24 agosto 2017
APPUNTI PER GAZZETTA - ROMA E LE CARICHE DI PIAZZA INDIPENDENZASono iniziate alle prime luci dell’alba le operazioni di sgombero dell’immobile sito tra via Curtatone, via Goito, piazza Indipendenza e via Gaeta disposto dal questore d’intesa con la prefettura
APPUNTI PER GAZZETTA - ROMA E LE CARICHE DI PIAZZA INDIPENDENZA
Sono iniziate alle prime luci dell’alba le operazioni di sgombero dell’immobile sito tra via Curtatone, via Goito, piazza Indipendenza e via Gaeta disposto dal questore d’intesa con la prefettura. L’immobile, già sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale di Roma, risulta abusivamente occupato dall’ottobre del 2013. Nelle successive ore si procederà alla messa in sicurezza dell’intero stabile ed alla verifica delle singole posizioni degli occupanti. Alcuni stranieri sgomberati dallo stabile hanno bloccato per protesta Via Solferino, la strada che porta alla Stazione Termini. (foto ALESSANDRO SERRANO’/AGF)
Dopo essere stati sgomberati dal piazzale in cui avevano dormito gli ultimi giorni, i rifugiati ex occupanti del palazzo di piazza Indipendenza sono rimasti per diverse ore seduti sotto il sole nelle vie adiacenti al luogo. Alla fine hanno deciso di dirigersi verso uno spazio verde vicino alla stazione Termini. Qui però le forze dell’ordine hanno nuovamente caricato i rifugiati che sono fuggiti in direzione della stazione. La polizia in assetto antisommossa ha continuato l’inseguimento, usando anche le camionette fra lo stupore dei passeggeri che si trovavano nel piazzale dello scalo ferroviario. Durante l’inseguimento il funzionario che guidava la celere ha gridato: "Devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio"
Nel video diffuso dalla Polizia di Stato i disordini in piazza indipendenza a Roma dove le forze dell’ordine hanno sgomberato un palazzo occupato da rifugiati. Le immagini catturano il momento in cui un uomo lancia dal balcone della struttura quella che sembra essere una bombola del gas. Gli occupanti sono stati trasferiti all’Ufficio immigrazione dove è stata istituita una Sala operativa sociale del comune per assegnare nuovi alloggi I rifugiati: "Ora non sappiamo che fare, nessuno ci ha mai dato altre scelte"Polizia carica a Termini e disperde i rifugiati. Il funzionario: "Devono sparire"I rifugiati bloccano strade intorno a TerminiIdranti contro rifugiate, una donna cade a terra feritaGli occupanti si inginocchiano e fermano il traffico a piazza IndipendenzaNel video della Polizia un uomo lancia una bombola del gas dal palazzo occupatoLo sgombero del palazzo filmato dagli occupanti: "Vogliamo morire qui"Scontri fra polizia e immigrati accampati sulla piazzaPiazza Indipendenza devastata dopo lo sgombero
La foto di un momento, la carezza di un poliziotto a una migrante disperata. L’agente deve effettuare lo sgombero, la donna non ha un posto dove vivere. Ed è un momento di luce nel buio di Roma nel pieno degli scontri tra le forze dell’ordine e le centinaia di eritrei ed etiopi che avevano occupato un palazzo di via Curtatone, vicino a piazza Indipendenza. Intorno al poliziotto e alla migrante scene di guerriglia urbana: sassi e bottiglie lanciate dalle finestre, manganelli, idranti. A due passi dalla stazione Termini ci sono persone a terra, operatori di Medici senza Frontiere che soccorrono i feriti. E un solo momento di pace immortalato dal fotografo dell’Ansa Angelo Carconi, una sequenza di poche immagini, un pezzo di speranza in mezzo al caos.
REPUBBLICA.IT
ROMA - È finito in scontri il blitz della polizia iniziato all’alba per sgombrare da piazza Indipendenza un centinaio di migranti - in buona parte rifugiati o richiedenti asilo - da giorni accampati nelle aiuole dopo essere stati evacuati dall’ex sede di Federconsorzi e Ispra di via Curtatone. Secondo la questura durante l’operazione le forze dell’ordine sono state aggredite con lancio di sassi e bottiglie e sarebbero state utilizzate delle bombole di gas aperte e usato contro gli agenti anche del peperoncino. L’uso dell’idrante "ha evitato che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili", hanno dichiarato dalla questura. La polizia sta vagliando la posizione di 4 stranieri. Medici senza Frontiere riferisce di aver curato sul posto tredici feriti.
Roma, sgombero a piazza Indipendenza: idranti contro rifugiate, una donna cade a terra ferita Condividi L’intervento, precisa la questura, "si è reso urgente e necessario" dopo il rifiuto di ieri della sistemazione "alloggiativa offerta dal comune di Roma ma soprattutto per le informazioni di alto rischio pervenute, riguardo il possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie".
Roma, idranti e cariche in Piazza Indipendenza: scontri fra polizia e migranti accampati Condividi
Gli immigrati si sono dispersi nelle strade limitrofe alla stazione Termini. Piazza Indipendenza è stata chiusa e presidiata dalle forze dell’ordine. Un gruppo di manifestanti si sono spostati verso la stazione Termini e piazza dei Cinquecento. Siu sono registrati ancora momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno cercato di disperdere i manifestanti. La polizia ha poi bloccato l’incrocio di via Cavour. Roma, tensione in piazza Indipendenza: sgomberati i migranti Navigazione per la galleria fotografica 1 di 31 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Durante l’intervento delle forze dell’ordine in piazza Indipendenza alcuni migranti soprattutto donne, sono rimaste comunque ferme con le braccia alzate nonostante fossero investite dal getto dell’acqua degli idranti. Una di loro è caduta a terra, colpita dall’acqua. La donna che si è poi ripresa è stata soccorsa e assistita dagli operatori di Medici senza Frontiere.
"Vogliamo una casa". "Siamo stati svegliati con l’acqua degli idranti. Hanno preso alcune di noi per i capelli colpendole anche con i manganelli. È assurdo: siamo rifugiati politici, abbiamo i documenti in regola", racconta una delle donne sgomberate. "Ci hanno preso per i capelli - racconta un’altra - quella donna con il braccio fasciato è stata colpita con un manganello e ora sta andando in ospedale. Anche io ho i segni sul fianco. Non è giusto. Abbiamo dormito per strada per 5 notti. Vogliamo solo una casa". "Questo è uno stato accogliente? No è un paese fascista, disumano", urla una donna con la voce spezzata dal pianto.
Unicef: "Situazione molto triste". "Questa mattina all’alba in piazza Indipendenza è avvenuto lo sgombero dei rifugiati che vivevano nel palazzo occupato di via Curtatone, sotto gli occhi terrorizzati dei bambini che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie dopo lo sgombero di sabato scorso" dichiara Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia che aggiunge: "Questi bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in questura, alcuni testimoni ci hanno raccontato che continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore. Sconvolti. È una situazione molto triste: parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una reale alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma, che abbiamo invano atteso in piazza". Roma, gli occupanti si inginocchiano e fermano il traffico a piazza Indipendenza Condividi Ieri c’era stato un vertice in Prefettura per trovare una soluzione alloggiativa per gli occupanti. E nel pomeriggio dal Comune di Roma avevano reso noto di aver offerto posti letto in zona Torre Maura e Boccea agli immigrati accampati nelle aiuole che però sono stati rifiutati.
"Tutte le persone presenti sui giardini", spiega una nota della questura, sono state allontanate, mentre gli occupanti dello stabile, comprese le fragilità, sono stati trasferiti presso l’ufficio immigrazione di via Patini, dove la sala operativa sociale del comune di roma si sta occupando della loro assistenza. Parallelamente gli uffici investigativi hanno già isolato le immagini delle aggressioni alle forze dell’ordine, effettuate anche attraverso bombole del gas, lanciate o accese. Al momento è al vaglio la posizione di quattro cittadini stranieri".
Medici senza frontiere. Medici senza frontiere, su Twitter, ha detto di di aver curcato almeno sei persone ferite durante lo sgombero. In più secondo Msf sarebber ostati "usati idranti e manganelli".
Bombole contro agenti, indaga procura. Tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale: questi i reati per i quali la procura di Roma ipotizza nel fascicolo di indagine che verrà aperto in relazione al lancio di alcune bombole di gas, sassi e altri oggetti contro le forze dell’ordine. A piazzale Clodio sono infatti in attesa di una prima informativa da parte della Digos dopodiché verrà aperto formalmente il fascicolo di indagine.
"Risposta inadeguata". Per il vescovo delegato Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio, monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma "è arrivato il momento di stabilire politiche di convivenza pacifiche per una integrazione reale. Gli sgomberi, come quello di oggi, non sono certamente una risposta adeguata". A riportare le sue parole è l’agenzia Sir (Servizio informazione religiosa).
Lojudice ha poi aggiunto: "Sono seriamente preoccupato per quanto avvenuto perché non porta a nulla senza risposte concrete e capillari in tutta la città". Per il vescovo ausiliare "c’è bisogno di una risposta progettuale e strutturale" e per questo "siamo disponibili a partecipare a incontri di programmazione con le istituzioni e con chi ha a cuore questi problemi per trovare vere e proprie soluzioni per garantire un futuro diverso a questi uomini, donne e bambini che hanno solo la colpa di essere fuggiti da realtà di guerra e povertà nella speranza di un futuro diverso".
La polemica politica. E in queste ore non manca la polemica politica. Su twitter Gianluca Peciola, ex capogruppo Sel in Campidoglio scrive: "#Roma non può essere tomba diritti. Dimissioni di #Minniti e di Sindaca #Raggi. Basta con questa vergogna su pelle #rifugiati. #restiamoumani". E non è l’unico a intervenire. Su Facebook la vice presidente del Partito democratico, Barbara Pollastrini, scrive: "Donne in ginocchio con le braccia alzate e bambini che piangono è l’immagine di una sconfitta. Nella Capitale, nel 2017, sembra impossibile tutto questo. È difficile trovare l’equilibrio tra diritti: quello alla legalità e quello dei singoli. Ma per questo nella gerarchia la dignità di ogni persona, tanto più se donna e bambino, dovrebbe venire prima. Era doveroso un altro metodo".
23 AGOSTO REPUBBLICA.IT
Momenti di tensione, questa mattina in Piazza Indipendenza tra le forze dell’ordine e gli ex occupanti del palazzo di via Curtatone. Lo stabile degli anni ’50, ex sede di Federconsorzi e Ispra, era occupato dall’ottobre del 2013.
Parte degli occupanti dopo lo sgombero sono rientrati nello stabile, altri, un centinaio, si sono accampati nei giardinetti in attesa di prendere le loro cose. Questa mattina è stata intensificata la presenza di forze dell’ordine sia per tentare di rendere un livello minimo di decoro e di igiene alla piazza, sia per lo scontro verbale tra chi era dentro e chi fuori. Via Solferino è chiusa al traffico in entrambi i sensi dall’incrocio di Via Marsala.
IL COMMENTO Quella favela al centro della Capitale di Enrico Bellavia Roma, sgomberato palazzo occupato in piazza Indipendenza Navigazione per la galleria fotografica 1 di 20 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Proprio ieri sera il Campidoglio aveva fatto sapere di aver terminato il censimento delle 107 Roma, sgomberati da via Curtatone in 200 ora in piazza Indipendenza Navigazione per la galleria fotografica 1 di 18 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Il Prefetto di Roma, Paola Basilone, ha convocato per le 11.00 un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui, oltre ai vertici delle forze di polizia, parteciperanno la Regione, il Comune e i rappresentanti della Società proprietaria dell’immobile sgomberato, al fine di favorire l’individuazione di soluzioni alternative per gli occupanti.
Le famiglie di migranti con minori, disabili e anziani non autosufficienti ancora presenti nel palazzo saranno ospitate per sei mesi in alloggi messi a disposizione della società che gestisce l’immobile di via Curtatone. Una soluzione trovata in queste ore durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto stamani dal prefetto di Roma Paola Basilone, secondo un comunicato della prefettura. "La Idea Fimit S.G.R. fornirà subito le unità abitative senza oneri per l’amministrazione comunale. Le modalità operative saranno definite in un tavolo già convocato all’assessorato capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative".
COMMENTO DI ENRICO BELLAVIA
Proviamo a mettere da parte categorie come l’accoglienza, osteggiate in questi tempi di ideologismo becero. Proviamo a escludere dal nostro ragionamento basico il dovere di offrire un tetto sicuro a chi fugge da guerre e persecuzioni. Proviamo a tenerci lontani anche dal giustizialismo peloso che indica il dito delle ong e non la luna del traffico degli esseri umani.
Rimaniamo a Roma e con i piedi per terra. E chiediamoci con tutta onestà se ha un senso sgomberare 200 famiglie con bambini al seguito dal palazzo occupato di via Curtatone, per lasciarle in piazza Indipendenza in un campeggio improvvisato nel cuore di Roma e tardivamente correre ai ripari invocando un circuito istituzionale che si sa già carente. E se ha avuto senso fare la stessa cosa a Cinecittà due per lasciare che a occuparsi di questa gente fosse la chiesa di Santi Apostoli.
D’accordo, occupare abusivamente un edificio è cosa illegale e ingiusta. Ma quanta ingiustizia e forse anche illegalità c’è nello sbattere per strada non terroristi o clandestini ma migranti richiedenti asilo o rifugiati? Con minorenni che hanno gli stessi drammi dei protagonisti, loro malgrado, di spot che sollecitano la nostra generosità. Quanto insulso machismo c’è nella esibizione di muscoli, che trova il plauso della destra, nel costringere le forze dell’ordine a una prova di forza che non risolve i problemi e che anzi li moltiplica?
Le occupazioni abusive degli "hotel" per migranti sono stata la risposta sbagliata a un problema reale: l’assenza di strutture di accoglienza immaginate per un esodo previsto, prevedibile, continuo e purtroppo inarrestabile. Contro il quale è solo sull’entità della ripartizione del carico e sulle dimensioni dei filtri che ci si deve mettere d’accordo. L’ultimo sgombero, coinciso con il moto di comprensibile rivolta suscitato dai fatti di Barcellona, al di là delle ragioni giuridiche, è sembrata la risposta scomposta che ha il demerito di riproporre l’equazione: nero, africano, mediorientale uguale terrorista. E giustamente il delegato Unicef ha paragonato piazza Indipendenza a una favela.
Davvero si pensa che amministrare consista nel prendere atto dell’intervento della forza pubblica o nell’auspicarlo e la responsabilità trovi in questo il proprio compimento e il proprio scopo? O amministrare è inventarsi soluzioni perché un problema non resti tale o evolva nel suo multiplo? Perché altrimenti, con un po’ di buon senso, non venga voglia di dire che se la soluzione era piazza Indipendenza tanto valeva lasciarli un altro po’ in via Curtatone.
22 AGOSTO
Terminato il censimento delle 107 persone in condizioni di fragilità sgomberate lo scorso sabato dall’immobile occupato in via Curtatone, nella zpona di piazza Indipendenza. "Nei mesi scorsi", spiega in una nota il Campidoglio, "nonostante ripetuti tentativi, non era stato possibile effettuare il censimento a causa dell’opposizione degli occupanti. Il Comune ha poi fatto sapere che si sta occupando "di tutte le fragilità più critiche, indirizzando gli aventi diritto presso il circuito di accoglienza (i cosiddetti extra Spraar) predisposto dai Servizi Sociali capitolini".
"Al momento, sono 20 le persone che hanno accettato l’offerta proposta dall’amministrazione, a fronte di numerosi rifiuti. In particolare, sono state assistite donne sole con figli minorenni; disabili; soggetti diabetici, dializzati e affetti da problemi renali. Gli operatori della Sala Operativa Sociale stanno proseguendo, h 24, gli interventi per garantire assistenza a tutte le fragilità". Roma, sgomberati da via Curtatone in 200 ora in piazza Indipendenza Navigazione per la galleria fotografica 1 di 18 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow "In base al decreto legge n.14/2017, nei casi di sgomberi di immobili privati occupati, i livelli assistenziali devono in ogni caso essere garantiti agli aventi diritto dagli Enti Locali e dalle Regioni. È quindi auspicabile che l’amministrazione regionale, anche attraverso l’Ater e le Asl, fornisca adeguato contributo per garantire, come stabilito dalla normativa, adeguato supporto alle persone sgomberate dall’immobile situato in via Curtatone", spiega il Campidoglio. Roma, sgomberati da via Curtatone in 200 ora in piazza Indipendenza Navigazione per la galleria fotografica 1 di 18 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow "Nel complesso si auspica l’avvio di un confronto tra i diversi livelli istituzionali, coinvolgendo anche il governo, affinché sia sempre garantita la presa in carico di fragilità, rifugiati e richiedenti asilo sulla base del proprio perimetro di competenza".
CHRISTIAN RAIMO SU INTERNAZIONALE
2. LO SGOMBERO DEGLI ERITREI A ROMA E IL VUOTO DELLA POLITICA
Christian Raimo per www.internazionale.it
Lo sgombero di fine estate a Roma è ormai un classico. Ma quello che sta succedendo in piazza Indipendenza, a pochi metri dalla stazione Termini, è tanto inedito quanto triste e grottesco.
Duecentocinquanta famiglie – la maggior parte delle quali di origini eritree e titolari dello status di rifugiato o di qualche forma di protezione internazionale – sono state obbligate a lasciare l’ex sede dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che occupavano e autogestivano dal 2013 in via Curtatone. La polizia è arrivata sabato 19 agosto, alle prime luci dell’alba.
Chi non è riuscito a riparare da parenti o amici, o in altre occupazioni come quella ad Anagnina, uno dei quartieri periferici della capitale, è rimasto a dormire in piazza. A varie donne (tra cui un paio incinte), ai bambini e alle persone malate è stato consentito, dopo una lunga trattativa, di restare nel palazzo. Risottolineiamo la cosa: non era un’emergenza, ma una questione aperta da anni, per cui da tempo si chiedeva un tavolo di confronto con il comune. Per dare un’idea della situazione, basta dire che molti bambini che vivevano nell’ex sede dell’Ispra avevano frequentato le scuole del quartiere, come ha confermato anche Giovanni Figà Talamanca, assessore alla scuola del municipio I di Roma, uno dei pochissimi politici in piazza.
Stamattina alle sette la scena si è ripetuta. La polizia in assetto antisommossa ha svegliato chi dormiva per strada, intenzionata a mandarlo via. Il tutto nel silenzio del comune: nessun censimento rapido per capire chi si sta provando a cacciare, nessuna soluzione, nessuna dichiarazione. Dal sindaco al vicesindaco, fino all’assessore alle politiche sociali, non ce n’è uno che si sia fatto sentire, o che almeno risponda al telefono. A mediare sono stati funzionari incerti e inefficaci, con gli agenti che per tutta la mattinata si infilavano e si toglievano i caschi per prepararsi allo scontro
Fuori si è formato un sit-in spontaneo; mentre chi è rimasto dentro la palazzina ha messo tre bombole del gas alle finestre, minacciando di lanciarle giù se la polizia li avesse fatti uscire con la forza. Intanto, in prefettura c’è stato un incontro tra comune, regione e la Idea Fimit S.g.r, la società che gestisce lo stabile. Non c’erano rappresentanti degli eritrei, né quelli delle associazioni umanitarie che da anni seguono il caso di via Curtatone e chiedono una soluzione intelligente e dignitosa. Paradossalmente, la Idea Fimit è stata l’unica a offrire un’alternativa: sessanta alloggi fuori Roma per sei mesi, senza nessun costo per il comune. E per gli altri duecento che dormono da quattro giorni per strada? L’unica proposta dell’amministrazione romana è stata quella di alloggiare ottanta di loro (sessanta uomini e venti donne) in locali tra Boccea e Torre Maura, che però oltre che essere insufficienti per numero di posti letto sarebbero anche inadeguati: in alcuni non ci sarebbero neanche i bagni. Una delegazione di eritrei ha fatto un sopralluogo e ha rifiutato la proposta.
Durante la mattinata ci sono stati anche un paio di tentativi di qualche neofascista per aizzare la violenza contro gli occupanti. Le associazioni umanitarie, che insieme a giornalisti e rappresentanti delle associazioni per il diritto alla casa hanno presidiato il sit-in, si dicono indignate e sconfortate.
Spiega l’Unhcr: “Desta particolare preoccupazione l’assenza di soluzioni alternative per la maggioranza delle persone sgomberate. La situazione di grave disagio e marginalita in cui vivono migliaia di rifugiati, incluse molte famiglie con bambini, in insediamenti informali e occupazioni si protrae ormai da molti anni rendendo urgente la messa in atto di concrete strategie di intervento sociale per tali contesti”.
Con tutta probabilità almeno un centinaio di persone passerà un’altra notte sotto gli alberi di piazza Indipendenza. Se non domani mattina, dopodomani ci sarà un altro sgombero per chi resiste. E non sarà l’ultimo. A Roma i rifugiati costretti a vivere in palazzi occupati sono migliaia. La sindaca Virginia Raggi e la sua amministrazione hanno ereditato molte di queste situazioni dalla precedente giunta, guidata dal Partito democratico. Ma qual è la strategia della sua amministrazione per segnare una differenza con il passato? All’apparenza, e nei fatti, nessuna, e viene da chiedersi perché. Per inerzia? Per volontà? Per l’attitudine pilatesca che è propria del Movimento 5stelle su questi temi?
Infine, viene da chiedersi anche dove siano le persone che vivono nel quartiere e quelle che ci lavorano, i romani e i non romani. In piazza c’erano solo giornalisti, associazioni, polizia e qualche turista che beveva il caffè nel bar all’angolo, con le camionette degli agenti posteggiate affianco. L’indifferenza del resto della città non è affatto consolante.