colpa mia, siete voi che mi avete fatto uscire» ha detto ironicamente l’anziano manolesta nel corso della convalida dell’arresto.
«AVEVO FAME»
Arzillo e vispo, nonostante gli 88 anni, Boellis per tutta la mattinata di ieri ha atteso con calma olimpica il verdetto del giudice, non prima di aver provato a giustificare l’accaduto: «Non mangiavo da tre giorni per questo ho rubato il portafoglio. Con 200 euro di pensione è difficile andare avanti». Accusato di furto, per Boellis, che ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, il giudice monocratico ha disposto 6 mesi di condanna, come richiesto dal pm Raimondo Orru. Una pena che il «Professore» non sconterà in carcere, considerata l’età avanzata. «Nonno Benito», che si è allontanato dall’aula borbottando, potrà infatti continuare a vivere, con l’obbligo di firma, nella casa di piazzale Clodio, dove ha detto di abitare. A pochi passi da quella che nel tempo, di fatto, è diventata la sua seconda dimora: il tribunale di Roma.