Il Sole 24 Ore, 25 agosto 2017
Il caldo record colpisce le cozze
In sei anni nuovo colpo, in quest’estate, alla mitilicoltura, l’attività di allevamento che ha reso famose in Italia le cozze di Taranto. Le temperature elevate dei giorni scorsi, con picchi di 40 gradi, hanno surriscaldato il mare, giunto a 29-30 gradi, e fatto morire il prodotto ittico in allevamento. «I danni sono ancora in fase di quantificazione – dichiara Emilio Palumbo, responsabile provinciale di Agci Pesca – e per il momento sono relativi a 6-7mila tonnellate di mitili con un danno economico di circa 6 milioni di euro. È tuttavia una stima provvisoria perchè dalle rilevazioni in corso sta emergendo una moria estesa: del seme nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto e del prodotto in fase di maturazione nel secondo seno. E ci sarebbero problemi anche nel Mar Grande di Taranto». Il fatto che da qualche giorno le temperature si siano abbassate, rendendo l’aria più gradevole, non sembra aver bloccato il fenomeno della moria. «Perchè si avvertano gli effetti – spiega Palumbo – occorre un periodo più lungo di temperature fresche e ventilate e questo non sta accadendo».
Quarta estate difficile, dunque, per la mitilicoltura di Taranto, apprezzata da consumatori, ristoratori e chef per qualità e gusto. La prima estate “no” fu nel 2011, quando gran parte del prodotto fu distrutto perchè dalle analisi delle autorità sanitarie emerse che era contaminato dalla diossina di origine industriale. Quella vicenda, tuttavia, ha rappresentato anche una specie di spartiacque per il settore. Da allora, infatti, è cominciata una rigorosa campagna di controlli igienico-sanitari («pensiamo che non ci siano altre produzioni di cozze così intensamente controllate come a Taranto» rileva l’Asl) e sono altresì scattati dei divieti. Nel primo seno del Mar Piccolo, per esempio, si può solo allevare il seme delle cozze ma a condizione di spostarlo in altri specchi d’acqua idonei entro il 30 marzo di ogni anno, così come stabilisce l’ordinanza del 2016 del governatore pugliese Michele Emiliano (inizialmente la data ultima era fine febbraio).
Archiviata la brutta pagina della diossina, con un non indifferente danno di immagine, per le cozze di Taranto sono poi arrivati gli anni segnati dall’eccesso di caldo col prodotto andato a male direttamente in mare. Tre, in particolare, le ondate di afa: nel 2012, nel 2015 e quest’anno. Un vertice in Comune, presieduto dal sindaco Rinaldo Melucci, ha intanto messo in cantiere una serie di azioni per sostenere il settore: richiesta di aiuti, col riconoscimento della calamità naturale, alla Regione Puglia e politiche di valorizzazione e promozione del prodotto.