Corriere della Sera, 24 agosto 2017
«Tracce di insetticida». Sequestrate 92 mila uova e 26 mila galline italiane
ROMA Non più solo casi d’importazione. Uova al Fipronil, l’insetticida vietato negli allevamenti destinati all’alimentazione, si producono anche in Italia. È quanto hanno accertato i carabinieri del Nas, che hanno sequestrato oltre 92 mila uova e 26 mila galline in un allevamento di Vetralla (Viterbo) e in un centro di confezionamento a Castelfidardo (Ancona). In totale, su 124 analisi eseguite, il ministero della Salute ha reso noto che sono otto i casi di positività accertati dal monitoraggio disposto a seguito del dilagare dello scandolo in Europa. Rassicura però che i livelli di anti zecca rilevati non sono tossici per l’uomo.
L’elenco comincia a essere lungo: oltre ai sequestri compiuti ieri, ci sono stati due casi in Campania, a Benevento e Sant’Anastasia; quelli segnalati lunedì, un piccolo laboratorio di pasta fresca alla periferia di Roma e un’azienda avicola marchigiana; la partita di omelette surgelate provenienti dalla Germania sequestrata a Milano; l’ultimo caso,riguarda ovoprodotti venduti in un cash & carry in Calabria. Su 253 tra allevamenti, centri di distrubuzione e laboratori controllati, i Nas hanno tolto dal mercato in via cautelare oltre 91 tonnellate di prodotti.
Andrà accertato se c’è stato dolo o tutto è successo all’insaputa dei titolari, e come l’anti zecca sia finito nelle uova. Sulla causa delle contaminazioni le ipotesi sono due: che sia stato aggiunto al disinfestante o che sia presente nei mangimi. Come ha spiegato il comandante dei Nas, il generale Adelmo Lusi, i casi scoperti saranno denunciati alla magistratura e i reati ipotizzati sono adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari e detenzione di alimenti tossici per l’uomo.
Se in una prima fase si è andati a caccia di prodotti sospetti importati da aziende straniere in cui la presenza del Fipronil era stata già accertata, il campionamento disposto dal ministero della Salute sull’intera filiera – dagli allevamenti di galline ovaiole fino ai prodotti venduti nei supermercati, compresa la carne di pollo – ha consentito agli ultimi casi di venire alla luce. E il fatto nuovo è che sono state sequestrate uova prodotte nel nostro Paese, il che mette in pericolo il made in Italy, un comparto da 810 mila tonnellate e 2,5 miliardi di euro di valore tra produzione e lavorazione. Così oltre alla gestione dell’emergenza, c’è la necessità di avere più trasparenza anche per tutelare i produttori dai contraccolpi economici. Indicazioni arriveranno da una riunione convocata al ministero della Salute lunedì con le associazioni dei produttori. Si pensa a una certificazione, attraverso una serie di passaggi obbligatori nella fase di produzione. Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha spiegato che già «la filiera italiana si è organizzata per assicurare che la commercializzazione di uova e dei relativi ovoprodotti avvenga solo in presenza di certificazione attestante l’assenza di contaminazione da Fipronil». Assoavi, l’associazione dei produttori, ha già annunciato un piano di autocontrolli.
La dimensione della contaminazione allarma in Francia, dove un lotto di patate delfino e quattro tipi di pasta fabbricati con uova provenienti dal Belgio sono stati ritirati dal mercato, anche se secondo le autorità non presenterebbero «rischi per la salute».