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 2017  agosto 28 Lunedì calendario

Inondazioni catastrofiche e senza precedenti. La tempesta Harvey travolge la costa del Texas

New York L’aspetto più terribile è che non è ancora finita. L’uragano Harvey, che ha toccato terra venerdì sera in Texas, non è più nemmeno un uragano bensì una tempesta tropicale, ma come si temeva sin dal suo arrivo la minaccia più grande per lo stato, sul quale si è letteralmente parcheggiato, sono le terribili piogge, che secondo le previsioni andranno avanti, torrenziali, per giorni. «È catastrofico, senza precedenti, epico, qualunque aggettivo usi, è orribile», ha detto Patrick Blood, meteorologo del National Weather Service, davanti all’intensificarsi delle inondazioni nell’area di Houston, la quarta città più grande del Paese. In alcune zone sono già caduti oltre sessanta centimetri di pioggia, e ne potrebbero arrivare ancora quasi altrettanti.
I morti per ora sarebbero cinque (secondo il New York Times ) ma si teme che il numero sia destinato a crescere, nonostante i soccorritori su barche ed elicotteri stiano lavorando a ritmo frenetico per raggiungere chi è in difficoltà e abbiano già effettuato oltre duemila salvataggi. Ci sono punti però in cui le squadre di emergenza fanno fatica ad arrivare e le autorità hanno chiesto una mano anche ai cittadini che possiedono delle imbarcazioni, oltre a raccomandare a tutti di non provare per nessuna ragione a uscire per strada e salire su piani alti e tetti delle abitazioni allagate.
Il sindaco di Houston Sylvester Turner ha pregato i cittadini di non digitare il 911 se non in caso di reale pericolo di vita, tante sono le chiamate al numero di emergenza (e gli appelli sui social a sceriffi e polizia locale), e ha difeso la decisione di non chiedere ai residenti di evacuare prima perché non c’era modo di sapere quali quartieri sarebbero stati più colpiti e «non si possono mettere 6,5 milioni di persone per strada». I due aeroporti della città sono isolati con dentro parte del personale, gli ospedali pubblici hanno cominciato l’evacuazione dei pazienti dopo che le strutture sono rimaste senza elettricità e il convention center è aperto come rifugio. «Vi raggiungeremo – ha detto il primo cittadino – e supereremo tutto questo». Il capo della Fema Brock Long ha ammesso che ci vorranno anni al Texas per riprendersi da queste inondazioni e che l’agenzia è pronta a usare tutte le sue risorse per affrontare «probabilmente il disastro più grande che si sia mai visto nello stato».
Il governatore Greg Abbott, che ha ottenuto da Washington il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le contee interessate, ha lodato il governo federale per aver fornito subito tutta l’assistenza che era stata richiesta. Per tutta la mattina, mentre le immagini dell’emergenza passavano in tv, i tweet del presidente Donald Trump erano tutti un punto esclamativo: «Wow- ora gli esperti definiscono Harvey una inondazione che si vede una volta in 500 anni!»; «Anche gli esperti hanno detto di non aver mai visto una cosa simile!». Da Camp David, dove si è spostato per il weekend, il presidente ha partecipato in teleconferenza a una riunione di gabinetto, presente anche il vicepresidente Mike Pence.
La Casa Bianca si aspetta che «tutti i dipartimenti e le agenzie governative siano concentrati nel sostenere i governatori di Texas e Louisiana». La priorità numero uno «è salvare vite umane». Quanto all’annuncio di una visita, Trump ha precisato che si muoverà solo quando la sua presenza non sarà di impedimento ai soccorsi, ma secondo alcune fonti potrebbe farsi vedere in Texas già domani.