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 2017  agosto 25 Venerdì calendario

Visco dice che la ripresa è «congiunturale»

La ripresa c’è «ma è congiunturale». Compito dell’Italia «è quello di renderla strutturale proseguendo sulla strada delle riforme già intrapresa». Per la prima volta al Meeting di Rimini il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, dice chiaramente che «quella che ci stiamo lasciando alle spalle è stata la più grave crisi della nostra storia». Ora la sfida «è quella dell’innovazione e delle conseguenze che avrà sul lavoro e sulla vita di ciascuno». Dunque nessun facile ottimismo: i numeri che finalmente parlano di crescita potrebbero essere smentiti domani se le riforme non saranno in grado di rendere strutturalmente efficiente il sistema Paese. Che per riuscirsi «deve investire di più sulla formazione» e deve insegnare ai giovani «che è più importante inventare un lavoro che trovare un lavoro». Questioni di fondo rispetto alle quali le polemiche sull’immigrazione sembrano passare in secondo piano. Visco presenta una slide per dire che «sull’argomento c’è molta retorica. È vero che c’è un problema umanitario e che l’Italia deve far fronte al fatto di essere la porta sud del Mediterraneo. Ma nel nostro Paese ci sono molti meno immigrati di altri Stati europei». La vera sfida è piuttosto quella dell’innovazione e delle sue conseguenze sociali. «Molti temono la riduzione dei posti di lavoro legata al diffondersi dell’automazione. Fino ad oggi tutte le rivoluzioni tecnologiche hanno prodotto più posti di lavoro di quelli che hanno eliminato. Ma se ci sarà una grande riduzione dei posti si porrà il problema di chi sarà in grado di consumare ciò che viene prodotto dai robot. Questo porrà a tutti i Paesi il problema della redistribuzione pubblica della ricchezza». Uno spiraglio di speranza è legato all’andamento dell’economia mondiale: «Abbiamo dimezzato già nel 2010, il numero di persone in povertà estrema. Ritengo sia possibile abolirla entro il 2030». E se queste previsioni non si realizzeranno? «L’economista è un artigiano che avanza ipotesi. Dobbiamo essere umili. Non commettere l’errore di creare un modello e se la realtà lo smentisce pensare che è la realtà ad essere sbagliata».