Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 23 Mercoledì calendario

«Nonno Benedetto non volle più tornare sull’isola»

Benedetto Croce era una persona severa e riservata, ricorda lo storico Piero Craveri, nipote del filosofo: «Non mi parlò mai del terremoto di Casa-micciola del 1883, in cui aveva perso i genitori e la sorella Maria. Ma in casa Croce la tragedia aveva la-sciato il segno, e non solo perché mio nonno era zoppo per via delle ferite riportate quando era rima-sto per ore sepolto sotto le macerie. Non volle più to-rnare a Ischia né ci andò mai sua figlia Elena, mia madre». Il colpo per il gio-vane Benedetto, che allora aveva 17 anni, fu tremendo: «Era molto legato ai geni-tori – sottolinea Craveri – specie alla madre Luisa Sipari. La memoria del sisma lo tormentò sempre, le sue crisi depressive ne furono aggravate. Lui le combatté imponendosi una ferrea autodisciplina nello studio, ma passava momenti di grave crisi personale, in cui lo strazio di Casamicciola tornava a farsi sentire». La disgrazia, aggiunge Craveri, segnò un punto fondante anche nella formazione di Croce: «Lui e il fratello più piccolo Alfonso, rimasti orfani, furono accolti a Roma dal cugino Silvio Spaventa, senatore liberale ed esponente di spicco della Destra storica, fratello del filosofo idealista Bertrando. Benedetto rimase per tre anni nella Capitale, dove conobbe Antonio Labriola, il primo studioso italiano del pensiero di Karl Marx, e prese l’indirizzo che ne avrebbe fatto in seguito la personalità più in vista della cultura italiana». Tornando al sisma del 1883, la vicenda nel 2011 fu oggetto di una polemica tra i discendenti di Croce e Roberto Saviano: «L’autore di Gomorra – ricorda Craveri – riferì che il padre morente avrebbe esortato Benedetto a offrire 100 mila lire a chi lo avesse estratto dalle macerie. Ma si trattava di una pura diceria, poco credibile, non verificata e mai confermata da Croce».