il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2017
«Lei somiglia alla misteriosa Llera», dice il taxista gaffeur. Carmen Llera Moravia: torno nella mia Madrid per incontrare i familiari
Non frequento i luoghi del passato, non perché voglia rimuoverlo ma per mancanza di nostalgia. So vivere solo il presente, non so se questo sia un bene o un male, è così e basta.
Da bambina mi disperavo perché il tempo della ricreazione era finito e non avendo una visione di futuro davanti a me c’era la noia infinita.
Non sono cambiata negli anni, anzi, sono peggiorata.
Alla domanda “cosa fai quest’estate?” tremo, non rispondo. Non so mai cosa faccio, so bene quello che non faccio e non farò mai, una crociera, un viaggio in Cina, una vacanza al mare in agosto.
Le mie partenze le decido all’ultimo momento, so che diventa complicato per gli altri, non a caso vivo sola.
Essere sola è una scelta, il colmo del lusso!
“Déracinée” lo sono sempre stata ma negli ultimi giorni ho scoperto, leggendo il Viaggio in Italia di Guido Piovene, che forse sono diventata romana… aiuto!
Scrive Piovene: “Il romano viaggia rimanendo fermo, le altre città sono un aspetto del mondo ma Roma lo comprende tutto. Staccare un romano da Roma è un’impresa quasi impossibile”.
Riconosco i sintomi, dopo una vita errante fatico ad allontanarmi dal ghetto. Nel momento peggiore, solo gabbiani e spazzatura all’alba. Devastazione.
Digressioni inutili, in realtà voglio raccontare il mio ultimo viaggio a Madrid, una volta l’anno torno tre giorni nel Paese dove sono nata e dove vivono ancora i miei fratelli.
In aereo finisco di rileggere La lingua salvata di Elias Canetti, uno dei miei libri preferiti. E pensando all’uso delle varie lingue degli ebrei “spagnoli” in Bulgaria arrivo a Barajas.
Viaggio leggera, conosco la strada, mi precipito fuori, salgo su un taxi bianco e cambio lingua: in perfetto castigliano do l’indirizzo e cerco di sembrare una del luogo.
La radio è accesa, notizie politiche e sportive, faccio qualche commento, il tassista si chiama Miguel, dialoghiamo in perfetta armonia, poi lui dice guardandomi dallo specchietto: “Lo sa che parla bene lo spagnolo per essere straniera?”. Avrei dovuto rispondere offesa: “Ma io sono spagnola!”. Invece ho sussurrato: “Grazie”.
Ho pensato a mia madre, l’ultima volta che l’ho vista sembrava irritata e ripeteva: “Ieri in tv traducevi, tu credi di parlare spagnolo ma in realtà traduci…”. Aveva ragione.
Miguel sorridente mi ha chiesto se parlassi altre lingue… “Sì, certo”.
Poi, arrivati a un semaforo, si è fermato e sempre dallo specchietto mi ha detto: “Lei assomiglia a Carmen Llera”.
A questo punto, sollevata, avrei dovuto rispondere: “Sono io”.
Invece per chissà quale strano meccanismo mentale ho sorriso: “Davvero?”.
E Miguel ha cominciato a raccontarmi la mia vita, giovane ragazza spagnola che aveva sposato negli anni 80 un grande scrittore italiano di cui non ricordava il nome, ma era famosissimo e amico di Sophia Loren e…
Ascoltavo la sua versione.
“E oggi cosa fa Carmen?”, ho chiesto.
“Credo la scrittrice o la giornalista, è una donna molto misteriosa, ha avuto tanti amori… non è su Facebook o Instagram”.
La nostra corsa era finita, Miguel mi ha dato un biglietto con il numero di telefono, potevo chiamarlo per il ritorno.
Ho preferito non farlo.
I primi ciack
“Loro” Paolo Sorrentino sta girando a Roma alcune scene di “Loro”, il film sulla vita di Silvio Berlusconi. Coperto dal più stretto riserbo, il set ha però svelato uno degli attori principali: Riccardo Scamarcio, nei panni di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore barese che portava le escort (tra le altre, Patrizia D’Addario) a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Berlusconi. E infatti su via dei Fori Imperiali martedì sera si è visto l’attore pugliese circondato da uno stuolo di ragazze. A impersonare l’ex cavaliere sarà Toni Servillo, che ha già lavorato con Sorrentino ne “Il divo” e “La grande bellezza”