La Stampa, 27 agosto 2017
Stx blinda i suoi manager francesi
Ma perché lo Stato francese si accanisce così tanto a rifiutare la maggioranza nei cantieri navali di Saint-Nazaire (Stx France) al gruppo pubblico italiano Fincantieri? La posizione è tanto più incomprensibile se si pensa che i sucdcoreani del colosso Stx, oggi in forti difficoltà (è rivenduto a pezzi dal tribunale di Seul), hanno controllato finora il 66,7% di Saint-Nazaire (il resto è dello Stato francese). Perché i sudcoreani sì e gli italiani no?
Perché, nonostante sia minoritaria, è stata proprio Parigi da anni a decidere tutto in quei cantieri, con azionisti sudcoreani ormai inesistenti, presi dai problemi (grossi) che vivevano a casa loro. Lo Stato francese ha pesato in misura determinante sul management e sulle nomine, compresa quella di Laurent Castaing, amministratore delegato dal 2012, da tutti considerato il salvatore dell’azienda, che da poco aveva rischiato la chiusura definitiva. A Saint-Nazaire tutti parlano bene di Castaing (prudente e flemmatico, che da mesi se ne sta con la bocca chiusa): i politici locali, i subfornitori e persino i sindacalisti. E proprio secondo fonti sindacali, Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, negli incontri avuti con i rappresentanti del personale, quando si discuteva il precedente accordo, poi stralciato da Emmanuel Macron, avrebbe assicurato che il management attuale e Castaing non si sarebbero toccati. E dopo che a fine luglio il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha proceduto a una «nazionalizzazione temporanea», promettendo di negoziare ancora fino al vertice italo-francese di Lione del 27 settembre, dalla direzione di Stx France (insomma, da Castaing) è arrivata una nota, dove si legge : «Con la nuova scadenza si prolunga un lungo periodo d’incertezza, nocivo per la nostra impresa».
Sembra, comunque, che il destino di Castaing e della sua équipe resti uno dei punti che più sta a cuore ai francesi e all’Eliseo nel negoziato attuale. Gli italiani, con una maggioranza del capitale, avrebbero (se non oggi, nel futuro) le mani libere per cambiare le teste al comando dell’azienda. Castaing, 57 anni, laureato alla prestigiosa Ecole Polytechnique, da giovane entrò subito come ingegnere nei cantieri di Saint-Nazaire.
Non è originario della costa atlantica (viene da Tours), ma ha sempre avuto due passioni, il mare e l’ingegneria. Ritornato ai cantieri tra il 1998 e il 2005 (diventò numero due), è andato poi a gestire i porti di Nantes/Saint-Nazaire e in seguito quello di Le Havre: un po’ boiardo di Stato, sempre in contesti in bilico tra pubblico e privato. Venne richiamato a Saint-Nazaire nel 2012. E, approfittando del boom delle navi da crociera, ha saputo guidare i cantieri verso la rinascita. Ha pure negoziato con i sindacati un Patto di competitività (i lavoratori hanno accettato non pochi sacrifici), che in Francia ha fatto scuola.
Intanto i sudcoreani di Stx, che avevano messo le mani su Saint-Nazaire nel 2008 (ma il presidente Nicolas Sarkozy aveva imposto una minoranza di blocco per lo Stato), si disinteressavano di quel lontano lembo del loro impero, che nel cuore si stava sgretolando, per le ripercussioni della crisi finanziaria del 2008. A Saint-Nazaire comandava ormai solo lo Stato francese. Che in Castaing ha trovato il suo uomo, un manager capace e fedele.