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 2017  agosto 26 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO I FATTI DI PIAZZA INDIPENDENZAREPUBBLICA.ITÈ partito poco dopo le 16 da piazza dell’Esquilino il corteo indetto dai movimenti cittadini per il diritto all’abitare

APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO I FATTI DI PIAZZA INDIPENDENZA

REPUBBLICA.IT
È partito poco dopo le 16 da piazza dell’Esquilino il corteo indetto dai movimenti cittadini per il diritto all’abitare. Una manifestazione fissata da tempo, ma intorno al quale è cresciuta improvvisamente l’attesa dopo le polemiche innescate dallo sgombero dei rifugiati di via Curtatone. E sono proprio questi ultimi - diverse decine di eritrei ed etiopi, ancora in attesa di una sistemazione - gli ’ospiti d’onorè della manifestazione. Rigidissimi i controlli di polizia, con perquisizioni ai varchi d’accesso: vietate aste, bastoni e bottiglie di vetro. Sgombero Roma, corteo dei movimenti per la casa: la piazza blindata Condividi   Le eritree raccontano le ore terribili degli idranti la scorsa mattina in piazza Indipendenza: "Dormiamo in strada con il terrore di essere prese di nuovo per i capelli e picchiate", dice Fatima, 38 anni, con il bambino nel carrozzino tra le lacrime. "Siamo qui oggi per farci vedere da questa città: lavoriamo, ci sentiamo romani, perché volete farci sparire?", aggiunge circondata dal centinaio di connazionali che come lei hanno passato le ultime notti tra la stazione Termini e le tende di fortuna dell’ex Baobab. 

IL CORTEO
Ad aprire il corteo, partito da piazzale Esquilino e diretto verso piazza Santa Maria di Loreto, ai piedi del Campidoglio lo striscione "Via Curtatone, Indipendenza, siamo rifugiati, non terroristi" mentre "Vogliamo un tetto", "Vogliamo una casa", "Vogliamo vivere come i romani" sono gli slogan gridati dai migranti sgomberati giovedì 24 agosto da via Curtatone . E poi: "libertà, libertà" per i due connazionali arrestati. Secondo gli orgaizztori circa "5 mila" i partecipanti alla manifestazine. "Siamo tanti e stanno arrivando anche altre persone per ribadire che la casa è un diritto".

PAROLIN: "VIOLENZA INACCETTABILE
"Quelle immagini non possono che provocare sconcerto e dolore, soprattutto dalla violenza che si è manifestata. E la violenza non è accettabile da nessuna parte". Sono le parole  del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin a margine del Meeting di Cl a proposito dello sgombero di piazza Indipendenza avvenuto giovedi scorso.

"Però - sostiene il cardinale Parolin - credo che, da quello che ho visto e da quello che ho letto, ci sia la possibilità di fare le cose un po’ meglio, fare le cose bene, perché ci sono le regole. Adesso, per esempio, ho visto che ci sarà questo impegno a trovare per queste persone delle abitazioni alternative prima di arrivare a questi estremi.
Io penso che se c’è buona volontà si possono trovare le soluzioni senza arrivare a queste manifestazioni così spiacevoli", aggiunge. Rifugiati, il sindaco Pd di Forano (Rieti): "Impossibile accoglierne altri. E da Roma nessuno ci ha avvertiti" Condividi   "Non dimentichiamo, almeno noi, che queste donne, questi uomini, questi bambini sono in questo istante nostri fratelli. E questa parola, fratelli, traccia una divisione netta tra colori che riconoscono Dio nei poveri e nei bisognosi e coloro che non lo riconoscono" conclude il prelato".

MINNITI E LE NUOVE REGOLE
ROMA - Nell’affannosa ricerca di un equilibrio politicamente accettabile tra il rispetto della legalità dei luoghi e la tutela di chi non ha un tetto sulla testa, il Viminale, dopo la guerriglia di giovedì in piazza Indipendenza, fissa quello che sembra essere un punto di non ritorno. Mai più sgomberi così. Mai più rifugiati buttati fuori da palazzi occupati abusivamente se prima non è stata garantita loro una sistemazione alternativa.

Due giorni dopo il getto degli idranti puntato in faccia ai migranti, gli scontri davanti alla sede del Consiglio superiore della magistratura, le immagini delle bombole a gas scaraventate in strada, il funzionario di polizia che ordina di spaccare delle braccia, una fonte qualificata del ministero dell’Interno parla così a Repubblica. "La prossima settimana scriveremo nuove linee guida per effettuare gli sgomberi ordinati dai giudici, e le invieremo a tutti i prefetti d’Italia. Tra le disposizioni ci sarà sicuramente quella di non autorizzarli se prima non è stata concordata una sistemazione dove alloggiare chi ne ha diritto. È una regola di buon senso, e non sarà l’unica ".

La decisione è stata anticipata nel pomeriggio di ieri dal senatore del Pd e presidente della commissione Diritti umani Luigi Manconi, durante una trasmissione televisiva: "Non posso virgolettarlo, perché non sono stato autorizzato a farlo, ma posso dire che il ministro dell’Interno Minniti non autorizzerà altri sgomberi a Roma senza che vi siano pronte soluzioni abitative".

Ora, tecnicamente, non spetta al ministro autorizzare o meno l’intervento in un immobile occupato per riconsegnarlo al legittimo proprietario: è un decreto prefettizio a disporlo, dopo aver acquisito il parere del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Però di prassi il Viminale viene sempre informato preventivamente. E può fare pressioni per una deroga dei termini o per dilazionare la procedure quando a richiederlo siano ragioni di sicurezza sociale.

Quel che è accaduto nel pieno centro di Roma, cioè l’allontanamento di circa duecento rifugiati eritrei ed etiopi da un palazzo di via Curtatone occupato quattro anni fa e i tafferugli che ne sono seguiti per cacciarli dai giardini dove si erano accampati, non sembra essere figlio del decreto Minniti-Orlando sul decoro urbano, varato nel febbraio scorso e convertito in legge in aprile.

L’articolo 11 ("Disposizioni in materia di occupazioni arbitrarie di immobili") tratta sì del tema, ma richiamando una procedura già regolata da un’altra norma precedente. La novità sta piuttosto nell’inserimento esplicito di principi quali "la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale" e livelli assistenziali "che devono essere in ogni caso garantiti dalle Regioni e dagli enti locali". Esattamente quei principi fatti a pezzi due giorni fa. E che adesso provocano lo scaricabarile tra la sindaca Raggi e il governatore del Lazio Zingaretti.

"Il decreto non c’entra niente, non c’è una stretta del Viminale sugli sgomberi né un calendario sui prossimi interventi", chiarisce la fonte ministeriale. Nessun piano preventivo, quindi. "Dobbiamo ancora emanare la direttiva per specificare e attuare i principi di quell’articolo".

È un fatto, però, che il decreto faccia pendere l’ago della responsabilità della gestione dell’assistenza verso i municipi. Non foss’altro per quel comma alla fine dell’articolo 11 in cui si afferma che "il sindaco, in presenza di persone meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a quanto previsto a tutela delle condizioni igienico-sanitarie".

Anche il capo della Polizia Franco Gabrielli, in un’intervista concessa a questo giornale, ha voluto ricordare la latitanza dell’attuale amministrazione Raggi nel dar seguito e concretezza alla "road map" sulle soluzioni alle occupazioni abusive della città, inaugurata proprio da Gabrielli quando era prefetto di Roma insieme all’allora commissario straordinario Tronca.

Nelle settimane che hanno preceduto lo sgombero di via Curtatone, si sono tenuti almeno una decina di comitati in prefettura, e gli stessi proprietari dell’immobile si erano offerti di spostare una cinquantina di migranti in alcune case a Tivoli. Di fronte al loro rifiuto, nessuno è stato più in grado di trovare un modo valido per evitare che fossero lasciati senza un posto dove andare per quattro giorni. Al Viminale non hanno dubbi su chi avesse il compito di sbrogliare la atassa. "L’assistenza sociale è a carico al Comune".

IL POLIZIOTTO CATTIVO
Il funzionario di polizia che dice "se tirano qualcosa spaccategli un braccio"(video) incitando gli agenti che inseguono i migranti a Termini è lo stesso che nell’ottobre 2014, nella stessa proprio a piazza Indipendenza, fece caricare gli operai della Ast Thyssen-Krupp. E’ quanto emerge da una comparazione tra i video girati ieri dopo lo sgombero dei migranti nordafricani e quello della trasmissione di RaiTre ’Gazebo’ di tre anni fa. Roma, presidio Ast Terni: scontri al corteo, feriti operai Condividi   Il poliziotto, il 29 ottobre 2014, di fronte ai lavoratori della fabbrica di Terni che volevano raggiungere la zona dei ministeri imboccando via Solferino, presidiata dalla polizia, ordinò "Caricate! Caricate!". Quattro manifestanti rimasero feriti, contusi 4 poliziotti. Corteo Ast, gli operai manganellati: ’’Ordine di carica è scattato senza contatto’’ Condividi   L’allora segretario della Fiom Maurizio Landini era nelle prime file del corteo. "Siamo con voi, che cazzo state facendo?" disse ai poliziotti ed ebbe un acceso scambio di battute con il funzionario. La Questura giustificò la carica di contenimento con la motivazione che i manifestanti intendevano occupare la vicina stazione Termini.

Stavolta ha aperto un’indagine e il capo della polizia Franco Gabrielli ha chiesto una dettagliata relazione della vicenda. "Grave quella frase" ha detto Gabrielli, "ma non saremo la foglia di fico di altri". Ed è in corso anche una accesa polemica politica sulle responsabilità dell’accaduto.

POLEMICHE
ROMA - "Quello che è accaduto a Roma in questi giorni non è normale. E non lo deve diventare. Non si può continuare a pensare che un dramma sociale possa essere ridotto a questione di ordine pubblico. Perché è proprio facendo così che si mette a rischio l’ordine pubblico. Questo non significa che vale tutto, che tutto si debba giustificare e che la legalità non vada fatta rispettare. Tutt’altro. Ma per farlo occorre serietà, buon senso, e soluzioni". A scriverlo su Facebook è Matteo Orfini, presidente del Pd, che chiama in causa direttamente il Comune di Roma. Lo scontro politico è tutto incentrato sulla giunta Raggi, difesa a spada tratta dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, candidato premier in pectore del Movimento 5 stelle, che difende anche le forze dell’ordine. Al contrario del collega pentastellato Roberto Fico che su Fb sottolinea: "Uno Stato che agisce così non mi rappresenta".
 

Il giorno dopo lo sgombero dei migranti accampati a Piazza Indipendenza a Roma è tornato l’ordine nei giardini su cui si affacciano Palazzo Curtatone e Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della magistratura. Ma le polemiche non si placano.

Orfini all’attacco di Raggi. "A piazza Indipendenza non c’è stato nulla di tutto ciò. E non è la prima volta. Il Comune di Roma è inesistente e inadeguato e lo ha dimostrato una volta di più. Ma se vogliamo essere intellettualmente onesti dobbiamo riconoscere che all’emergenza abitativa nemmeno in passato si è avuta la capacità e la volontà di dare risposte adeguate. Perché di emergenza abitativa in questi caso stiamo parlando e non di emergenza nella gestione dei flussi migratori: in quel palazzo c’erano persone il cui diritto a stare in Italia è riconosciuto. E che da quattro anni vivevano lì in condizioni problematiche perché chi doveva garantirgli una accoglienza adeguata non era e non è stato in grado di farlo. Anche per questo appaiono sorprendenti le dichiarazioni di chi - come il prefetto - festeggia la ’legalità ripristinata’. Dobbiamo festeggiare per le immagini dei rifugiati accampati per strada?", afferma Orfini.

"Certo pesano come macigni i silenzi e le omissioni del sindaco e della sua mutevole giunta, ma a essere inadeguata è stata anche la gestione da parte delle forze dell’ordine - conclude il presidente Pd - ma soprattutto, non si risponde alla povertà con le cariche e con gli idranti. Perché con la legalità questo non c’entra nulla. Non dimentichiamolo mai".

Di Maio difende il Campidoglio e la polizia. "Se c’è un immobile occupato abusivamente in questo caso da migranti rifugiati è giusto che questo immobile venga sgomberato - dice il vicepresidente della Camera, intervenendo a Omnibus su La7 - Si devono sgomberare gli immobili abusivi". Di Maio fa scudo sul Campidoglio: "Non possiamo usare ancora una volta questa questione per attaccare la sindaca Raggi, che si deve occupare, è vero, dell’emergenza migranti, ma soprattutto dei romani". Lo Stato, aggiunge, "si deve far rispettare. Non possiamo assistere a immagini di guerriglia e poi mettere la polizia sotto accusa per una frase infelice" (il riferimento è al funzionario che dice ai suoi uomini di "spaccare un braccio" a chi lancia qualcosa durante gli scontri, ndr) quando poi ci sono dei migranti che hanno rifiutato degli alloggi "in provincia di Rieti perché vogliono restare in quella zona".
  Roma, polizia carica a Termini e disperde i rifugiati. Il funzionario: "Se tirano qualcosa, spaccategli un braccio’’ Condividi  
Ma Roberto Fico contraddice Di Maio: "Uno Stato che fa questo non mi rappresenta" L’esponente M5s  più "ortodosso" contraddice il vicepresidente della Camera che ha preso le parti di sindaca e polizia. "Uno Stato che si organizza in questo modo per sgombrare da un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzionale di rifugiati - ha scritto Roberto Fico su Fb - è uno Stato che non mi rappresenta. La mediazione culturale e il dialogo si attuano ad oltranza".

A giudizio del deputato campano "il questore e il prefetto di Roma hanno sbagliato e queste sono tutte nomine di responsabilità governativa, ne traggano le conseguenze" perchè "il lancio di una bombola del gas contro le forze di polizia, così come la frase del funzionario di polizia, sono atti e atteggiamenti gravissimi, ma non cadrò nel tranello di parteggiare per l’una o per l’altra parte" sottolinea ancora l’esponente stellato, che aggiunge, tra l’altro: "Voglio affermare con forza che il dialogo, la cooperazione, l’integrazione, la mediazione culturale, l’inclusione partendo proprio dai più deboli della nostra società debbono essere valori fondanti di tutte le politiche e voci importanti del bilancio. In un’epoca in cui il terrorismo colpisce il cuore delle nostre città, la risposta di tutta la società deve essere una politica attiva per la pace, rivendendo anche le parole che si usano, gli atteggiamenti che si hanno e analizzare i problemi sia a valle che a monte per non vedere semplicemente una parte della realtà".

La sindaca Raggi: "Nostro dovere fatto fino in fondo, colpa della Regione". "Il Comune di Roma ha compiuto fino in fondo il proprio dovere, attenendosi alla legge e offrendo un’alternativa alloggiativa a coloro che tra gli occupanti dello stabile ne hanno diritto: madri con bambini, anziani, disabili, tutti quelli che vengono definiti soggetti con fragilità", scrive tra l’altro sui social la prima cittadina di Roma, "un dovere che non tutti hanno compiuto. Mi riferisco senza mezzi termini alla Regione che ha disatteso il decreto legge Minniti".

Ma la Regione Lazio replica:  "Il 31 maggio abbiamo firmato la delibera per lo stanziamento di 40 milioni di euro, parte di un investimento più ampio, pari a 161 milioni di euro, per l’emergenza abitativa e informato Roma Capitale. Da allora nessuna risposta".

Governo, divergenze sulla gestione dell’ordine pubblico. Anche i tempi e i modi dello sgombero sono oggetto di polemiche. "Non posso virgolettarlo, perché non sono stato autorizzato a farlo, ma posso dire che il ministro dell’Interno Minniti non autorizzerà altri sgomberi a Roma senza che vi siano già pronte soluzioni abitative alternative", dice a Sky Tg24 il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato.

Lo stesso argomento viene trattato come fondamentale da Franco Gabrielli in un’intervista a Repubblica in cui il capo della polizia sostiene che "due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca, avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative".

La prefetta della Capitale Paola Basilone parla invece di "un’operazione di cleaning", di "riportare l’ordine a piazza Indipendenza e ristabilire le regole". Un’operazione perfettamente riuscita, continua. Anche se il Comune deve fare la sua parte.