la Repubblica, 26 agosto 2017
Dove il Tir evita il casello
TORINO Chi viaggia spesso lo sa bene: passare attraverso alcuni caselli autostradali non conviene. A volte succede perché occorre pagare non solo il tratto percorso ma pure quello successivo, altre perché l’itinerario è scomodo, oppure è incompleto. Per un motivo o per l’altro, ci si ritrova tutti sulla statale, non tanto appassionatamente, tra auto, furgoni e soprattutto camion. Accade in diversi punti della rete autostradale italiana, in Valle d’Aosta come in Puglia, in Abruzzo come in Veneto: i mezzi pesanti li snobbano e viaggiano sulle strade “normali”. E quando attraversano i paesini, i residenti si ribellano.
È un fenomeno che di recente si fa sentire di più perché a inizio anno i pedaggi hanno subito un ulteriore aumento (dello 0,77% in media) e perché l’Italia si è rimessa a viaggiare, sia in autostrada che fuori. Sulle strade Anas la quantità di camion è aumentata del 3%. E tra le più trafficate d’Italia c’è, ad esempio, la Ss231, che passa sopra Alba, in Piemonte. Qui il traffico si congestiona per colpa di un tipico caso di “salto del casello”: chi arriva da Asti sulla A33 (da anni incompleta) evita la barriera di Govone per non pagare tra i 2,50 (per le auto) e i 7,80 euro (per i tir) e va sulla statale. «Lo fanno soprattutto gli autotrasportatori locali. Tutti dicono che il pedaggio è troppo alto», racconta Felice Isnardi, il sindaco di Castagnito, uno dei Comuni attraversati dalla 231. I suoi compaesani protestano, ma lui non sa più che fare: ha provato con i dossi ma erano pericolosi, ha tentato di vietare il transito ai camion ma gli hanno detto che non può. È riuscito a ottenere che la concessionaria dell’autostrada costruisse semafori e marciapiedi, ma non è bastato a placare le ire dei cittadini, che chiamano la 231 “la statale della morte” per i tanti incidenti.
Il copione è simile un po’ ovunque. Un’altra delle statali Anas con più traffico pesante è la 16, che attraversa le province di Foggia e Bari e che ha al proprio fianco la A14, a pagamento. E anche qui, i cittadini protestano da tempo per i troppi schianti. In Abruzzo gli autotrasportatori locali cercano di evitare l’autostrada dei Parchi perché la considerano troppo cara (ed è aumentata dell’1,62% a inizio anno). In Valle d’Aosta i caselli attorno al capoluogo sono tabù perché chi non ha il telepass paga la tariffa piena fino a Courmayeur, anche se esce prima. Per andare al porto di La Spezia molti preferiscono l’Aurelia al raccordo autostradale. In Lombardia, i casi più eclatanti sono la Brescia-Bergamo-Milano (rincarata del 7,88% dal 1° gennaio) e la Pedemontana, entrambe poco utilizzate dai camion, che preferiscono le statali o la A4: «Le prenderemmo anche, se solo fossero complete. Mancano le parti più importanti», dice Claudio Riva, leader di Apa-Confartigianato Milano.
I camion evitano le autostrade soprattutto se devono fare viaggi brevi o se non hanno tempi contingentati. «Anche a causa della concorrenza estera, i committenti spuntano tariffe sempre più basse e il pedaggio è uno dei costi che le aziende possono limare grazie a percorsi alternativi», racconta Costantino Spataro, segretario di Fita-Cna Piemonte. Accade ai padroncini e alle piccole ditte, ma pure alle realtà più grandi. Ne sa qualcosa Marco Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore, nel Bellunese: «I Tir attraversano il Brennero e anziché scendere verso Verona attraversano la Valpusteria e imboccano la statale Carnica per andare verso Friuli ed Est Europa. Così però attraversano i nostri paesi. Il loro numero è quintuplicato negli ultimi dieci anni e ormai la situazione è insostenibile».
I camion fanno tremare le case, danneggiano i balconi, bloccano il traffico. I cittadini protestano e i sindaci reagiscono: «Qui da noi ormai è impossibile passare fuori dall’autostrada: ci sono divieti e autovelox dappertutto», spiega Nazzareno Ortoncelli, presidente di Confartigianato Trasporti Veneto. Si riferisce soprattutto al passante di Mestre, che alterna punti gratuiti e altri a pagamento. Alla fine, dice, «lo usiamo e assorbiamo il costo. Anche se c’è sempre l’incognita incidenti». Per evitarli, però, ci sono i navigatori, che ormai avvertono in tempo reale se una strada è bloccata. Un tempo si rimaneva imbottigliati in autostrada, ora invece si può uscire per tempo. Sulla statale, naturalmente.