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 2017  agosto 23 Mercoledì calendario

A un anno dal sisma nel Centro Italia. Rimosso il 9% dei detriti. Un edificio su due resta inagibile. Ricostruite appena due strade su 408

Nelle quattro Regioni del Centro Italia colpite dal terremoto di un anno fa (Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche) sono state rimosse 237 mila tonnellate di macerie su un totale di 2.660.000 tonnellate: meno del 9 per cento. È uno dei dati emersi lunedì a San Benedetto del Tronto, sede di un incontro tra i sindaci dei comuni maggiormente danneggiati dal sisma del 24 agosto 2016 e dalle scosse successive. Tra gli altri, erano presenti i primi cittadini di Norcia (Nicola Alemanno), Arquata del Tronto (Aleandro Petrucci), Tolentino (Giuseppe Pezzanesi), Teramo (Maurizio Brucchi), Accumoli (Stefano Petrucci), Ascoli Piceno (Guido Castelli), Monsampiero Morico (Romina Gualtieri) e San Benedetto del Tronto (Pasqualino Piunti). 
Oltre ai ritardi sulla rimozione dei detriti (a dare una mano nei giorni scorsi sono stati chiamati i soldati dell’Esercito), è emersa la lentezza nei sopralluoghi negli edifici crollati o danneggiati, necessari a verificare l’agibilità delle strutture e a censire i danni. Dopo un anno, sono stati effettuati 197.650 sopralluoghi in edifici pubblici e privati: ne mancano ancora circa 16 mila, la maggior parte da effettuare nelle Marche, dove però mancano le squadre dei tecnici necessarie alla bisogna. Comunque, dai controlli fatti è emerso che il 51 per cento degli edifici pubblici non è agibile (il 35 per cento delle scuole).
Quanto al ripristino delle strade, un primo elenco di interventi era stato approvato lo scorso febbraio: 408 progetti, da finanziare con 389 milioni di euro. Ebbene, solo otto di questi interventi sono al momento in corso di realizzazione, e appena due sono stati completati. 
Per concludere, le case: a dodici mesi dal sisma, solo 750 casette, sulle 3700 richieste dalle Regioni, sono state consegnate. Peraltro le Marche, che ne avevano chieste in numero maggiore (1856), ne hanno ricevute appena 42. Risultato: oltre 37 mila cittadini vivono ancora in affitto grazie a un contributo statale e 6862 vivono ancora in albergo. Mille invece le persone che hanno scelto di sistemarsi in un container e ancora non ne sono usciti (sono perlopiù agricoltori rimasti a presidio delle loro attività). Soluzioni temporanee che fino a questo momento sono costate allo Stato circa 200 milioni di euro. 
«È un vero e proprio fallimento del modello di intervento fin qui realizzato», ha commentato il responsabile enti locali di Forza Italia Marcello Fiori, ex numero due della Protezione civile, che ha organizzato l’incontro di San Benedetto del Tronto.