Il Sole 24 Ore, 22 agosto 2017
Cambia il commissario: Errani lascia, possibile tandem Boschi-Cialente
C’è il bilancio a un anno dal sisma che ha devastato il Centro Italia: 140 comuni colpiti, oltre 32mila cittadini assistiti nel picco di novembre 2016, più di 200mila sopralluoghi fatti (ma ancora 14mila da fare), 21 scuole nuove da realizzare; e infrastrutture pubbliche da ripristinare, con 2 miliardi stanziati tra Anas e Ferrovie. Poi c’è tutta la ricostruzione privata, con numeri ancora molto bassi, ma in movimento: poco più di mille richieste di contributo presentate per riparare case e siti produttivi, di cui quasi 700 nelle sole Marche. Finora su mille richieste solo una sessantina sono state liquidate, con 15 milioni di euro. Ma il ritmo delle richieste è sostenuto: da pochi giorni il ritmo è salito a 250 a settimana.
E ci sono gli impegni: un impianto complessivo a sostegno dell’economia che vale 1,36 miliardi (dalle zone franche urbane ai nuovi investimenti), 35 ordinanze pubblicate e altre 5 in cantiere, un programma da 250 milioni per la messa in sicurezza di altre 87 scuole, 56 milioni per il recupero di case pubbliche dove ricollocare le famiglie, un primo programma di interventi da 14,3 milioni per 69 chiese, un piano da 170 milioni per 103 interventi sui beni culturali. Il piano di opere Anas è salito a 590 milioni di euro, con il 25% in cantiere e il 50% in progettazione (esecutiva).
Ieri a Palazzo Chigi, insieme con il commissario straordinario uscente per la ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e i quattro governatori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il premier Paolo Gentiloni ha difeso il lavoro svolto: «Ci siamo trovati a gestire una sequenza di eventi sismici senza precedenti e abbiamo predisposto misure e risorse senza precedenti, eccezionali». Ma il presidente del Consiglio ha riconosciuto i ritardi: «Questo non vuol dire che tutto stia marciando alla velocità che sarebbe necessaria».
Gentiloni ha ringraziato Errani, confermandone l’addio il 9 settembre, quando scadrà il suo mandato, e ha annunciato l’arrivo di un nuovo commissario. Circola il nome dell’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, ma quel che è certo è che la governance cambierà. In pole position Maria Elena Boschi che avrà il coordinamento tra regioni e governo, anche se alla sottosegretaria il governo aveva pensato per il dopo Errani. Gentiloni si è limitato ad anticipare che «nelle prossime settimane e mesi ragioneremo sull’evoluzione dell’assetto, perché ci sarà bisogno del protagonismo più accentuato dei territori, sia a livello regionale sia locale: per farlo, ci vorrà una legge».
La parola chiave è decentramento. «Più si entra nella fase attuativa e più è naturale che i territori acquistino competenze e rafforzino le proprie strutture», ragiona la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini. Si interverrà anche sugli appalti pubblici: l’attuale “monopolio” di Invitalia sarà superato autorizzando altre stazioni appaltanti, almeno una per regione.
Errani, dal canto suo, ha rimarcato che quello costruito in questi mesi «è l’impianto di ricostruzione più innovativo e completo rispetto a eventi simili del passato». Ha assicurato che l’anno scolastico inizierà regolarmente nelle zone terremotate, anche se il piano scuole è in forte ritardo: le 21 nuove scuole non saranno pronte prima di febbraio e nel frattempo si utilizzeranno container o altri spazi temporanei.
Errani ha respinto con forza le indiscrezioni che lo vogliono in uscita per candidarsi con i bersaniani di Mdp: «Non ci sono retroscena. Chi mi conosce sa che ragionare per poltrone non fa parte della mia storia, figuratevi se comincio a 62 anni». A ringraziarlo con una telefonata, ieri, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Augurandosi che «l’attività di sostegno ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, di ripresa della vita delle loro comunità e di avvio della ricostruzione continui e si svolga con impegno e determinazione».